sabato 11 maggio 2013

TRAGEDIA MOLO GIANO, TRA IPOCRISIA E REALTÀ


TRAGEDIA MOLO GIANO, TRA IPOCRISIA E REALTÀ


Sette morti, quattro feriti , due dispersi. E’ il tragico e ancora provvisorio bilancio della tragedia, avvenuta nel porto di Genova, nella notte di Martedì 7. 

La nave container Jolly Nero, del gruppo Messina (di 40.594 tonnellate di stazza lorda, lunga 240 metri e larga 30), sbagliando manovra si è schiantata contro Molo Giano, abbattendo la torre dei piloti dove, in quel momento, vi erano 13 persone (10 militari e 3 lavoratori civili). 

Si è molto parlato delle possibili cause - avaria, errore umano o progettuale – ma c’è una causa che politici, istituzioni, sindacati concertativi, e giornalisti vari, non denunceranno mai, pur essendo la vera causa, che sta all’origine di questa tragedia. Si tratta della privatizzazione del porto di Genova, che fu avviata con la legge 84/94 che, una volta attuata, l’ ha trasformato in uno spezzatino privatizzato, dove ogni banchina rappresenta un piccolo mondo a se’, dove regnano diverse condizioni di lavoro (con ritmi forsennati e ricorso sistematico a doppi e tripli turni) con conseguente peggioramento delle condizioni di lavoro e sicurezza. 

I frequenti incidenti mortali rappresentano un triste primato del porto di Genova, che con le morti bianche di martedì, è ormai giunto a 40 morti, in meno di 15 anni. Sono il prodotto della forsennata logica del profitto che sta da fondamento ad un modello sociale, il capitalismo, che ormai non ha più nulla da dare ma solo da togliere ai lavoratori. 

La commemorazione ufficiale , avvenuta ieri mattina in piazza Matteotti, nell’intento di istituzioni, politici e sindacati concertativi, al soldo dei padroni, avrebbe dovuto essere l’ ennesima occasione ipocrita per manifestare la loro “solidarietà” verso il mondo del lavoro, verso la dignità del lavoro, col solito rituale liturgico. 

Ma così non è stato, grazie all’intervento deciso dei lavoratori del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (CRAL) che, sgomitando, sono riusciti a prendere la parola per leggere, dal palco, una propria lettera. Solo così è stato possibile far sapere pubblicamente che è solo grazie alla determinazione dei lavoratori portuali che è stato possibile fermare ogni attività lavorativa dopo l’incidente e fino alle h.13 di ieri, contro la volontà di padroni e sindacati. 

Questi lavoratori, hanno, inoltre, denunciato un fatto gravissimo: le autorità portuali, a poche ore dall’incidente, hanno consentito la partenza di una nave da crociera (con tanto di turisti desiderosi di fotografare i resti dell’incidente) , e conseguente transito in prossimità del luogo dell’incidente durante le fasi di soccorso . Della serie : i profitti prima di tutto.… e nonostante la tragedia. 

Il campionato di calcio ha fatto lo stesso, con la stessa logica: the show must go on… nonostante le giuste proteste dei tifosi del Genoa e della Sampdoria. 

Esprimiamo la nostra solidarietà di classe a tutti i lavoratori del porto di Genova, condividiamo e ci impegniamo a sostenere l’ idea di creare un organo di controllo permanente sul ciclo operativo , formato da lavoratori con piena agibilità sui luoghi di lavoro (moli e navi) per verificarne le condizioni di sicurezza. 

Più in generale, occorre impegnarsi per ricostruire dal basso, come le vecchie talpe, solidarietà e rapporti sindacali con gli altri lavoratori portuali genovesi, italiani ed europei. Perché solo così sarà possibile costruire quel fronte di lotta che tanto serve ai lavoratori portuali, per ottenere regole uguali in tutto il porto e in tutti i porti, accordi e contratti nazionali. 

Perché questa ennesima tragedia… sia l’ultima.

PCL GENOVA

giovedì 2 maggio 2013

[1 Maggio] : La festa di “CGIL-CISL-UIL” è una festa contro il lavoro e contro i lavoratori


[1 Maggio] : La festa di “CGIL-CISL-UIL” è una festa contro il lavoro e contro i lavoratori

Il 1 Maggio che si è svolto a Bagnoli ha visto un momento di lotta contro i sindacati confederali “CGIL-CISL-UIL” che volevano speculare sulle macerie di Città della Scienza. Burocrazie sindacali che rappresentano solo ed esclusivamente il mondo delle grandi imprese e delle grandi banche che addirittura invitano platealmente sui loro palchi.

