giovedì 20 settembre 2012

PRONTI AD ACCOGLIERE “ESTELLE”, PRONTI A SPINGERLA VERSO GAZA!


PRONTI AD ACCOGLIERE “ESTELLE”, PRONTI A SPINGERLA VERSO GAZA!

Anche nel 2012 la Freedom Flotilla, coalizione internazionale che ogni anno (dal 2010) cerca di raggiungere le coste di Gaza allo scopo di rompere il blocco marittimo/militare imposto alla striscia dall’assassino stato di Israele, ha lanciato la propria sfida!

“Estelle” è il nome del veliero partito a giugno dalla Svezia che tenterà di raggiungere (ad ottobre) Gaza City dopo aver praticamente circumnavigato l’Europa. Sono infatti già state numerose le tappe della nave: Norvegia (Oslo), Francia (Douarnenez), Paesi Baschi (San Sebastian, Bermeo), Spagna (Alicante, Barcellona). Ad ogni porto, in ogni città, Estelle è stata accolta dall’entusiamo di centinaia di attivisti, i quali hanno voluto manifestare tutta la propria solidarietà politica, ma in questo caso anche una forte vicinanza umana, nei confronti di un equipaggio che rischia moltissimo, visto che nel 2010, durante il primo tentativo della Freedom Flotilla di arrivare a Gaza, lo stato israeliano, attraverso i suoi soldati, non ha esitato ad attaccare (in acque internazionali!) le navi, arrestando centinaia di attivisti e addirittura uccidendone undici (crimine, ovviamente, restato impunito, con il beneplacito di tutta la comunità internazionale borghese).
Dal 4 al 6 ottobre protagonista della lotta contro il genocidio del popolo palestinese sarà il porto di Napoli, che costituirà l’ultima tappa di Estelle prima di salpare alla volta di Gaza City.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, parte attiva del coordinamento “Napoli per Estelle”, è impegnato nell’organizzazione della 3 giorni (i 3 giorni in cui il veliero resterà a Napoli, 4-6 ottobre) di solidarietà con il popolo palestinese contro il regime di apartheid che Israele, con il pieno e incondzionato sostegno (spesso armato) delle “democrazie occidentali” e il tacito permesso delle direzioni borghesi dei paesi arabi, porta avanti da più di 60 anni nella terra di Palestina.
Facciamo sì che dal coraggio degli attivisti internazionali della freedom Flotilla riparta più forte di prima il movimento internazionale in sostegno della causa palestinese! Il Partito Comunista dei Lavoratori s’impegna ad essere parte attiva di questo movimento:

Per la sconfitta del sionismo e dell’imperialismo
Per la mobilitazione delle masse arabe contro Israele e i Paesi imperialisti d’occidente
Per la netta opposizione ai fallimentari regimi borghesi e piccolo-borghesi dei Paesi arabi
Per una Palestina libera, laica e socialista
Per una federazione socialista del Medio Oriente e del Nord Africa.


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venerdì 14 settembre 2012

VIA MONTI – GOVERNO DEI LAVORATORI



VIA MONTI – GOVERNO DEI 

LAVORATORI



Dopo aver distrutto le pensioni d'anzianità e l'articolo 18, il governo Monti e i suoi ministri milionari affondano il colpo contro i dipendenti pubblici, la sanità, i servizi. La ragione è una sola: ottenere in sede europea la garanzia di una nuova possibile ricapitalizzazione delle banche italiane (oltre i mille miliardi già avuti in regalo) e un possibile acquisto straordinario di Titoli di Stato (oggi posseduti dalle banche). Non è che il governo “non fa pagare i sacrifici anche ai ricchi” come qualcuno piagnucola a “sinistra”. E' che i banchieri e gli industriali sono i diretti mandanti e beneficiari della politica del governo: che è in realtà il loro comitato d'affari, col sostegno di PD, PDL, UDC.Così è in tutta Europa.

L'Unione Europea è solo l'Unione dei capitalisti europei contro i lavoratori di tutta Europa. Il famoso Fondo Salva Stati su cui si accapigliano è solo una cassa di mutuo soccorso tra banchieri europei. Ogni Stato e ogni governo fa il maggiordomo dei propri capitalisti e dei propri banchieri nel negoziato con gli altri governi. E tutti presentano il conto ai propri lavoratori, con l'argomento che ...“ciò accade anche nel paese vicino”.E così molti lavoratori si convincono che la crisi, in quanto internazionale, è una peste naturale che si può solo subire. E' falso! Questa crisi è solo il fallimento internazionale del capitalismo e di ogni pretesa di riformarlo. Semplicemente,  in tutta Europa, industriali e banchieri cercano di far pagare la bancarotta del capitalismo alla maggioranza della società.E' necessario ribellarsi a tutto questo, con una radicalità pari a quella dei capitalisti. E' necessario unire tutte le lotte in una lotta sola.

Solo unendo oggi il mondo del lavoro in ogni Paese contro i propri sfruttatori e il loro governo, sarà possibile unire domani i lavoratori di tutta Europa contro l'Unione dei capitalisti europei. Per costruire, in ogni Paese e su scala europea, una nuova società, liberata dal profitto e governata dai lavoratori: gli Stati Uniti Socialisti d'Europa. Ma per far questo bisogna liberarsi dei tanti miti con cui si è cercato e si cerca, da decenni, di ingannare i lavoratori. Quanti inganni per i lavoratori italiani! Il mito del capitalista miliardario, che in quanto miliardario “salva l'Italia” (Berlusconi). Il mito truffaldino della Lega… “ladrona”. Il mito di un possibile “governo amico” di centrosinistra, esteso oggi a... Casini, cui si candida Nichi Vendola, nella speranza di un ministero. Ma anche il mito dell'ex magistrato Di Pietro (e del suo partito delle Procure), che dopo aver varato da ministro le peggiori leggi contro il lavoro, cerca oggi il consenso dei lavoratori. O il nuovo mito del guru milionario Beppe Grillo, che dall'alto delle sue ville, difende gli evasori “a cinque stelle” di Cortina, e con essi il proprio mondo di riferimento e di vita.Bisogna scrollarsi di dosso questa montagna di inganni.

