lunedì 29 aprile 2013

IL PRIMO MAGGIO SI LOTTA!!!


IL PRIMO MAGGIO SI LOTTA!!!


La crisi economica acuisce sempre più le condizioni materiali di migliaia di lavoratori, disoccupati, precari, studenti che stanno pagando il prezzo più alto della crisi attraverso duri attacchi salariali, lo smantellamento dei contratti collettivi e la perdita di innumerevoli diritti a partire dall’articolo 18 fino ad arrivare al diritto di sciopero.

La Confindustria e le grandi banche esigono immediatamente che il prossimo governo PD-PDL, in continuità col governo Monti, foraggi grandi imprenditori e banchieri con miliardi di euro finalizzati a garantire  la stabilità dei profitti.

Le burocrazie dei sindacati confederali, in particolare la CGIL, hanno di fatto frenato il conflitto sociale, coperto il fianco politico ai partiti della borghesia, specialmente il centrosinistra (Pd-Sel), e colpito le masse lavoratrici  a suon di accordi capestro azienda per azienda.

Contro questo massacro sociale, la risposta deve ripartire necessariamente dalla lotta di classe. Una lotta reale che sappia  unire ed estendere un fronte unico di lotta che coinvolga migliaia di vertenze isolate.

Per questa ragione il Partito Comunista dei Lavoratori lotta incondizionatamente verso una prospettiva rivoluzionaria e di classe che rivendichi il blocco immediato dei licenziamenti, l'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione, la garanzia di un salario minimo intercategoriale di 1500 euro per tutti i proletari, fino alla costruzione di un Governo dei Lavoratori che sappia realmente rispondere alle esigenze e alle necessità della maggioranza sfruttata.

1° MAGGIO DI LOTTA

CONCENTRAMENTO ORE 15:00 CUMANA BAGNOLI - NAPOLI

per info e contatti: pclnapoli@gmail.com - Facebook: Pcl Napoli



venerdì 26 aprile 2013

NUOVE FORZE MILITANTI DALLA PERIFERIA DI NAPOLI


NUOVE FORZE MILITANTI DALLA PERIFERIA DI NAPOLI

Il PCL Napoli saluta con entusiasmo l’adesione al nostro partito di un nuovo gruppo di compagni e compagne (vedesi documento PERCHE ADERIAMO AL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI, pubblicato il 23 aprile) già da diversi anni politicamente molto attivo nella nostra città e in particolare nell’estrema periferia orientale di Napoli.

Un’adesione che ha un grosso valore in quanto ben ponderata dai/lle compagni/e  e  frutto di un percorso iniziato nello scorso luglio e proseguito attraverso numerosi incontri e dibattiti, diversi momenti di piazza vissuti gomito a gomito nell’autunno anti-Monti, partecipazione su posizioni condivise a diverse realtà di movimento attive nel nostro territorio.

Significativo è poi il fatto che questa adesione avvenga proprio nel momento in cui, in seguito al crollo delle formazioni politiche della cosiddetta sinistra “radicale” e alla crisi delle organizzazioni di matrice centrista o stalinista, vengono ri-proposte “costituenti dei comunisti”, fusioni a freddo di ceti dirigenti opportunisti che vengono spacciate per “unioni dei comunisti”, mobilitazioni per la costruzione di vaghi e generici “movimenti anticapitalistici”.

Da parte nostra non possiamo che concludere con le parole dei/lle  nostri/e  nuovi/e  compagni/e:

“Entrare nel PCL significa per noi avviarci nel percorso di costruzione dell’avanguardia cosciente della classe operaia, il reparto avanzato di essa, la coscienza complessiva degli interessi e degli obiettivi strategici e tattici del proletariato, l’organizzatore delle lotte ai fini della rivoluzione comunista internazionale. [...] Aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori ed invitiamo tutti i sinceri, coerenti e generosi compagni ed organizzazioni della sinistra di classe a seguire il nostro esempio”.

Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli - Sez. "Rosa Luxemburg"

mercoledì 24 aprile 2013

CAMPAGNA TESSERAMENTO PCL 2013



CAMPAGNA TESSERAMENTO PCL 2013


Costruisci il Partito Rivoluzionario, Costruisci il Partito Comunista dei Lavoratori!
UNISCITI ALLA LOTTA! 

ISCRIVITI AL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI!

Le 4 linee guida del nostro partito:

1) L’opposizione alle classi dominanti e ai loro governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra; 

2) La prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzione capitalistico e riorganizzi la società su basi socialiste. 

