sabato 13 ottobre 2012

GRECIA] UNA NUOVA ASCESA DELLA CLASSE OPERAIA


[GRECIA] UNA NUOVA ASCESA DELLA CLASSE OPERAIA

Primo sciopero generale contro il recentemente eletto governo di Samaras




La classe operaia e le masse popolari di tutti i paesi capitalisti sovraindebitati – denominati , con arroganza, “PIGS” dal capitale finanziario internazionale e dalle cancellerie imperialiste – si trovano ora sotto una ribellione popolare incontrollabile. Uno tsunami di rabbia popolare contro le misure di cannibalismo sociale imposte dall’FMI e dall’UE travolge tutto il sud dell’Europa. Negli ultimi giorni, centinaia di migliaia di lavoratori stanno inondando le piazze di Lisbona, Madrid, Barcellona, Atene e, anche Roma. 
Con la Grecia in bancarotta, i nuovi tagli draconiani per un valore tra i 10,5 e i 13,5 miliardi di euro - che si realizzeranno su salari, pensioni, prestazioni sociali, servizi sanitari e educativi; l’elevamento dell’età di pensionamento da 65 a 67 anni, oltre ad enormi nuove tasse contro la piccola borghesia – gravano sulle spalle di un popolo devastato dalla troika UE-BCE-FMI e dal suo strumento locale: la coalizione di governo recentemente eletta. Questo governo – chiamato, a ragione, dal popolo greco, “la troika interna” - è costituito dal partito di destra Nuova Democrazia (diretto da Samaras), dai resti del “socialista” PASOK e da Sinistra Democratica-Dimar (un’ala destra del gruppo eurocomunista, che si è separato nel 2010 dalla riformista Syriza). 


Mentre le classi dirigenti si preparano ad usare nuovamente l’arma della distruzione massiccia – il Memorandum 2, legato al secondo riscatto, che comprende ufficialmente tagli per 10,5 miliardi di euro ( e che in realtà saranno molti di più, circa 13,5 miliardi di euro e, secondo fonti tedesche, fino a 20 miliardi di euro!) - , è appena scoppiato un nuovo scandalo finanziario che ha fatto infuriare la popolazione. Tre ex ministri del partito al governo Nuova Democrazia, compreso l’attuale presidente del Parlamento, Meimarakis Vangelis sono accusati di riciclaggio di denaro per 10,5 miliardi di euro tra il 2005 e il 2008; (cioè fino alla bancarotta non ufficiale dell’economia greca) quasi la stessa quantità dei nuovi tagli ai salari, pensioni e all’assistenza ai disabili! 


Il nuovo governo è già politicamente screditato e ha perso ogni legittimità; rinnega tutte le sue promesse preelettorali riguardo una “rinegoziazione dei termini del Memorandum” e sta affondando in uno scandalo dietro l’altro.Lo sciopero generale convocato per il 26 settembre – con gran ritardo e solo per 24 ore - dalle due confederazioni burocratiche . GSEE e Adedy – alle quali si aggiunse il Pame frazione sindacale del KKE stalinista -, come anche le federazioni più militanti, dei sindacati classisti e delle organizzazioni dell’estrema sinistra, è stato un trionfo inaspettato – tanto per gli amici che per i nemici della classe operaia. Malgrado il sabotaggio della burocrazia sindacale – l’unico appello alla mobilitazione da parte delle direzioni di GSEE/Adedy è stato fatto attraverso uno spot televisivo, due giorni prima dello sciopero! – e l’apparente “calma” estiva, il paese si è paralizzato. Hanno avuto luogo grandi manifestazioni non solo ad Atene, ma anche nelle principali città della Grecia da Salonicco, al nord, a Volos , al centro, a Patrasso, ovest, ed Eraclea e Creta al sud). 


Alla manifestazione di Atene , secondo il giornale britannico The Guardian – hanno partecipato circa 200 mila lavoratori. In prima fila, c’era un enorme contingente di attivisti che lavorano nelle amministrazioni locali devastate dai tagli. Dietro, seguivano le federazioni militanti, i sindacati classisti – particolarmente forti nei settori della sanità e istruzione -, Syriza, Antarsya, EEK, come anche organizzazioni di estrema sinistra e anarchiche. 