I lavoratori possono e debbono recuperare la fiducia nella propria forza, che è l'unica vera arma di cui dispongono. E conquistare la coscienza di poter rovesciare la dittatura degli industriali, dei banchieri, dei loro partiti o cortigiani: prendendo il potere politico nelle proprie mani.Solo un governo dei lavoratori può realizzare una vera alternativa: abolendo il debito verso le banche, nazionalizzandole sotto il proprio controllo, espropriando le aziende che licenziano e inquinano, ripartendo fra tutti il lavoro in modo che nessuno ne sia privato, abolendo le leggi vergogna sul precariato, organizzando un grande piano di opere sociali che crei nuovo lavoro per tutti.E' necessario unire tutte le lotte di resistenza e ricondurre tutte le rivendicazioni immediate del mondo del lavoro a questa prospettiva rivoluzionaria.

Il Partito Comunista dei Lavoratori è impegnato, in ogni lotta, nella costruzione di questa prospettiva.



sabato 8 settembre 2012

Solo l’occupazione e requisizione della fabbrica può salvare i posti di lavoro




Solo l’occupazione e  requisizione della fabbrica può salvare i posti di lavoro




Compagni e fratelli lavoratori dell’Alcoa, il PCL sostiene la vostra lotta ma mette in guardia dalle truffe, dagli inganni e dalle sempre più inutili perdite di tempo. Quella della Glencore, o di altri eventuali acquirenti privati non è che l’ennesima truffa. La verità è che il governo si sente alle strette e non avendo soluzioni da offrire cerca solo di prende tempo con i tavoli e le “proposte” di acquirenti privati per portarvi al logoramento. L’esperienza della classe operaia sarda dei poli chimico e tessile del nord e centro Sardegna dimostrano quanto realistiche e degne di fiducia siano le proposte di acquirenti privati: oggi lì è tutto chiuso!
Basta! L’unica soluzione è lottare per la requisizione immediata della fabbrica e la sua nazionalizzazione senza indennizzi da parte dello Stato centrale o della regione Sardegna, e la sua gestione insieme a tutto il settore industriale del Sulcis sotto il controllo democratico diretto dei lavoratori del Sulcis. 


In questa situazione l’aver accettato di iniziare lo spegnimento delle celle è stato un errore. Così come è assolutamente inutile continuare con atti dimostrativi, dolorosi e inutilmente nocivi per i lavoratori, come salire su torri, ciminiere e tetti, perché non impietosiscono i nostri governanti ed i padroni! I cuori di questi cinici avvoltoi è gelido e torbido come i profitti e gli intrallazzi che fanno sulla pelle e con il sangue dei lavoratori e degli sfruttati sardi e delle altre nazioni. 


La prima soluzione interrompere immediatamente lo spegnimento delle celle e occupare subito la fabbrica Alcoa e tutti gli altri stabilimenti indispensabili alla produzione dell’alluminio, a partire dalla centrale Enel che alimenta le fabbriche, per continuare a mantenere in piedi la produzione sotto la gestione diretta dei lavoratori stessi. Questo è il primo passo per mantenere in vita la fabbrica e tutto il settore produttivo che vi gravita. Da questo primo passo indispensabile, bisogna estendere immediatamente la lotta per imporre la nazionalizzazione senza indennizzi e sotto il controllo dei lavoratori della fabbrica e dell’intero settore produttivo dell’alluminio, ad opera dello stato centrale o della regione Sardegna. Ogni altra soluzione serve solo a farvi perdere tempo, logorarvi e portavi alla morte nel modo più indolore e meno faticoso per il governo ed il padrone. 


Non sarete isolati in questa lotta perché avrete l’appoggio immediato della classe operaia e del popolo del Sulcis ed in breve anche quello della classe operaia e del popolo sardo che in questa vostra presa di posizione vedrebbe una soluzione realistica, dopo anni di illusioni, anche per la propria situazione. Anche gli operai delle fabbriche del continente che stanno chiudendo o vengono smantellate per effetto della crisi, guarderanno con sempre maggiore fiducia unendosi alla vostra lotta e alla vostra soluzione per la requisizione, se solo avrete il coraggio e la forza e la fede di portarla avanti. Il sindacato, inoltre, ha tutti i mezzi per mettere a disposizione il sostegno materiale e la forza di tutta la classe operaia dello stato italiano se solo vuole utilizzarli. 


Non fatevi ingannare dai discorsi che dicono che non ci sono i soldi per nazionalizzare le fabbriche. I soldi ci sono e sono quelli che il governo dei professori e dei banchieri sta usando per salvare le banche dalla crisi che hanno esse stesse causato. E sono soldi dei lavoratori sardi e dello stato italiano! Si tratta solo di decidere come usarli: per salvare i profitti o per salvare la produzione ed i posti di lavoro. 
Lavoratori Alcoa, non fatevi rubare altro tempo inseguendo fantasmi o false soluzioni, perché ogni giorno che passa e ogni sconfitta che si subisce rende sempre più difficile la possibilità di rialzarsi e vincere la lotta



A cura del Pcl Sardegna