3) Il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell’alternativa anticapitalistica. 

4) La prospettiva di un’alternativa socialista internazionale, e quindi di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori. 

Per info ed adesioni:
(mail) pclnapoli@gmail.com
(Fb) Pcl Napoli




martedì 23 aprile 2013

[Lettera di nuovi aderenti al PCL] PERCHE ADERIAMO AL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


Perché aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori

Siamo un gruppo di compagni provenienti da diverse esperienze politiche, nonché giovani avvicinatisi al movimento comunista durante e dopo il movimento studentesco dell’Onda del 2008, disoccupati e precari di varie zone di Napoli e provincia.

Aderiamo al PCL in quanto unico progetto di Partito, coerente con la storia del movimento di classe e del marxismo rivoluzionario, ad oggi capace di unire i comunisti divisi e frammentati in tante piccolissime realtà e micro organizzazioni.

Le organizzazioni movimentiste, che hanno inseguito per anni la tattica dell’ autorganizzazione, si sono dimostrate senza strategia rivoluzionaria, senza progettualità e si sono mosse essenzialmente sullo spontaneismo, impegnate ad inseguire vertenze, piuttosto che a costruire una direzione comunista delle lotte. Altresì i tentativi di costituente si sono dimostrati fallimentari e buoni soltanto per il riciclo di vecchie baracche dei partiti orfani del socialismo reale (falso socialismo).

Le organizzazioni della c.d. sinistra radicale si avviano ormai a cancellare definitivamente dai loro programmi e dai loro simboli ogni riferimento al comunismo. Noi diciamo: era ora. Esse si sono dimostrate storicamente la stampella a sinistra del capitalismo e spesso organi al servizio del potere giudiziario, concludendo un ciclo politico che è passato dalla tragedia alla farsa. La loro storia fallimentare, fatta di accordi con la borghesia liberale e di appoggio alle sue guerre internazionali, ha dimostrato quale fosse l’essenza di queste organizzazioni.

Crediamo fermamente che la soluzione alla crisi politica dei comunisti non si risolva in adesioni a costituenti centriste di organizzazioni che per anni hanno appoggiato e sostenuto le burocrazie sindacali, contribuendo al disarmo della classe dei lavoratori dinanzi al più feroce attacco padronale degli ultimi 30 anni.

Non abbiamo tra l’altro condiviso la scelta di alcune organizzazioni politiche che hanno follemente dato indicazioni di votare e sostenere il M5S, i cui leaders Grillo/Casaleggio sono espressione di una piccola borghesia nazional-populista legata la mondo del marketing, della comunicazione e della pubblicità informatica. Tale movimento propone soluzioni come l’abolizione del sindacato in quanto tale – e non fa una critica della linea sindacale delle burocrazie - e la schedatura degli immigrati mediante le impronte digitali.

Siamo contrari alle tattiche di chi vorrebbe riproporre alla classe operaia un Fronte Popolare con la borghesia “illuminata”, costringendola così alla morte certa, certificata dai risultati fallimentari e catastrofici del secolo passato.

Entrare nel PCL significa per noi avviarci nel percorso di costruzione dell'avanguardia cosciente della classe operaia, il reparto avanzato di essa, la coscienza complessiva degli interessi e degli obiettivi strategici e tattici del proletariato, l’organizzatore delle lotte ai fini della rivoluzione comunista internazionale

Il Partito lo scegliamo per realizzare l'unica, vera libertà che è quella realizzata dalla rivoluzione, dalla dittatura del proletariato (democrazia operaia), per l’abolizione della proprietà privata dei mezzi produttivi, per la cancellazione del capitalismo.
Aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori ed invitiamo tutti i sinceri, coerenti e generosi compagni ed organizzazioni della sinistra di classe a seguire il nostro esempio.

I compagni e le compagne di Napoli
Napoli, 23 aprile 2013

lunedì 22 aprile 2013

25 APRILE! Contro una risposta presidenzialista e autoritaria all’attuale crisi politica Contro il nuovo governo PD-PDL, la ripresa delle politiche antipopolari di Monti Contro il progetto populista e reazionario di Grillo e Casaleggio Ricostruiamo un movimento dei lavoratori, una risposta di classe: non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale!!!


25 APRILE!


Contro una risposta presidenzialista e autoritaria all’attuale crisi politica
Contro il nuovo governo PD-PDL, la ripresa delle politiche antipopolari di Monti
Contro il progetto populista e reazionario di Grillo e Casaleggio
Ricostruiamo un movimento dei lavoratori, una risposta di classe:
non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale!!!