La stalinista Pame/KKE ha radunato circa 40 mila lavoratori. Ha convocato prima (come al solito) il proprio raduno separato in piazza Omonia, una marcia separata fino a Syntagma, dopodiché si è affrettato a disperdersi prima di incontrarsi a Syntagma con la manifestazione principale delle altre organizzazioni e sindacati. Centinaia di persone si sono unite alla bandiere dell’EEK, compresa una delegazione di lavoratori di una delle maggiori fabbriche del paese (Aluminum Hellas ), con la propria bandiera, insieme alle bandiere delle assemblee popolari dei quartieri proletari, del movimento sociale dei terapisti e degli ex tossicodipendenti, del Dipartimento delle Dipendenze dalla Droga dell’Ospedale Pubblico Psichiatrico dell’Attica, con la sua impressionante orchestra di tamburi, solo per citarne alcuni. Altri importanti contingenti simili dell’EEK hanno marciato a Salonicco, Volos, Patrasso e in altre città. 


C’è un segnale notevole di radicalizzazione: nei 17 scioperi precedenti – di 24 o di 48 ore – degli ultimi tre anni, la parola d’ordine del EEK (trasformare uno o due di queste giornate di mobilitazione in uno sciopero generale a tempo indeterminato fino alla sconfitta delle misure di austerità imposte dal Memorandum e fino al rovesciamento del governo della troika) era seguita solo da una piccola minoranza. Ora, il 26 settembre, un ampio settore degli scioperanti in marcia – sindacati, come lavoratori dell’amministrazione locale, degli ospedali, delle fabbriche occupate e autogestite Viometal (Salonicco); la Centrale Indipendente degli Operai in Lotta (Volos); le assemblee popolari (quartiere Petralona e altri) – l’hanno adottata all’unanimità e con entusiasmo, nelle proprie assemblee generali, come propria linea politica e hanno manifestato su questa base. 


Lo sciopero generale del 26 settembre ha significato un grande avanzamento dopo la stasi postelettorale. Dopo le elezioni di giugno si è notata una delusione dovuta ai risultati: la vittoria di Samaras e della formazione di governo pro Memorandum, cosi come anche un crescente scetticismo nei confronti di Syriza, che agisce come un’opposizione ufficiale “leale”, che si sposta rapidamente a destra e che insiste con il suo orientamento dentro il quadro dell’UE e della sua lealtà alle “istituzioni” dell’ordine sociale esistente. 
Altri avvenimenti hanno rafforzato questo scetticismo: il programma economico sociale – più moderato e pro UE – presentato da Tsipras a Salonicco agli inizi di settembre, o il suo incontro con Shimon Peres – il presidente di Israele – durante la recente visita del leader sionista in Grecia, allo scopo di costruire una ancor più forte nuova alleanza strategica tra Tel Aviv, Atene e Nicosia. 


I nazisti 


La forza politica più attiva dopo le elezioni è stata Alba Dorata, un fenomeno controrivoluzionario che la sinistra greca ed internazionale – ipnotizzata dalla crescita di Syriza – ha ignorato o sottovalutato per un lungo periodo. Alba Dorata non è come gli altri gruppi di estrema destra in Europa, ma è un partito fascista o, meglio, una squadraccia che agisce allo stesso modo dei suoi predecessori nella Germania di Hitler. Dopo aver ottenuto il 7% di voti e la rappresentanza parlamentare – con l’immunità parlamentare -, negli ultimi tre mesi le truppe d’assalto hanno intensificato i loro pogrom sanguinosi ogni giorno e ogni notte, principalmente contro gli immigrati, ma anche contro i militanti di sinistra, gli omosessuali ed i tossicomani, tra gli altri. Comprese le persone disabili, che considerano come una “minaccia per la razza greca”.  Hanno la piena protezione della polizia – il 53% di essa ha votato per Alba Dorata -, dello Stato e del governo di Samaras, il quale, anche, compie i propri pogrom – con la collaborazione dei picchiatori nazisti - contro gli immigrati, e che istituisce per legge campi di concentramento per questi rifugiati economici. I nazi, demagogicamente, cercano di creare reti sociali di aiuto materiale “solo per i greci” e di penetrare nei quartieri popolari. Recentemente, due membri di Alba Dorata nella Laconia sono stati pescati a preparare attentati terroristici e sono stati rilasciati dalla polizia. Hanno strette connessioni con l’Esercito e con le associazioni degli ufficiali riservisti, che fanno propaganda per il ritorno agli “anni di prosperità e pace” della dittatura della Giunta dei Colonnelli (1967-74) imposta dalla CIA. È ovvio che dietro loro stanno i settori del grande capitale e degli organismi imperialisti. 