La giornata è iniziata con un corteo composto da lavoratori, precari, disoccupati e studenti che ha attraversato il quartiere di Bagnoli, denunciando la responsabilità del massacro sociale  portato avanti da istituzioni  politiche e sindacali di ogni colore. Infatti questi ultimi continuano a coprire i vari governi (ieri Monti oggi Napolitano\Letta\Alfano) ed i vari partiti di centrodestra e centrosinistra che si sono impegnati nell’attacco contro il mondo del lavoro. Il bilancio di queste misure vanno dalla perdita della contrattazione nazionale a scapito di accordi aziendali capestro, alla perdita di diritti fondamentali come l’art.18 ed il diritto di sciopero, alla caduta del potere d’acquisto mediante l’aumento delle  tasse, fino  all'incremento delle aberranti leggi di precarizzazione, confermandoci come non ci fosse nulla da festeggiare. 

In questo assurdo scenario, questi vili sindacati volevano festeggiare, magari proprio con le loro vittime, il loro ruolo di custodi dell’ordine sociale, il loro ruolo di pompieri di ogni malcontento sociale ed infine il loro ruolo di garanti dei profitti dei loro servitori. Quel palco rappresentava tutto ciò.  Abbiamo chiesto di salirci  proprio per denunciarne la volgare sceneggiata che rappresentava, ma il servizio d'ordine ci hanno risposto duramente che eravamo violenti, provocatori, insomma che non avevamo diritti per stare li (come i milioni di lavoratori da loro sfruttati). Tutto ciò  dimostra: 1) la totale assenza di democrazia da parte di queste organizzazioni burocratiche che non esigono confronti con rappresentanti del mondo operaio e studentesco; 2) che la vera violenza sta dalla parte di chi serve gli interessi dei padroni che quotidianamente attaccano la classe lavoratrice a suon di ricatti, accordi capestro, cassa integrazione e disoccupazione; 3) la necessità della lotta reale contro questi signori che hanno sbeffeggiato un contesto sociale ed ambientale inquinato ed ucciso dal capitalismo.

Un chiaro messaggio è stato dato ai burocrati sindacali ed al sistema dei partiti dello Stato borghese: gli sfruttati e gli oppressi di questo paese non sono più disposti a subire passivamente le scellerate scelte fatte dai sindacati gialli in combutta col padronato. Nessuna zona franca sarà risparmiata a "CGIL-CISL-UIL".

Per tutte queste ragioni, il Partito Comunista dei Lavoratori, presente in tutti i momenti della giornata, si batte per la costruzione di un fronte unico di lotta rivoluzionario che sappia unire tutte le vertenze in un’unica lotta contro il capitale e contro i suoi rappresentanti politici e sindacali.

Questo 1 maggio è stato non un punto di arrivo, ma di partenza verso la costruzione dello sciopero generale contro la Confindustria e le grandi banche. Uniti ed organizzati si vince!


lunedì 29 aprile 2013

IL PRIMO MAGGIO SI LOTTA!!!


IL PRIMO MAGGIO SI LOTTA!!!


La crisi economica acuisce sempre più le condizioni materiali di migliaia di lavoratori, disoccupati, precari, studenti che stanno pagando il prezzo più alto della crisi attraverso duri attacchi salariali, lo smantellamento dei contratti collettivi e la perdita di innumerevoli diritti a partire dall’articolo 18 fino ad arrivare al diritto di sciopero.

La Confindustria e le grandi banche esigono immediatamente che il prossimo governo PD-PDL, in continuità col governo Monti, foraggi grandi imprenditori e banchieri con miliardi di euro finalizzati a garantire  la stabilità dei profitti.

Le burocrazie dei sindacati confederali, in particolare la CGIL, hanno di fatto frenato il conflitto sociale, coperto il fianco politico ai partiti della borghesia, specialmente il centrosinistra (Pd-Sel), e colpito le masse lavoratrici  a suon di accordi capestro azienda per azienda.

Contro questo massacro sociale, la risposta deve ripartire necessariamente dalla lotta di classe. Una lotta reale che sappia  unire ed estendere un fronte unico di lotta che coinvolga migliaia di vertenze isolate.

Per questa ragione il Partito Comunista dei Lavoratori lotta incondizionatamente verso una prospettiva rivoluzionaria e di classe che rivendichi il blocco immediato dei licenziamenti, l'abolizione di tutte le leggi di precarizzazione, la garanzia di un salario minimo intercategoriale di 1500 euro per tutti i proletari, fino alla costruzione di un Governo dei Lavoratori che sappia realmente rispondere alle esigenze e alle necessità della maggioranza sfruttata.

1° MAGGIO DI LOTTA

CONCENTRAMENTO ORE 15:00 CUMANA BAGNOLI - NAPOLI

per info e contatti: pclnapoli@gmail.com - Facebook: Pcl Napoli