La crisi economica
acuisce sempre più le condizioni materiali di migliaia di lavoratori,
disoccupati, precari, studenti che stanno pagando il prezzo più alto della
crisi attraverso duri attacchi salariali, lo smantellamento dei contratti
collettivi e la perdita di innumerevoli diritti a partire dall’articolo 18 fino
ad arrivare al diritto di sciopero.
La Confindustria e le
grandi banche esigono immediatamente che il prossimo governo PD-PDL, in
continuità col governo Monti, foraggi grandi imprenditori e banchieri con
miliardi di euro finalizzati a garantire
la stabilità dei profitti.
Le burocrazie dei
sindacati confederali, in particolare la CGIL, hanno di fatto
frenato il conflitto sociale, coperto il fianco politico ai partiti della
borghesia, specialmente il centrosinistra (Pd-Sel), e colpito le masse
lavoratrici a suon di accordi capestro
azienda per azienda.
Contro questo
massacro sociale, la risposta deve ripartire necessariamente dalla lotta di
classe. Una lotta reale che sappia unire
ed estendere un fronte unico di lotta che coinvolga migliaia di vertenze
isolate.
Per questa ragione il
Partito Comunista dei Lavoratori lotta incondizionatamente verso una
prospettiva rivoluzionaria e di classe che rivendichi il
blocco immediato dei licenziamenti, l'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione, la garanzia di un salario minimo
intercategoriale di 1500 euro per tutti i proletari, fino alla costruzione di
un Governo dei Lavoratori che sappia realmente rispondere alle esigenze e alle
necessità della maggioranza sfruttata.
1° MAGGIO DI LOTTA
CONCENTRAMENTO ORE 15:00 CUMANA BAGNOLI - NAPOLI
per info e contatti: pclnapoli@gmail.com - Facebook: Pcl Napoli
Il PCL
Napoli saluta con entusiasmo l’adesione al nostro partito di un nuovo gruppo di
compagni e compagne (vedesi documento PERCHE ADERIAMO AL PARTITO COMUNISTA DEI
LAVORATORI, pubblicato il 23 aprile) già da diversi anni politicamente molto
attivo nella nostra città e in particolare nell’estrema periferia orientale di
Napoli.
Un’adesione
che ha un grosso valore in quanto ben ponderata dai/lle compagni/e e frutto
di un percorso iniziato nello scorso luglio e proseguito attraverso numerosi
incontri e dibattiti, diversi momenti di piazza vissuti gomito a gomito
nell’autunno anti-Monti, partecipazione su posizioni condivise a diverse realtà
di movimento attive nel nostro territorio.
Significativo
è poi il fatto che questa adesione avvenga proprio nel momento in cui, in
seguito al crollo delle formazioni politiche della cosiddetta sinistra
“radicale” e alla crisi delle organizzazioni di matrice centrista o stalinista,
vengono ri-proposte “costituenti dei comunisti”, fusioni a freddo di ceti
dirigenti opportunisti che vengono spacciate per “unioni dei comunisti”,
mobilitazioni per la costruzione di vaghi e generici “movimenti
anticapitalistici”.
Da parte
nostra non possiamo che concludere con le parole dei/lle nostri/e nuovi/e compagni/e:
“Entrare nel PCL significa
per noi avviarci nel percorso di costruzione dell’avanguardia cosciente della
classe operaia, il reparto avanzato di essa, la coscienza complessiva degli
interessi e degli obiettivi strategici e tattici del proletariato,
l’organizzatore delle lotte ai fini della rivoluzione comunista internazionale.
[...] Aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori ed invitiamo tutti i
sinceri, coerenti e generosi compagni ed organizzazioni della sinistra di
classe a seguire il nostro esempio”.
Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli - Sez. "Rosa Luxemburg"
Costruisci il Partito Rivoluzionario, Costruisci il Partito Comunista dei Lavoratori!
UNISCITI ALLA LOTTA!
ISCRIVITI AL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI!
Le 4 linee guida del nostro partito:
1) L’opposizione alle classi dominanti e ai loro governi, siano essi di centrodestra o di centrosinistra;
2) La prospettiva di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici che abolisca il modo di produzione capitalistico e riorganizzi la società su basi socialiste.
3) Il collegamento costante tra gli obbiettivi di lotta immediati e la prospettiva di fondo dell’alternativa anticapitalistica.