La maggioranza della sinistra - parlamentare ed extraparlamentare -, sebbene inorridisca per questo aumento della violenza, si limita alla retorica antifascista e ad alcune manifestazioni. Syriza, il KKE o i movimenti antirazzisti della SEK (vicini all’SWP britannico), Antarsya e la DEA (vicini alla ISO degli Stati Uniti) dentro Syriza insistono per utilizzare esclusivamente i mezzi legali pacifisti e rifiutano, con orrore, le proposte dell’EEK e di pochi altri di formare squadre di difesa operaia, come parte di un fronte unico delle organizzazioni operaie, e di sviluppare un programma rivoluzionario per sradicare le radici sociali del fenomeno. 


Tre mesi dopo le elezioni, mentre i partiti ed il governo perdono rapidamente la propria base elettorale, Syriza non registra alcun aumento significativo dovuto a questo abbassamento. Al contrario, Alba Dorata – secondo i sondaggi – sale alla posizione di terzo partito più popolare. In tre differenti sondaggi, Nuova Democrazia è tra il 19 e il 24 % (30 % a giugno); Syriza tra il 20 e il 23 % (27% a giugno); Alba Dorata, tra il 9 e il 12% (7% a giugno). Gli altri partiti, come i disintegrati Pasok e Dimar, restano indietro e lo stalinista KKE che sta all’ultimo posto tra i partiti parlamentari, ha tra il 3,5 e il 4%. 
Mentre i burocrati e i centristi accusano i lavoratori per “l’assenza di militanza”, le mobilitazioni di grandi dimensioni nello sciopero generale del 26 settembre e prima : il 6 settembre si è tenuta una forte marcia di 30-35 mila manifestanti a Salonicco contro la troika e le politiche governative – dimostrano la preparazione per la lotta della classe operaia, dei disoccupati – specialmente dei giovani, tra i quali c’è il 55% di disoccupati – delle masse impoverite delle città e della campagna. 
Però i governanti della Grecia, della Spagna, del Portogallo, dell’Italia e dell’insieme dell’Europa non dimenticano nulla, non perdonano nulla e non imparano nulla. Il governo di Samaras presenterà molto presto in Parlamento il barbaro programma della troika. I sindacati stanno preparando un nuovo sciopero generale, probabilmente per la prossima settimana. 


Molti sindacati classisti, compresi i militanti dell’EEK stanno tenendo riunioni per discutere un piano d’azione e il modo di trasformare la mobilitazione in uno sciopero generale ad oltranza fino alla vittoria, immediatamente dopo lo sciopero generale del 26 settembre. 

Atene, 28 settembre 2012



Savas Michael - Matsas (EEK - Partito Rivoluzionario dei Lavoratori - Sezione greca Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale-CRQI)







Traduzione a cura della sezione Pcl Sassari

mercoledì 3 ottobre 2012

AUMENTA LA CRISI - AUMENTA LA LOTTA


AUMENTA LA CRISI 
AUMENTA LA LOTTA  

La crisi irreversibile del capitalismo dimostra tutta la sua natura reazionaria volta da un lato a tutelare gli interessi delle grandi banche e grandi industrie dall’ altro a sacrificare migliaia di lavoratori che alla fine si ritrovano senza lavoro e senza diritti.
Solo nel territorio campano, importanti vertenze come la Fiat e la Fincantieri stanno a dimostrare il totale fallimento e la totale incapacità da parte delle forze politiche e sindacali di centrodestra e centrosinistra nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro a rischio.

Gli esempi di questi giorni sono testimoniati dalle febbrili azioni di lotta con assemblee partecipate e blocchi stradali indette degli operai di Pomigliano e di Castellammare di Stabia che segnano , dopo un lungo letargo, un piccolo passo di risveglio graduale  contro politiche antioperaie condotte dal ceto padronale. Entrambi gli stabilimenti rischiano un periodo di agonia che può concludersi, a meno di forti resistenze operaie, con le chiusure degli stessi.