Oggi celebriamo una grande lotta di massa, la lotta dei partigiani che hanno combattuto non solo contro l'oppressione fascista, ma anche per un paese migliore e più giusto.

Il 25 aprile del 1945, la sollevazione partigiana chiuse la pagina buia del fascismo nella speranza di una vera alternativa di società e di potere, che liquidasse le classi dirigenti padronali e aprisse la via del potere dei lavoratori. I governi di unità nazionale, con Togliatti (Pci) e De Gasperi (Dc), con la benedizione degli Usa e di Stalin, realizzarono un programma opposto: la ricostruzione del capitalismo italiano. Fu il tradimento della Resistenza.

Da allora tutte le stagioni di lotta del movimento operaio sono state subordinate alla salvaguardia delle compatibilità, del capitalismo e delle sue classi dominanti. Prima col compromesso storico con la Dc, che liquidò la grande pagina del ’68-‘69; poi, dopo l'89, con la subordinazione alla seconda Repubblica, la demolizione delle conquiste sociali e dei diritti dei lavoratori.
Oggi, con le ultime elezioni, se le masse operaie e popolari hanno rigettato le politiche di austerità del governo Monti, hanno però scelto tre grandi forze che non intendono cambiare queste politiche antipopolari, a sostegno del capitalismo e del padronato: PD, PDL e M5S.

Il progetto di Grillo e Casaleggio è infatti un progetto liberale e reazionario. Socialmente rivendica l'abbattimento del “peso parassitario” di 19 milioni di pensioni e di 4 milioni di pubblici dipendenti, per liberare le risorse necessarie per tagliare l'Irap ai padroni e privatizzare la sanità pubblica, in cambio di un “reddito di cittadinanza” come parziale indennizzo alla spoliazione del lavoro o della pensione. Politicamente punta alla conquista del potere in monopolio, con la soppressione di tutti i partiti, dei sindacati, dei cosiddetti corpi intermedi. La rivendicazione dell'abolizione del sindacato (“roba dell'800”) non ha niente a che vedere con la denuncia delle burocrazie: si propone la trasformazione dei lavoratori in azionisti individuali del capitale d'impresa e per questa via la cancellazione della loro rappresentanza sindacale come strumento di rappresentanza collettiva.

Nel contempo, di fronte alla crisi della seconda repubblica, con la rielezione di Napolitano e il nuovo governo di “larghe intese”, monta nel paese una campagna reazionaria per la realizzazione di una svolta autoritaria e presidenzialista. Una svolta che si accompagna nei posti di lavoro ad un nuovo “patto dei produttori”, sostenuto dalle burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil, in grado di rilanciare l’intesa sulla produttività, approvata qualche mese fa senza una reale opposizione della Cgil (deroghe al contratto, abbassamento dei salari ed aumenti delle ore di lavoro, demansionamento, controlli tecnologici a distanza dei lavoratori, ecc). Dopo aver ottenuto con il sostegno di tutto il Parlamento allo sblocco di 40 miliardi di crediti delle imprese, adesso chiedono l'introduzione del modello tedesco di "mini-job" (lavoretti poveri) e un nuovo patto di pacificazione sociale.

Solo una ripresa del conflitto di classe, solo una mobilitazione generale e concentrata contro il padronato e i suoi governi, solo una risposta all'altezza dell'attacco dei padroni e dei loro governi può fermare i licenziamenti e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Solo un governo dei lavoratori, solo una repubblica socialista dei lavoratori, in Italia e in Europa, può cambiare realmente le cose. Oggi non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale. Per questo occorre costruire il Partito Comunista di Lavoratori

giovedì 18 aprile 2013

[Manifestazione Napoli 19 Aprile]: UNIRE TUTTE LE LOTTE IN UNA SOLA LOTTA INTERNAZIONALE CONTRO IL CAPITALE

Il Partito Comunista dei Lavoratori conferma la sua partecipazione alla prossima manifestazione del 19 Aprile che si terrà a Napoli, indetta da: lavoratori, studenti, precari, disoccupati e migranti contro la crisi e le sue politiche di austerità e sacrifici



Ecco il testo del volantino che sarà distribuito:


UNIRE TUTTE LE LOTTE IN UNA SOLA LOTTA INTERNAZIONALE CONTRO IL CAPITALE




La crisi economica e politica annuncia, attraverso i rappresentanti delle grandi banche e di Confindustria, il suo grande massacro sociale contro migliaia di lavoratori, studenti, disoccupati, precari, migranti che quotidianamente subiscono sulla propria pelle lo sfruttamento che ha portato alla perdita di ogni elementare diritto e salario.