4) La prospettiva di un’alternativa socialista internazionale, e quindi di un’organizzazione rivoluzionaria internazionale dei lavoratori.
Perché aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori
Siamo un gruppo di compagni provenienti da diverse esperienze politiche, nonché giovani avvicinatisi al movimento comunista durante e dopo il movimento studentesco dell’Onda del 2008, disoccupati e precari di varie zone di Napoli e provincia.
Aderiamo al PCL in quanto unico progetto di Partito, coerente con la storia del movimento di classe e del marxismo rivoluzionario, ad oggi capace di unire i comunisti divisi e frammentati in tante piccolissime realtà e micro organizzazioni.
Le organizzazioni movimentiste, che hanno inseguito per anni la tattica dell’ autorganizzazione, si sono dimostrate senza strategia rivoluzionaria, senza progettualità e si sono mosse essenzialmente sullo spontaneismo, impegnate ad inseguire vertenze, piuttosto che a costruire una direzione comunista delle lotte. Altresì i tentativi di costituente si sono dimostrati fallimentari e buoni soltanto per il riciclo di vecchie baracche dei partiti orfani del socialismo reale (falso socialismo).
Le organizzazioni della c.d. sinistra radicale si avviano ormai a cancellare definitivamente dai loro programmi e dai loro simboli ogni riferimento al comunismo. Noi diciamo: era ora. Esse si sono dimostrate storicamente la stampella a sinistra del capitalismo e spesso organi al servizio del potere giudiziario, concludendo un ciclo politico che è passato dalla tragedia alla farsa. La loro storia fallimentare, fatta di accordi con la borghesia liberale e di appoggio alle sue guerre internazionali, ha dimostrato quale fosse l’essenza di queste organizzazioni.
Crediamo fermamente che la soluzione alla crisi politica dei comunisti non si risolva in adesioni a costituenti centriste di organizzazioni che per anni hanno appoggiato e sostenuto le burocrazie sindacali, contribuendo al disarmo della classe dei lavoratori dinanzi al più feroce attacco padronale degli ultimi 30 anni.
Non abbiamo tra l’altro condiviso la scelta di alcune organizzazioni politiche che hanno follemente dato indicazioni di votare e sostenere il M5S, i cui leaders Grillo/Casaleggio sono espressione di una piccola borghesia nazional-populista legata la mondo del marketing, della comunicazione e della pubblicità informatica. Tale movimento propone soluzioni come l’abolizione del sindacato in quanto tale – e non fa una critica della linea sindacale delle burocrazie - e la schedatura degli immigrati mediante le impronte digitali.
Siamo contrari alle tattiche di chi vorrebbe riproporre alla classe operaia un Fronte Popolare con la borghesia “illuminata”, costringendola così alla morte certa, certificata dai risultati fallimentari e catastrofici del secolo passato.
Entrare nel PCL significa per noi avviarci nel percorso di costruzione dell'avanguardia cosciente della classe operaia, il reparto avanzato di essa, la coscienza complessiva degli interessi e degli obiettivi strategici e tattici del proletariato, l’organizzatore delle lotte ai fini della rivoluzione comunista internazionale
Il Partito lo scegliamo per realizzare l'unica, vera libertà che è quella realizzata dalla rivoluzione, dalla dittatura del proletariato (democrazia operaia), per l’abolizione della proprietà privata dei mezzi produttivi, per la cancellazione del capitalismo.
Aderiamo al Partito Comunista dei Lavoratori ed invitiamo tutti i sinceri, coerenti e generosi compagni ed organizzazioni della sinistra di classe a seguire il nostro esempio.
Contro una risposta presidenzialista e autoritaria all’attuale crisi politica
Contro il nuovo governo PD-PDL, la ripresa delle politiche antipopolari di Monti
Contro il progetto populista e reazionario di Grillo e Casaleggio
Ricostruiamo un movimento dei lavoratori, una risposta di classe:
non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale!!!
Oggi celebriamo una grande lotta di massa, la lotta dei partigiani che hanno combattuto non solo contro l'oppressione fascista, ma anche per un paese migliore e più giusto.
Il 25 aprile del 1945, la sollevazione partigiana chiuse la pagina buia del fascismo nella speranza di una vera alternativa di società e di potere, che liquidasse le classi dirigenti padronali e aprisse la via del potere dei lavoratori. I governi di unità nazionale, con Togliatti (Pci) e De Gasperi (Dc), con la benedizione degli Usa e di Stalin, realizzarono un programma opposto: la ricostruzione del capitalismo italiano. Fu il tradimento della Resistenza.
