Per il banchetto
degli Elkann e degli azionisti della FCA, che in questi anni hanno visto
aumentare i loro profitti, i sindacati concertativi hanno portato in dono ai
padroni lavoratori ridotti ad una condizione di semi-schiavitù.
Tale condizione è
illustrabile in poche parole:
·
Per
gli operai Fiat qualche anno fa si applicava il contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro come per gli altri metalmeccanici ed ora con FCA non si applica più;
·
2500
operai di Pomigliano sono ancora “fuori dalla fabbrica”;
·
Le
promesse di investimenti futuri sono fumo negli occhi e dipendono unicamente dal
mercato dell’auto;
·
A
Mirafiori i lavoratori sono ancora in cassa integrazione;
·
La
Fiat di Termini Imerese è stata chiusa;
·
L’
Irisbus è stata chiusa;
·
La
Fiat di Cassino è in cassa integrazione;
·
I
contratti di solidarietà, che si applicheranno per il momento, e per un solo
anno, a circa 2000 lavoratori, non sono altro che un abbassamento generalizzato
dei salari;
·
I
turni di lavoro sono aumentati;
·
Le
pause sono state ridotte;
·
La
pausa pranzo è stata spostata a fine turno, cioè in sostanza cancellata per
molti;
·
L’azienda
ha introdotto i principi del “World Class Manufacturing” ed i tempi di lavoro
saranno determinati attraverso la metodologia Ergo (“ergonomic”) Uas (Universal
Analysing System), in parole povere si
deve lavorare più velocemente, costi quel che costi!
Per Marchionne e per
gli Elkann le condizioni dei lavoratori italiani devono essere adeguate a
quelle di disumano sfruttamento degli operai dell’Est Europa (e successivamente
a quelli della Cina e dell’India!).
E come se ciò non
bastasse, ecco arrivare in soccorso il PD di Renzi che, introducendo il “Jobs
Act”, risponde alla richiesta della Confindustria di avere mano libera per quel
che riguarda i licenziamenti. Una proposta di legge si muove pienamente
all’interno del percorso tracciato dal giuslavorista Pietro Ichino.
Il contratto
d’inserimento a “tutele crescenti” di Matteo Renzi non è nient’altro che la
cancellazione dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori e la definitiva
eliminazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per qualsiasi
lavoratore e lavoratrice.
E’ ora di
dire basta! Bisogna fermare la macelleria
sociale predisposta e voluta dalla borghesia che specula sui mercati
finanziari!
I lavoratori devono
rialzare la testa unendo le proprie forze attorno a un proprio programma
generale di lotta, frontalmente contrapposto al disegno Marchionne/Renzi.
Il PCL,
l'unico partito che non ha mai tradito le ragioni del mondo del lavoro, si
batte e si batterà sino in fondo accanto ad ogni lavoratore e ogni lavoratrice
in lotta.
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Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli
Sezione "Rosa Luxemburg"