La crise économique et politique annonce, par les représentants des grandes banques et la Confindustria, son massacre sociale contre des milliers de travailleurs, étudiants, chômeurs, travailleurs précaires, les migrants qui subissent l'exploitation quotidienne qui a conduit à la perte de tous les droits fondamentaux et salaire.

The economic and political crisis announces, through the representatives of the big banks and Confindustria, his social massacre against thousands of workers, students, unemployed, precarious workers, migrants who are enduring daily exploitation that led to the loss of all basic rights and wage

Contro questo attacco padronale il Partito Comunista dei Lavoratori, sezione italiana del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale, rivendica:

Salario minimo garantito di 1500 euro a tutti i proletari. Salaire minimum 1500 euros à tous les prolétaires. Minimum Wages 1500 Euro to all proletarians;

Blocco dei licenziamenti e nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo operaio, delle aziende che licenziano, che inquinano, che colpiscono i diritti sindacali; Gel des licenciements et la nationalisation sans indemnisation et sous contrôle ouvrier, les sociétés qui octroient, qui polluent, affectant les droits syndicaux. Blocking of layoffs and nationalization without compensation and under workers' control, the companies that license, which pollute, affecting trade union rights;

Ripartizione fra tutti del lavoro esistente, con la riduzione progressiva dell'orario di lavoro a parità di paga. Répartition de tuos travaux existant, avec la reduction progressive des heures de travail pour le meme salaire. Breakdown of all existing work, with the gradual reduction of working hours for the same pay;

Cancellazione della legge Bossi-Fini, diritto di soggiorno per tutti gli immigrati. Annulation de la loi Bossi-Fini, le droit de residence pour tous les immigrants. Cancellation of the Bossi-Fini law, the right of residence for all immigrants


lunedì 15 aprile 2013

[FRANCIA]: CAHUZAC, UN MINISTRO ESEMPLARE DELLA BORGHESIA?


[FRANCIA]: CAHUZAC, 
UN MINISTRO ESEMPLARE DELLA BORGHESIA?

“Siamo traditi, beffati, devastati, feriti...” hanno dichiarato Hollande e i suoi ministri, in seguito alla confessione di Cahuzac, che aveva loro “mentito fissandoli negli occhi”. Non si pensava che i membri del governo fossero così sensibili. 

Varin, il padrone di Peugeot, ha potuto mentire per mesi sulla chiusura programmata della fabbrica d’Aulnay-sous-Bois senza che costoro vi vedessero uno scandalo e se ne sentisssero traditi. Lo stesso, quando l'uomo d'affari americano Gary Klesch, come molti altri padroni farabutti di Francia o d'altrove, ha acquistato molte fabbriche del gruppo chimico Arkema per neanche un soldo, prima di depositare il bilancio 8 mesi più tardi. Non c'è nessuna emozione né senso di tradimento tra i cacicchi governativi di sinistra e di destra. Per questa gente, mentire ai lavoratori è normale. Frodare legalmente per intascare milioni e raggirare i salariati, è accettabile. Fa parte delle regole menzognere ma legali della loro repubblica borghese, quale ne sia il numero.

UN SERVITORE DEL SISTEMA

Il percorso di questo signor Cahuzac è una bella illustrazione di ciò che sono i servitori del capitalismo. Formato per la chirurgia cardiaca, l'abbandona per la chirurgia estetica, produttrice di grana ben più redditizia. Per non parlare di qualche passaggio tra il gabinetto del ministero della Salute e il “consiglio” privato dell'industria farmaceutica. Di che fargli aprire un conto in Svizzera da parte del suo compare di golf, un avvocato di estrema destra vicino a Marine le Pen. Con un simile pedigree è stato nominato ministro del bilancio! 
L’ex ministro del bilancio, evasore fiscale, frodava anche lui il fisco, su consiglio dell'”amministratore del suo patrimonio” e di altri avvocati specializzati nell' ”ottimizzazione fiscale” legale o illegale. Come numerosi pesci che navigano nelle acque torbide dove la frontiera tra legale e illegale è fluttuante. Si tratta delle pratiche abituali delle grandi società del CAC40, che sanno utilizzare tutti i dispositivi legali necessari per non subire imposte superiori all'8% dei loro profitti medi, e infischiarsene della legalità per il resto. 