Da allora tutte le stagioni di lotta del movimento operaio sono state subordinate alla salvaguardia delle compatibilità, del capitalismo e delle sue classi dominanti. Prima col compromesso storico con la Dc, che liquidò la grande pagina del ’68-‘69; poi, dopo l'89, con la subordinazione alla seconda Repubblica, la demolizione delle conquiste sociali e dei diritti dei lavoratori.
Oggi, con le ultime elezioni, se le masse operaie e popolari hanno rigettato le politiche di austerità del governo Monti, hanno però scelto tre grandi forze che non intendono cambiare queste politiche antipopolari, a sostegno del capitalismo e del padronato: PD, PDL e M5S.
Il progetto di Grillo e Casaleggio è infatti un progetto liberale e reazionario. Socialmente rivendica l'abbattimento del “peso parassitario” di 19 milioni di pensioni e di 4 milioni di pubblici dipendenti, per liberare le risorse necessarie per tagliare l'Irap ai padroni e privatizzare la sanità pubblica, in cambio di un “reddito di cittadinanza” come parziale indennizzo alla spoliazione del lavoro o della pensione. Politicamente punta alla conquista del potere in monopolio, con la soppressione di tutti i partiti, dei sindacati, dei cosiddetti corpi intermedi. La rivendicazione dell'abolizione del sindacato (“roba dell'800”) non ha niente a che vedere con la denuncia delle burocrazie: si propone la trasformazione dei lavoratori in azionisti individuali del capitale d'impresa e per questa via la cancellazione della loro rappresentanza sindacale come strumento di rappresentanza collettiva.
Nel contempo, di fronte alla crisi della seconda repubblica, con la rielezione di Napolitano e il nuovo governo di “larghe intese”, monta nel paese una campagna reazionaria per la realizzazione di una svolta autoritaria e presidenzialista. Una svolta che si accompagna nei posti di lavoro ad un nuovo “patto dei produttori”, sostenuto dalle burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil, in grado di rilanciare l’intesa sulla produttività, approvata qualche mese fa senza una reale opposizione della Cgil (deroghe al contratto, abbassamento dei salari ed aumenti delle ore di lavoro, demansionamento, controlli tecnologici a distanza dei lavoratori, ecc). Dopo aver ottenuto con il sostegno di tutto il Parlamento allo sblocco di 40 miliardi di crediti delle imprese, adesso chiedono l'introduzione del modello tedesco di "mini-job" (lavoretti poveri) e un nuovo patto di pacificazione sociale.
Solo una ripresa del conflitto di classe, solo una mobilitazione generale e concentrata contro il padronato e i suoi governi, solo una risposta all'altezza dell'attacco dei padroni e dei loro governi può fermare i licenziamenti e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Solo un governo dei lavoratori, solo una repubblica socialista dei lavoratori, in Italia e in Europa, può cambiare realmente le cose. Oggi non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale. Per questo occorre costruire il Partito Comunista di Lavoratori
Il Partito Comunista dei Lavoratori conferma la sua partecipazione alla prossima manifestazione del 19 Aprile che si terrà a Napoli, indetta da: lavoratori, studenti, precari, disoccupati e migranti contro la crisi e le sue politiche di austerità e sacrifici
Ecco il testo del volantino che sarà distribuito:
UNIRE
TUTTE LE LOTTE IN UNA SOLA LOTTA INTERNAZIONALE CONTRO IL CAPITALE
La
crisi economica e politica annuncia, attraverso i rappresentanti delle grandi
banche e di Confindustria, il suo grande massacro sociale contro migliaia di
lavoratori, studenti, disoccupati, precari, migranti che quotidianamente
subiscono sulla propria pelle lo sfruttamento che ha portato alla perdita di ogni
elementare diritto e salario.
La
crise économique et politique annonce, par les représentants des grandes
banques et la Confindustria, son massacre sociale contre des milliers de
travailleurs, étudiants, chômeurs, travailleurs précaires, les migrants qui
subissent l'exploitation quotidienne qui a conduit à la perte de tous les
droits fondamentaux et salaire.