La situazione del cantiere stabiese della Fincantieri è emblematica; l’alternanza fra false promesse e nuovi inganni ad un ritmo sempre più alto  sta scatenando le proteste e le ire degli stessi lavoratori Fincantieri ma anche della grande massa di lavoratori impiegata nell’ indotto. Qualcuno sicuramente ricorderà quello più grave, quando esponenti politici  (il sindaco Bobbio e la pseudo opposizione liberalriformista)  e sindacali (Cisl-Uil-Ugl)  brindavano nel Dicembre 2011 al rinnovo della cassa integrazione fino al 2013, fra parentesi in scadenza, con il successivo passo della messa in mobilità per 1243 operai fra i cantieri di Sestri Ponente (Ge) e Castellammare.
L’ennesimo tavolo concertativo del 25 Settembre fra azienda, Governo, Regione Campania, Comune di Cmare, sindacati ed autorità portuali, ha fatto prima sperare in una ingenua fiducia riposta a questi organismi e successivamente  ha decretato un fumoso piano con progetti pseudo esistenti e smentite dall’azienda in merito alla inutilità per la costruzione del bacino di carenaggio; su questo punto vorremmo soffermarci un attimo per ricordare ai lavoratori, credenti o meno in questo progetto, innanzitutto la falsità di questo progetto che abbiamo sempre denunciato; infatti il Protocollo d’Intesa, come arma di propaganda, di forze politiche di centrodestra e centrosinistra, era annunciato come il “piano di salvezza” per il futuro del  cantiere dove si prevedeva di realizzare il fantomatico nuovo bacino di carenaggio. La realtà ci dà  il suo tragico epilogo; un piano, facciamo notare, che non avrebbe mai visto la luce dato l’ ingente deficit della Regione Campania che ammonta a 15 miliardi di euro.   
Ma alla fine che decisioni reali  sono state adottate in questo incontro? Nessuno lo sa ancora con certezza, visto che si è stabilito di rinviare ulteriormente il tutto al prossimo tavolo istituzionale che si terrà a Roma il prossimo 10 Ottobre. Tutto quel poco che si è discusso, da parte dei responsabili dell’accordo di Dicembre 2011, è ruotato intorno a  nuove piccole commesse di navi fluviali (di cui non si è fatta minima menzione della consistenza\verità dei progetti) mediante l’utilizzo di una immaginaria nave semi-sommergibile (un piano del resto vago se si considera un anno di falsa discussione, progettazione e di innumerevoli costi per il bacino) che tradotte le parole dei vertici aziendali danno ulteriore agonia ad una prospettiva di chiusura dello stabilimento quando si annuncia spudoratamente il ridimensionamento che colpirà fortemente circa 250 lavoratori, comprendendo oltre coloro che vivono nell’indotto con la cassa integrazione scaduta.

A proposito di salvataggi, gli operai Fiat ricorderanno benissimo quei salvatori politici (Pdl,Pd,Udc) e sindacali (Cisl,Uil,Ugl) che sostenevano e sostengono ancora gli  esiti del disastroso Piano Marchionne che, dalle parole dello stesso manager, oggi mette in seria discussione il futuro occupazionale per migliaia di lavoratori del gruppo Fiat.

A tutti questi lavoratori diciamo fortemente che è tempo di reagire, di lottare e di unificare le lotte! Nessuna vertenza deve essere isolata, solo l’organizzazione della classe operaia attorno ad un fronte unico, attraverso gli strumenti storici di difesa a partire da scioperi, occupazioni, assemblee,comizi può strappare veri risultati. È ora  di vedere la borghesia, in testa al Governo Monti, perdente e distrutta su tutta la sua linea di austerità e sacrifici. Solo  la forza dell’unione di migliaia di lavoratori può condurre al capovolgimento di un esito a favore di questi ultimi. È  necessaria una storica vittoria del proletariato per non decadere nuovamente nelle barbarie .

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte doverosamente per la causa operaia e spende tutte le sue forze per l’unità di questo fronte di lotta.