LA LORO MORALE E LA NOSTRA

L’affaire Cahuzac mostra semplicemente che non è la grana che manca. Costoro non conoscono crisi. Il governo che annuncia regolarmente misure di austerità dovrebbe solo attingere alle tasche della grande borghesia, ma non vuole, e sceglie quelle dei lavoratori. 

La borghesia si divide il lavoro: il padronato piange con la bocca piena e licenzia a tutto spiano in nome della competitività, mentre i suoi scagnozzi al governo, formati alla sua immagine cinica e menzognera, fanno passare nella legge tutte le sue volontà. E' il funzionamento normale del capitalismo, sempre più insopportabile, in effetti. Per cui occorre rovesciare questo vecchio ordine obsoleto. 

Sì, bisognerà che il mondo del lavoro, i cui salari vengono abbassati, sia sfruttato più duramente sui posti di lavoro o gettato in strada, e visto che non amministra patrimoni (e per fondati motivi!) per meglio aggirare il fisco, si ritrova a un dato momento in massa su una strada. 

Certo non per rivendicare un rimaneggiamento ministeriale, o una sesta repubblica esemplare quanto le precedenti di questo sporco sistema. Ma per darsi i mezzi per imporre la legge dei lavoratori, di tutt'altra natura rispetto a quelle delle ipocrite repubbliche borghesi che applicano con zelo la dittatura del capitale.

(Editoriale dei bollettini di fabbrica pubblicati dalla Frazione "l'Etincelle", 8 aprile 2013 )

Versione francese http://www.convergencesrevolutionnaires.org/spip.php?article2678

sabato 13 aprile 2013

UNA LETTERA SULLA GIUNTA GRILLINA A PARMA

UNA LETTERA SULLA GIUNTA GRILLINA A PARMA.

La Rete 28 Aprile ha pubblicato una lettera sulla Giunta grillina a Parma, inviata dal compagno Cristiano Antonino 

Parlare della Giunta Pizzarotti significa addentrarci a piedi nudi nella più grossa truffa elettorale degli ultimi vent’anni. Perché l’Elezione dei Cinque Stelle è stata accompagnata da una straordinaria speranza di partecipazione da parte di una grande parte dei parmigiani. Una speranza tradita come non mai da un’amministrazione che sta agendo in maniera speculare all’odiato (a parole) Governo Monti.

Un tradimento che è iniziato immediatamente, da parte di un gruppo di persone che diceva “Noi non siamo politici”, e le cui prime azioni sono consistite nel sistemare parenti ed amici: Marco Vagnozzi, che prima era “consulente presso il Gruppo assembleare regionale del Movimento 5 stelle” [1], è stato messo a forza a Presidente del Consiglio Comunale per garantirgli uno stipendio ed un lavoro che non avrebbe. Gabriele Folli, impiegato di un’azienda metalmeccanica, è diventato assessore all’ambiente perché leader di un’associazione che ha portato un pacchetto di voti a Pizzarotti (GCR). Cosi come le nomine di Cristiano Casa, Nicoletta Paci. E sorvoliamo anche sui famosi curricula [2], che dovevano essere la base su cui selezionare le persone: a Parma stiamo ancora attendendo la loro pubblicazione, che è avvenuta in modo parziale ed accuratamente censurata. Nessuno a Parma ha ancora capito su che base sia stata selezionata l’assessore alla cultura Ferraris, con i disastrosi risultati cui stiamo assistendo al Teatro Regio:il solo Festival Verdiano si è chiuso con un passivo da 650 mila euro a fronte di un investimento da 1 milione e 450 mila… fate un po’ voi! [3].

Sorvoliamo anche sui famosi Consulenti gratuiti, non pervenuti a Parma, ma che salutiamo caldamente. Meno calorosi invece siamo nei confronti dei più numerosi consulenti a pagamento, quei famosi articoli 90 e 110 [4] su cui sputavano fuoco e fiamme i Cinque Stelle prima di dover nutrire parenti ed amici.

Voliamo oltre alle polemiche odierne, e non approfondiamo il legame di grande amicizia che da molti anni lega Marco Bosi, portavoce in consiglio comunale dei Cinque Stelle, e Pier Paolo Mora, responsabile parmigiano di Casa Pound Italia (Mora che prima delle Elezioni indicò proprio come i grillini fossero l’unico partito quasi votabile del panorama parmigiano, dalle pagine di un settimanale parmigiano, Zerosette, il cui direttore diventerà poi casualmente anche l’attuale portavoce di Federico Pizzarotti). Evitiamo anche per questioni di tempo il tema della Democrazia Partecipata, che oramai ogni parmigiano ha compreso essere solo una tecnica aziendale di gestione e rimodulazione del dissenso.