The economic and political crisis announces, through
the representatives of the big banks and Confindustria, his social massacre
against thousands of workers, students, unemployed, precarious workers,
migrants who are enduring daily exploitation that led to the loss of all basic
rights and wage
Contro questo attacco padronale il Partito Comunista dei Lavoratori,
sezione italiana del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta
Internazionale, rivendica:
Salario minimo garantito di 1500 euro a
tutti i proletari. Salaire minimum 1500 euros à tous les prolétaires. Minimum
Wages 1500 Euro to all proletarians;
Blocco
dei licenziamenti e nazionalizzazione, senza
indennizzo e sotto controllo operaio,
delle aziende che licenziano, che inquinano, che colpiscono i diritti
sindacali; Gel des licenciements et la nationalisation sans indemnisation et
sous contrôle ouvrier, les sociétés qui octroient, qui polluent, affectant les
droits syndicaux. Blocking of layoffs and nationalization without
compensation and under workers' control, the companies that license, which
pollute, affecting trade union rights;
Ripartizione fra tutti del
lavoro esistente, con la riduzione progressiva dell'orario di lavoro a paritàdi paga.Répartition de tuos
travaux existant, avec la reduction progressive des heures de travail pour le
meme salaire. Breakdown of all existing work, with the gradual reduction of
working hours for the same pay;
Cancellazione della legge Bossi-Fini, diritto di soggiorno per tutti gli immigrati. Annulation de la loi Bossi-Fini, le droit de residence pour tous les immigrants. Cancellation of the Bossi-Fini law, the right of residence for all immigrants
“Siamo traditi, beffati, devastati, feriti...” hanno
dichiarato Hollande e i suoi ministri, in seguito alla confessione di Cahuzac,
che aveva loro “mentito fissandoli negli occhi”. Non si pensava che i membri
del governo fossero così sensibili.
Varin, il padrone di Peugeot, ha potuto mentire per mesi
sulla chiusura programmata della fabbrica d’Aulnay-sous-Bois senza che costoro
vi vedessero uno scandalo e se ne sentisssero traditi. Lo stesso, quando l'uomo
d'affari americano Gary Klesch, come molti altri padroni farabutti di Francia o
d'altrove, ha acquistato molte fabbriche del gruppo chimico Arkema per neanche
un soldo, prima di depositare il bilancio 8 mesi più tardi. Non c'è nessuna
emozione né senso di tradimento tra i cacicchi governativi di sinistra e di
destra. Per questa gente, mentire ai lavoratori è normale. Frodare legalmente
per intascare milioni e raggirare i salariati, è accettabile. Fa parte delle
regole menzognere ma legali della loro repubblica borghese, quale ne sia il
numero.
UN SERVITORE DEL SISTEMA
Il percorso di questo signor Cahuzac è una bella
illustrazione di ciò che sono i servitori del capitalismo. Formato per la
chirurgia cardiaca, l'abbandona per la chirurgia estetica, produttrice di grana
ben più redditizia. Per non parlare di qualche passaggio tra il gabinetto del
ministero della Salute e il “consiglio” privato dell'industria farmaceutica. Di
che fargli aprire un conto in Svizzera da parte del suo compare di golf, un
avvocato di estrema destra vicino a Marine le Pen. Con un simile pedigree è
stato nominato ministro del bilancio!
L’ex ministro del bilancio, evasore fiscale, frodava anche
lui il fisco, su consiglio dell'”amministratore del suo patrimonio” e di altri
avvocati specializzati nell' ”ottimizzazione fiscale” legale o illegale. Come
numerosi pesci che navigano nelle acque torbide dove la frontiera tra legale e
illegale è fluttuante. Si tratta delle pratiche abituali delle grandi società
del CAC40, che sanno utilizzare tutti i dispositivi legali necessari per non
subire imposte superiori all'8% dei loro profitti medi, e infischiarsene della
legalità per il resto.
LA LORO MORALE E LA NOSTRA
L’affaire Cahuzac mostra semplicemente che non è la grana che
manca. Costoro non conoscono crisi. Il governo che annuncia regolarmente misure
di austerità dovrebbe solo attingere alle tasche della grande borghesia, ma non
vuole, e sceglie quelle dei lavoratori.
La borghesia si divide il lavoro: il padronato piange con la
bocca piena e licenzia a tutto spiano in nome della competitività, mentre i
suoi scagnozzi al governo, formati alla sua immagine cinica e menzognera, fanno
passare nella legge tutte le sue volontà. E' il funzionamento normale del
capitalismo, sempre più insopportabile, in effetti. Per cui occorre rovesciare
questo vecchio ordine obsoleto.
