La manifestazione del 28 Giugno ha registrato una partecipazione inferiore alle
necessità, ma è stata importante. Ha segnato la prima manifestazione dell'opposizione
di classe
al governo Renzi, all'apertura del “semestre europeo”. Con un netto profilo
controcorrente rispetto all'attuale ascesa del renzismo e alla sua auto celebrazione
propagandistica.Tuttavia la composizione del corteo e dell'assemblea conclusiva di
piazza è stata sintomatica. Diverse sigle formalmente aderenti alla manifestazione si sono
presentatecon una consistenza minima e obiettivamente insignificante, a partire dal PRC,
evidentemente in altre faccende impegnato ( e che neppure è intervenuto ai comizi finali).
Nella realtà e nella percezione stessa dei partecipanti le organizzazioni realmente
riconoscibili per la consistenza della loro presenza nazionale sono state due: la USB,
assieme all'opposizione interna alla CGIL, sul piano sindacale; il PCL, indiscutibilmente,
sul piano politico. Questo sia nel corteo, sia di riflesso nei comizi finali dal palco
( interventi di Paolo Leonardi, Giorgio Cremaschi, Marco Ferrando)
Questo quadro generale non è esaltante. Rivela la crisi della vecchia sinistra classista,
a fronte del consolidamento di un governo borghese populista con tratti bonapartisti
e reazionari. Misura le difficoltà obiettive di rilancio dell'opposizione di classe e di
massa. Misura infine la somma eterogenea di tanti opportunismi. Sia di area Tsipras,
sia di area “antagonista”: che invitata a convergere sul 28 Giugno, dopo la revoca
dell'11 Luglio, ha preferito defilarsi da una manifestazione politica troppo “classista”
per i suoi gusti.Tuttavia questo stesso quadro generale del 28 Giugno, proprio per i suoi
limiti, disegna più chiaramente l'attuale perimetro delle forze organizzate realmente
disponibili a un fronte unico di azione sul terreno della lotta di classe. Si tratta di investire
questo modesto ma prezioso patrimonio nel duro lavoro di innesco di una grande
opposizione di classe e di massa al governo Renzi e all'Unione europea dei
capitalisti e dei banchieri.Il PCL ha dimostrato di essere l'unico ( piccolo) partito della
sinistra italiana che tiene il punto.Continueremo a combinare la massima unità d'azione
con tutte le sinistre politiche e sindacali contro il comune avversario, con la massima
intransigenza della nostra proposta politica e programmatica: non l'”Europa sociale”,
non la “moneta nazionale”, ma la rivoluzione socialista e il potere dei lavoratori, in Italia
e in Europa. La proposta che anche ieri ha segnato per tutta la manifestazione il nostro
profilo indipendente e rivoluzionario.