Concentriamoci invece sul reale livello amministrativo dell’amministrazione Pizzarotti, sulle sue complicità, e sulla sua sovrapponibilità con il Governo Monti.

1) Come il Governo Monti l’assunto di base è uno stato debitorio insostenibile [5]. Che lo sia o meno. Dico che lo sia o meno perché i conti del Comune di Parma sono nebulosi ed astratti in barba ad  una millantata trasparenza. A Parma si è chiesto all’opposizione di votare il Bilancio Comunale senza visionare praticamente i conti delle Partecipate[6], le quali forniscono documentazioni spesso incomplete e prive di un qualsiasi Piano Industriale. Il Debito a Parma è mal definito perché DEVE essere alto: solo se è al limite del Default si possono giustificare quei tagli allo Stato Sociale cosi aggressivi ed indistinti che Pizzarotti sta portando avanti da tempo.

Una documentazione incompleta anche per occultare il comportamento di una Giunta Pizzarotti che vede il Sindaco e l'assessore al Bilancio Capelli mutuare comportamenti IDENTICI come pratiche e come finalità, a quelli adottati dalla precedente e inquisita Giunta Vignali, sia che si parli delle lettere di Patronage [7] che semplicemente ora non riguarda Spip (cui dedicherò un paragrafo a parte), sia che si parli di illeciti passaggi di denaro da una Partecipata all'altra (che se mi permetti è ancora illegale!) [8].
Chi ha protestato, come la ex dirigente di Stt Piermarioli (di nomina prefettizia, ci tengo a sottolineare che non era un'eredità del Pdl) è stato fanculizzato. A favore sempre ed immancabilmente non di qualcuno di più preparato, ma di un ignorante lacché obbediente agli ordini, leciti o illeciti. Sulle Partecipate in tal senso credo che l'avvocato Vento sia arrivato a 3 o 4 poltrone da Amministratore Unico.

Il tutto spesso con l’avvallo silenzioso di un’opposizione che talvolta approva perché parte della precedente amministrazione, e talvolta perché politicamente interessata a far risaltare una mala gestione dei predecessori del Pdl. Situazioni di speculazione politica ridicole (è evidente il livello amministrativo del Pdl: alcuni sono finiti in carcere, altri sono indagati…che c’è da capire?) che non giustificano in alcun modo i tagli che vengono perpetrati.

2) Se passa, come è passato, il messaggio che il Debito è da Default allora sono lecite o giustificabili le seguenti azioni:

- tagli non orizzontali [9] ma sperequativi dei Servizi Sociali, prima erogati gratuitamente alle Fasce più Deboli, soprattutto quelli agli Anziani, letteralmente sfrattati da alcune strutture [10] messe in vendita da Pizzarotti. I grillini a Parma stanno vendendo scuole, asili e case di riposo [11]. E stanno applicando una impietosa Spending Review in salsa parmigiana.

- sospensione (o cancellazione, chissà) del cosiddetto Quoziente Parma [12], un sistema integrato di dati fiscali che permetteva ai cittadini di Parma di pagare i Servizi Sociali sulla base delle proprie condizioni di vita. La giustificazione dell’assessore Rossi è stata che i servizi sociali costano. Vorremmo farle sapere che lo sapevamo già, e che lei è uno di quei costi: che provveda a guadagnarsi il panino, invece che cazzeggiare. Il Sociale non può e non deve essere percepito come un costo, perché è il perno su cui si costruisce una Società Civile.

- Alienazione di strutture pubbliche, messe all’asta con prezzi ridicoli in un momento di depressione storica, quando non palesemente svenduti a creditori con risibili artifici contabili [13], che peraltro sono oggetto delle attenzioni della Corte dei Conti.

- Vendita dei Beni Comuni, dall’ Acqua Pubblica alle azioni di Iren. Quest’ultimo punto merita una particolare attenzione, perché racconta il reale grado di inserimento dei grillini in talune tematiche, percepite come semplici trampolini per una poltrona politica.

Nella Previsionale di Bilancio 2013-2016 hanno inserito persino la vendita dei pozzi (e quindi non solo delle tubature), mediante l’inserimento nel Piano di Alienazioni delle società partecipate Ascaa e Emiliambiente [14]. Se un consigliere comunale PD (Massimo Iotti), ed un militante del Pcl (Cristiano Antonino, modestamente) non si fossero accorti di cosa volevano in modo truffaldino svendere noi avremmo mandato all’asta l’acqua. Scoperto, l’assessore Folli ha sedato le proteste del Comitato Acqua Pubblica parlando di “un equivoco interno al Comune” [15], come se mettere in vendita aziende partecipate fosse una cosa che può capitare distrattamente.