Sì, bisognerà che il mondo del lavoro, i cui salari vengono
abbassati, sia sfruttato più duramente sui posti di lavoro o gettato in strada, e visto che non
amministra patrimoni (e per fondati motivi!) per meglio aggirare il fisco, si
ritrova a un dato momento in massa su una strada.
Certo non per rivendicare un rimaneggiamento ministeriale, o
una sesta repubblica esemplare quanto le precedenti di questo sporco sistema.
Ma per darsi i mezzi per imporre la legge dei lavoratori, di tutt'altra natura
rispetto a quelle delle ipocrite repubbliche borghesi che applicano con zelo la
dittatura del capitale.
La Rete 28 Aprile ha pubblicato una lettera sulla Giunta grillina a Parma, inviata dal compagno Cristiano Antonino
Parlare della
Giunta Pizzarotti significa addentrarci a piedi nudi nella più grossa truffa
elettorale degli ultimi vent’anni.Perché l’Elezione dei Cinque
Stelle è stata accompagnata da una straordinaria speranza di partecipazione da
parte di una grande parte dei parmigiani. Una speranza tradita come non mai da
un’amministrazione che sta agendo in maniera speculare all’odiato (a parole)
Governo Monti.
Un tradimento che è iniziato
immediatamente, da parte di un gruppo di persone che diceva “Noi non siamo politici”,
e le cui prime azioni sono consistite nel sistemare parenti ed amici: Marco
Vagnozzi, che prima era “consulente presso il Gruppo assembleare regionale del
Movimento 5 stelle” [1],
è stato messo a forza a Presidente del Consiglio Comunale per garantirgli uno
stipendio ed un lavoro che non avrebbe. Gabriele Folli, impiegato di un’azienda
metalmeccanica, è diventato assessore all’ambiente perché leader di
un’associazione che ha portato un pacchetto di voti a Pizzarotti (GCR). Cosi
come le nomine di Cristiano Casa, Nicoletta Paci. E sorvoliamo anche sui famosi
curricula [2], che dovevano essere la
base su cui selezionare le persone: a Parma stiamo ancora attendendo la loro
pubblicazione, che è avvenuta in modo parziale ed accuratamente censurata.
Nessuno a Parma ha ancora capito su che base sia stata selezionata l’assessore
alla cultura Ferraris, con i disastrosi risultati cui stiamo assistendo al
Teatro Regio:il solo Festival Verdiano si è chiuso con un passivo da 650 mila
euro a fronte di un investimento da 1 milione e 450 mila… fate un po’ voi! [3].
Sorvoliamo anche sui famosi
Consulenti gratuiti, non pervenuti a Parma, ma che salutiamo caldamente. Meno
calorosi invece siamo nei confronti dei più numerosi consulenti a pagamento,
quei famosi articoli 90 e 110 [4] su cui sputavano fuoco e
fiamme i Cinque Stelle prima di dover nutrire parenti ed amici.
Voliamo oltre alle polemiche odierne,
e non approfondiamo il legame di grande amicizia che da molti anni lega Marco
Bosi, portavoce in consiglio comunale dei Cinque Stelle, e Pier Paolo Mora,
responsabile parmigiano di Casa Pound Italia (Mora che prima delle Elezioni
indicò proprio come i grillini fossero l’unico partito quasi votabile del
panorama parmigiano, dalle pagine di un settimanale parmigiano, Zerosette, il
cui direttore diventerà poi casualmente anche l’attuale portavoce di Federico
Pizzarotti). Evitiamo anche per questioni di tempo il tema della Democrazia
Partecipata, che oramai ogni parmigiano ha compreso essere solo una tecnica
aziendale di gestione e rimodulazione del dissenso.
Concentriamoci invece sul reale
livello amministrativo dell’amministrazione Pizzarotti, sulle sue complicità, e
sulla sua sovrapponibilità con il Governo Monti.
