giovedì 13 febbraio 2014

"La lotta non può fermarsi qui perché restano irrisolti molti problemi".

Parole purtroppo profetiche quelle del volantino diffuso dal nostro partito in occasione della lotta del maggio scorso.
Allora ci vollero due giorni di sciopero con picchetti per respingere l'attacco della Dema che minacciava 41 licenziamenti e non pagava regolarmente i salari.

Oggi l'azienda torna all'attacco con l'annuncio di voler licenziare 61 lavoratori di Somma e di Pomigliano senza se e senza ma. "Non mi interessano le leggi, io vado avanti e decido come licenziare nell'interesse dell'azienda". Queste le parole arroganti del rappresentante della Dema. A pagare ancora una volta le scelte miopi dell'azienda, che da sempre antepone la difesa dei profitti ai bisogni dei lavoratori, sono gli operai, a partire da quelli pagati di meno (IV e V livelli) ed i precari assunti a tempo determinato.


La Dema non è una "piccola boita" che rischia la chiusura, ma un'azienda che lavora per l'Alenia (gruppo Finmeccanica),e  che vuole garantire i suoi profitti tagliando posti di lavoro e, quindi, i salari.

Si tratta di un attacco che si inscrive pienamente in quello più generale del padronato che vuol far pagare la crisi ai lavoratori, in pieno stile "Marchionne", eliminando ogni regola contrattuale, mettendo gli operai gli uni contro gli altri, quelli "stabili" contro quelli precari.
Bisogna rispondere uniti con una lotta durissima e determinata  



NO AI LICENZIAMENTI SENZA SE E SENZA MA!


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