Altri Beni Comuni hanno avuto minore fortuna: è il caso delle azioni Iren, la partecipata in cui il Comune di Parma detiene il 6,8%, di cui Pizzarotti ha consentito dapprima un pignoramento parziale da parte di talune banche e successivamente la messa in vendita a copertura del Bilancio di una megaholding comunale, STT.

L’unico ostacolo alla vendita è stata la clausola ereditata dai grillini con Iren di una non dismissione delle quote prima del 2015. Cosi per ora vengono solo date in pegno [16]. Racconta molto dell’ambientalismo grillino, rispetto alla nostra Acqua, ai nostri Rifiuti, al nostro Gas, alla nostra Energia Elettrica. Da notare anche come sia un autogoal economico, oltre che un favore agli amici banchieri del grillino Pizzarotti: è grazie ai 4,8 milioni di euro dei dividendi Iren che il Comune di Parma non è finito gambe all’aria quest’anno.

Tutta una serie di manovre sottese a garantire, o meglio ad ipergarantire, un Sistema Bancario che è stato correo nella creazione del disastroso quadro economico parmigiano. Ne è una prova il caso Spip, che del buco delle Partecipate è il caso più eclatante: Spip rappresentava circa 108 dei 670 milioni di Debito diretto o indiretto del Comune di Parma. Un crac, quello di Spip, che vede tra gli indagati anche alcuni ex amministratori di Parma. Questi hanno potuto operare anche grazie a procedure bancarie sulla cui legittimità la Magistratura ha indagato a lungo, come per esempio delle inconsistenti lettere di Patronage, una delle quali firmate dall’ex sindaco Elvio Ubaldi (anch’esso a processo).

Poteva Pizzarotti mandare a fallimento una Partecipata cosi intossicata da illecite pratiche politiche, procedura che peraltro avrebbe azzerato i conteggi giudiziari per la conclusione del processo, che pare avviato alla prescrizione. Ed invece no: ha offerto un piano di concordato, che significa oltre alla già citata prescrizione per eventuali responsabili, anche un esborso di soldi pubblici da circa 60-70 milioni (nessuno ha avuto la possibilità di vedere l’offerta fatta all’assemblea dei creditori) di euro. Offerta che peraltro è stata cassata l’8 febbraio dagli stessi creditori, visto che il Comune non ha erogato nemmeno la tranche natalizia da 2,8 – 5 milioni (anche qui le cifre ballano a seconda tu senta il Comune o i creditori).

Pizzarotti ha voluto fin da subito salvare questa Partecipata [17] nonostante il Concordato implicasse innanzitutto evitare agli Imputati l'accusa di Bancarotta Fraudolenta (che ora grazie alla Procura hanno, e godo, cazzo!) e dall'altro significasse imporre alla città tagli spaventosi a Rette degli Asili, servizi ai Disabili, Taglio di alcune voci in busta paga dei Dipendenti Comunali e via dicendo. E chiunque protestasse è stato letteralmente linciato dai commentatori grillini, al punto che il segretario di Funzione Pubblica a Parma, Sauro Salati (non esattamente un pasdaran, per capirci) alla fine ha dovuto definire il comportamento dell'amministrazione per ciò che era: Squadrismo. Cioè bugie (plateali) davanti alle videocamere, richiami a colloqui privati dei dipendenti, in assenza dei Sindacati, che intendano bypassare [18]. Con questa reazione (vedi link video [19]).



Pizzarotti si è nascosto dietro alla necessità di tutelare i Fornitori, che significano Lavoratori, ma dei 108 milioni di euro del Crac Spip solo una decina vanno ad aziende, ed il resto va alle 15 banche d’appoggio, come ben denunciato dalla Commissione Audit [20] che pure per un lungo periodo ha guardato con pazienza e tolleranza Pizzarotti.