1) Come il Governo Monti l’assunto di
base è uno stato debitorio insostenibile [5]. Che lo sia o meno. Dico
che lo sia o meno perché i conti del Comune di Parma sono nebulosi ed astratti
in barba ad una millantata trasparenza. A Parma si è chiesto
all’opposizione di votare il Bilancio Comunale senza visionare praticamente i
conti delle Partecipate[6], le quali forniscono
documentazioni spesso incomplete e prive di un qualsiasi Piano Industriale. Il
Debito a Parma è mal definito perché DEVE essere alto: solo se è al limite del
Default si possono giustificare quei tagli allo Stato Sociale cosi aggressivi
ed indistinti che Pizzarotti sta portando avanti da tempo.
Una documentazione incompleta anche
per occultare il comportamento di una Giunta Pizzarotti che vede il Sindaco e
l'assessore al Bilancio Capelli mutuare comportamenti IDENTICI come pratiche e
come finalità, a quelli adottati dalla precedente e inquisita Giunta Vignali,
sia che si parli delle lettere di Patronage [7] che semplicemente ora non
riguarda Spip (cui dedicherò un paragrafo a parte), sia che si parli di
illeciti passaggi di denaro da una Partecipata all'altra (che se mi permetti è
ancora illegale!) [8].
Chi ha protestato,
come la ex dirigente di Stt Piermarioli (di nomina prefettizia, ci tengo a
sottolineare che non era un'eredità del Pdl) è stato fanculizzato. A favore
sempre ed immancabilmente non di qualcuno di più preparato, ma di un ignorante
lacché obbediente agli ordini, leciti o illeciti. Sulle Partecipate in tal
senso credo che l'avvocato Vento sia arrivato a 3 o 4 poltrone da
Amministratore Unico.
Il tutto spesso con
l’avvallo silenzioso di un’opposizione che talvolta approva perché parte della
precedente amministrazione, e talvolta perché politicamente interessata a far
risaltare una mala gestione dei predecessori del Pdl. Situazioni di
speculazione politica ridicole (è evidente il livello amministrativo del Pdl:
alcuni sono finiti in carcere, altri sono indagati…che c’è da capire?) che non
giustificano in alcun modo i tagli che vengono perpetrati.
2) Se passa, come è
passato, il messaggio che il Debito è da Default allora sono lecite o
giustificabili le seguenti azioni:
- tagli non orizzontali [9] ma sperequativi dei
Servizi Sociali, prima erogati gratuitamente alle Fasce più Deboli, soprattutto
quelli agli Anziani, letteralmente sfrattati da alcune strutture [10] messe in vendita da
Pizzarotti. I grillini a Parma stanno vendendo scuole, asili e case di
riposo [11]. E stanno applicando una
impietosa Spending Review in salsa parmigiana.
- sospensione (o
cancellazione, chissà) del cosiddetto Quoziente Parma [12], un sistema integrato di
dati fiscali che permetteva ai cittadini di Parma di pagare i Servizi Sociali
sulla base delle proprie condizioni di vita. La giustificazione dell’assessore
Rossi è stata che i servizi sociali costano. Vorremmo farle sapere che lo
sapevamo già, e che lei è uno di quei costi: che provveda a guadagnarsi il
panino, invece che cazzeggiare. Il Sociale non può e non deve essere percepito
come un costo, perché è il perno su cui si costruisce una Società Civile.
- Alienazione di
strutture pubbliche, messe all’asta con prezzi ridicoli in un momento di
depressione storica, quando non palesemente svenduti a creditori con risibili
artifici contabili [13], che peraltro sono
oggetto delle attenzioni della Corte dei Conti.
- Vendita dei Beni
Comuni, dall’ Acqua Pubblica alle azioni di Iren. Quest’ultimo punto merita una
particolare attenzione, perché racconta il reale grado di inserimento dei
grillini in talune tematiche, percepite come semplici trampolini per una
poltrona politica.
Nella Previsionale
di Bilancio 2013-2016 hanno inserito persino la vendita dei pozzi (e quindi non
solo delle tubature), mediante l’inserimento nel Piano di Alienazioni delle
società partecipate Ascaa e Emiliambiente [14]. Se un consigliere
comunale PD (Massimo Iotti), ed un militante del Pcl (Cristiano Antonino,
modestamente) non si fossero accorti di cosa volevano in modo truffaldino
svendere noi avremmo mandato all’asta l’acqua. Scoperto, l’assessore Folli ha
sedato le proteste del Comitato Acqua Pubblica parlando di “un equivoco interno
al Comune” [15],
come se mettere in vendita aziende partecipate fosse una cosa che può capitare
distrattamente.
