venerdì 16 maggio 2014

LISTA TSIPRAS: LA POLITICA SENZA CLASSE DELLA SINISTRA ITALIANA

L'operazione Tsipras in Europa ha un fine dichiarato: occupare uno spazio a sinistra delle socialdemocrazie liberali, per poter negoziare un accordo con esse nel Parlamento europeo e nei diversi paesi. il progetto di Syriza subordina questa domanda a un orizzonte riformista, dentro (e non contro!) il quadro capitalistico greco ed europeo. Tsipras propone una nuova negoziazione del debito, non il suo annullamento. Chiede una conferenza europea che ristrutturi il debito, ne annulli una parte insolubile, scansioni il pagamento della sua parte rimanente. La bandiera di una possibile Unione “sociale e democratica”, non è solo un'illusione fallita. E' la carta di accreditamento presso le socialdemocrazie europee.
La sinistra italiana cosiddetta “radicale” si è caratterizzata per il suo opportunismo. Il livello di ciclica corresponsabilità del PRC nelle politiche di aggressione al lavoro (voto a precarizzazione, tagli alle spese sociali, privatizzazioni, detassazione dei profitti, spese militari…) non ha punti di paragone. La crisi esplosiva di Rifondazione dopo il 2008 ne è stato il riflesso.
I gruppi dirigenti reduci (e responsabili) di questo disastro hanno cercato di sopravvivere al proprio fallimento. Chi cercando una coalizione di governo col PD, prima con Bersani e poi (invano) con Renzi, come nel caso di SEL. Chi (dopo essere stato scaricato dal PD) cercando da un lato di conservare gli assessorati di centrosinistra sul piano locale, e dall'altro di ritornare nel Parlamento nazionale con operazioni trasformiste (lista Ingroia), come nel caso del PRC.
Oggi l'operazione Tsipras all'italiana è la continuità in altra forma di questo corso fallimentare.
Ma c'è di peggio. Le sinistre si sono subordinate al comitato promotore di una lista civica che rivendica il fatto di “andare oltre la sinistra”. Questo comitato promotore, guidato da intellettuali liberal progressisti è apertamente antipartitista, in omaggio al senso comune dominante. Liscia il pelo populista del grillismo cui rimprovera semplicemente la “carenza di proposta” (sic), ma col quale dichiara “possibili alleanze”. Esclude dalle liste i dirigenti della sinistra politica, ma apre le porte ai suoi assessori locali, gli stessi che nelle giunte di centrosinistra gestiscono precarietà e tagli sociali.
Il tentativo è annullare ogni riferimento classista dentro l'ennesimo involucro “democratico” della “società civile”. Che a sua volta si candida a costola “progressista” di un centrosinistra liberale in Italia. Insomma: l'ennesima operazione Ingroia, sotto la copertura di Tsipras.

Il PCL non ha potuto essere presente a queste elezioni europee, per via di una legge reazionaria che impone un numero di firme per noi irraggiungibile. Ma non per questo ci siamo fatti coinvolgere in operazioni trasformiste. Lo sviluppo del Partito Comunista dei Lavoratori è in funzione di una prospettiva diversa, quella dell’unica sinistra che non tradisce perché si batte per la rivoluzione sociale. Come lo è il Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale, che in Europa e nel mondo vuole raggruppare sulle basi del marxismo rivoluzionario tutte le forze che si battono per il potere dei lavoratori.

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