Tutte queste azioni hanno alienato la simpatia reale dei parmigiani verso questa amministrazione, che è oramai percepita per ciò che è, e cioè la diretta prosecuzione economico/finanziaria della precedente. Con viva delusione dei Comitati e delle Associazioni, spiazzate da un cosi rapido amore per la poltrona dei Grillini parmigiani.
A fronte di questo modo di agire, credi forse che Pizzarotti abbia preso una singola iniziativa che fosse sperequativa e volta a far pagare di più a chi ha di più? No, nemmeno una: non si è avvalso di nessuna deroga del Patto di Stabilità nel Sociale, e nemmeno della possibilità di introitare il 100% dell’evasione fiscale che ora rimane totalmente in carico ai Comuni. Nessuna iniziativa ha tutelato le fasce più deboli, al netto delle chiacchiere. Solo vaghi e maldefiniti intenti cui non è mai conseguito nulla. Per non indispettire gli amici di destra e tra gli Industriali, sosteniamo in molti, qui a Parma.
Un ambientalismo fatto di chiacchiere e poco altro, in cui i permessi per entrare in città costano 10 euro, perché sia ben chiaro a chiunque che se hai i soldi non è che inquini poi tanto.

Se è vero che Parma è stata laboratorio politico di una parte d’Italia, lo è anche oggi che Pizzarotti agonizza, vittima di sé stesso, e del proprio leader.
Pizzarotti ha vessato un'intera città per potersi vantare di aver approvato il Bilancio prima di tutti. Chiunque si opponesse è stato oggetto della violenza grillina, che è stata sia mediatica che in termini di mobbing vero e proprio. Il tutto per accantonare soldi che sono andati per la maggior parte a gruppi bancari, e grandi aziende edili. Intendiamoci, Giorgio(Cremaschi ndr): i pagamenti alle aziende sono un'ottima cosa se si alternano all'erogazione di nuovi lavori sul territorio. Altrimenti sono quei giochini di merda (scusa il francesismo) con i quali si fanno giungere soldi alle banche in modo indiretto. Un esempio pratico? Volentieri: una quota importante degli 82 milioni di euro accantonati in conto capitale dal Comune a Cinque Stelle sono finiti ad aziende come Unieco e Coopsette, che hanno portato i libri in Tribunale a Reggio. In pratica sono soldi buttati, o quasi. E non si sono trovati 250 mila euro per i bambini in connotazione famigliare tale da rientrare nel Quoziente Parma (una armonizzazione delle graduatorie Isee).



Se vorrai altro materiale questi sono i canali Youtube mio personale e del Pcl Parma: senti il materiale a tua disposizione.



Molti Compagni nelle fabbriche votano Movimento Cinque Stelle? Già, sticazzi: finché non sei governato, dal M5S è facile...pare un Eldorado. E' quando si sei dentro, e delibera dopo delibera ti rendi conto che è semplicemente una fottuta Lobby all'americana per la manipolazione del consenso e per la re-distribuzione di incarichi, consulenze e stipendi che diventa meno bello essere governati dai grillini.

Ti faccio presente che non ti ho raccontato nemmeno un quinto (puoi credermi) delle porcate che hanno combinato qui a Parma. E tutte hanno lo schema che ti ho prefigurato con Spip:

a) noi DOBBIAMO fare una cosa, qualsiasi essa sia!
Es: non dobbiamo far fallire Spip, altrimenti andiamo in downgrade bancario [21]

b) Chi si oppone, a qualsiasi titolo è un ideologico, un lottizzato, o un superficiale disinformato [22].

c) Se va storta e accade esattamente il contrario di ciò che avevano promesso non è che avessero ragione quelli che prima sono stati sminuiti, sviliti, smerdati: hanno comunque ragione loro"

Es: Spip non doveva fallire, pena il downgrade (come avrai letto). Tutta la città (audit, Pcl, Pd, Funzione Pubblica, Associazioni) a dirgli "ma che cazzo dici?". Spip fallisce per decisione della Procura. Reazione [23]

Comunque Giorgio (Cremaschi ndr): è veramente inutile appartenere al No Debito o organizzare un No Monti Day e avvallare i grillini, di cui Pizzarotti rappresenta la punta di diamante. E non perché lo dico io...perché lo dicono loro.

Scrivere non è la mia forma di comunicazione...spero che guarderai con pazienza alla mia sintassi di fotografo, e di essere riuscito a spiegarti quanto Pizzarotti sia significato aggressione violenta ai miei concittadini, sia per le sue scelte politiche sia per le tecniche aggressive con cui qui gestiscono il dissenso. Qualcosa di vergognoso, che avviene essenzialmente per l'assurda convinzione diffusa che i grillini, in quanto inesperti, siano facilmente manovrabili. Nella realtà sono estremamente tattici, molto incisivi e abili a prendersi tutta la torta

Cristiano Antonino 

09/04/2013

NOTE:



[13] leggasi STU Pasubio  http://bit.ly/10rHCmz