Altri Beni Comuni hanno avuto minore
fortuna: è il caso delle azioni Iren, la partecipata in cui il Comune di Parma
detiene il 6,8%, di cui Pizzarotti ha consentito dapprima un pignoramento
parziale da parte di talune banche e successivamente la messa in vendita a
copertura del Bilancio di una megaholding comunale, STT.
L’unico ostacolo alla vendita è stata
la clausola ereditata dai grillini con Iren di una non dismissione delle quote
prima del 2015. Cosi per ora vengono solo date in pegno [16]. Racconta molto
dell’ambientalismo grillino, rispetto alla nostra Acqua, ai nostri Rifiuti, al
nostro Gas, alla nostra Energia Elettrica. Da notare anche come sia un autogoal
economico, oltre che un favore agli amici banchieri del grillino Pizzarotti: è
grazie ai 4,8 milioni di euro dei dividendi Iren che il Comune di Parma non è
finito gambe all’aria quest’anno.
Tutta una serie di manovre sottese a
garantire, o meglio ad ipergarantire, un Sistema Bancario che è stato correo
nella creazione del disastroso quadro economico parmigiano. Ne è una prova il
caso Spip, che del buco delle Partecipate è il caso più eclatante: Spip
rappresentava circa 108 dei 670 milioni di Debito diretto o indiretto del
Comune di Parma. Un crac, quello di Spip, che vede tra
gli indagati anche alcuni ex amministratori di Parma. Questi hanno potuto
operare anche grazie a procedure bancarie sulla cui legittimità la Magistratura
ha indagato a lungo, come per esempio delle inconsistenti lettere di Patronage,
una delle quali firmate dall’ex sindaco Elvio Ubaldi (anch’esso a processo).
Poteva Pizzarotti mandare a
fallimento una Partecipata cosi intossicata da illecite pratiche politiche,
procedura che peraltro avrebbe azzerato i conteggi giudiziari per la
conclusione del processo, che pare avviato alla prescrizione. Ed invece no: ha
offerto un piano di concordato, che significa oltre alla già citata
prescrizione per eventuali responsabili, anche un esborso di soldi pubblici da
circa 60-70 milioni (nessuno ha avuto la possibilità di vedere l’offerta fatta
all’assemblea dei creditori) di euro. Offerta che peraltro è stata cassata l’8
febbraio dagli stessi creditori, visto che il Comune non ha erogato nemmeno la
tranche natalizia da 2,8 – 5 milioni (anche qui le cifre ballano a seconda tu
senta il Comune o i creditori).
Pizzarotti ha voluto fin da subito
salvare questa Partecipata [17] nonostante il Concordato
implicasse innanzitutto evitare agli Imputati l'accusa di Bancarotta
Fraudolenta (che ora grazie alla Procura hanno, e godo, cazzo!) e dall'altro
significasse imporre alla città tagli spaventosi a Rette degli Asili, servizi
ai Disabili, Taglio di alcune voci in busta paga dei Dipendenti Comunali e via
dicendo. E chiunque protestasse è stato letteralmente linciato dai commentatori
grillini, al punto che il segretario di Funzione Pubblica a Parma, Sauro Salati
(non esattamente un pasdaran, per capirci) alla fine ha dovuto definire il
comportamento dell'amministrazione per ciò che era: Squadrismo. Cioè bugie
(plateali) davanti alle videocamere, richiami a colloqui privati dei
dipendenti, in assenza dei Sindacati, che intendano bypassare [18]. Con questa reazione (vedi link
video [19]).
Pizzarotti si è nascosto dietro alla
necessità di tutelare i Fornitori, che significano Lavoratori, ma dei 108
milioni di euro del Crac Spip solo una decina vanno ad aziende, ed il resto va
alle 15 banche d’appoggio, come ben denunciato dalla Commissione Audit [20] che pure per un lungo
periodo ha guardato con pazienza e tolleranza Pizzarotti.
Tutte queste azioni hanno alienato la
simpatia reale dei parmigiani verso questa amministrazione, che è oramai
percepita per ciò che è, e cioè la diretta prosecuzione economico/finanziaria
della precedente. Con viva delusione dei Comitati e delle Associazioni,
spiazzate da un cosi rapido amore per la poltrona dei Grillini parmigiani.
A fronte di questo modo di agire,
credi forse che Pizzarotti abbia preso una singola iniziativa che fosse
sperequativa e volta a far pagare di più a chi ha di più? No, nemmeno una: non si è avvalso di
nessuna deroga del Patto di Stabilità nel Sociale, e nemmeno della possibilità
di introitare il 100% dell’evasione fiscale che ora rimane totalmente in carico
ai Comuni. Nessuna iniziativa ha tutelato le fasce più deboli, al netto delle
chiacchiere. Solo vaghi e maldefiniti intenti cui non è mai conseguito nulla.
Per non indispettire gli amici di destra e tra gli Industriali, sosteniamo in
molti, qui a Parma.
Un ambientalismo
fatto di chiacchiere e poco altro, in cui i permessi per entrare in città
costano 10 euro, perché sia ben chiaro a chiunque che se hai i soldi non è che
inquini poi tanto.
Se è vero che Parma
è stata laboratorio politico di una parte d’Italia, lo è anche oggi che
Pizzarotti agonizza, vittima di sé stesso, e del proprio leader.
Pizzarotti ha
vessato un'intera città per potersi vantare di aver approvato il Bilancio prima
di tutti. Chiunque si opponesse è stato oggetto della violenza grillina, che è
stata sia mediatica che in termini di mobbing vero e proprio. Il tutto per
accantonare soldi che sono andati per la maggior parte a gruppi bancari, e
grandi aziende edili. Intendiamoci, Giorgio(Cremaschi ndr): i pagamenti alle aziende sono
un'ottima cosa se si alternano all'erogazione di nuovi lavori sul territorio.
Altrimenti sono quei giochini di merda (scusa il francesismo) con i quali si fanno
giungere soldi alle banche in modo indiretto. Un esempio pratico? Volentieri:
una quota importante degli 82 milioni di euro accantonati in conto capitale dal
Comune a Cinque Stelle sono finiti ad aziende come Unieco e Coopsette, che
hanno portato i libri in Tribunale a Reggio. In pratica sono soldi buttati, o
quasi. E non si sono trovati 250 mila euro per i bambini in connotazione
famigliare tale da rientrare nel Quoziente Parma (una armonizzazione delle
graduatorie Isee).
Molti Compagni
nelle fabbriche votano Movimento Cinque Stelle? Già, sticazzi: finché non sei
governato, dal M5S è facile...pare un Eldorado. E' quando si sei dentro, e
delibera dopo delibera ti rendi conto che è semplicemente una fottuta Lobby
all'americana per la manipolazione del consenso e per la re-distribuzione di
incarichi, consulenze e stipendi che diventa meno bello essere governati dai
grillini.
Ti faccio presente che non ti ho
raccontato nemmeno un quinto (puoi credermi) delle porcate che hanno combinato
qui a Parma. E tutte hanno lo schema che ti ho prefigurato con Spip:
a) noi DOBBIAMO
fare una cosa, qualsiasi essa sia!
Es: non dobbiamo far fallire Spip,
altrimenti andiamo in downgrade bancario [21]
b) Chi si oppone, a
qualsiasi titolo è un ideologico, un lottizzato, o un superficiale disinformato [22].
c) Se va storta e
accade esattamente il contrario di ciò che avevano promesso non è che avessero
ragione quelli che prima sono stati sminuiti, sviliti, smerdati: hanno comunque
ragione loro"
Es: Spip non doveva
fallire, pena il downgrade (come avrai letto). Tutta la città (audit, Pcl, Pd,
Funzione Pubblica, Associazioni) a dirgli "ma che cazzo dici?". Spip
fallisce per decisione della Procura. Reazione [23]
Comunque Giorgio (Cremaschi ndr): è
veramente inutile appartenere al No Debito o organizzare un No Monti Day e
avvallare i grillini, di cui Pizzarotti rappresenta la punta di diamante. E non
perché lo dico io...perché lo dicono loro.
Scrivere non è la mia forma di
comunicazione...spero che guarderai con pazienza alla mia sintassi di
fotografo, e di essere riuscito a spiegarti quanto Pizzarotti sia significato
aggressione violenta ai miei concittadini, sia per le sue scelte politiche sia
per le tecniche aggressive con cui qui gestiscono il dissenso. Qualcosa di
vergognoso, che avviene essenzialmente per l'assurda convinzione diffusa che i
grillini, in quanto inesperti, siano facilmente manovrabili. Nella realtà sono
estremamente tattici, molto incisivi e abili a prendersi tutta la torta