UNA PRIMA VITTORIA CONTRO I NAZISTI, IL PARTITO DI ALBA DORATA, LO STATO ED IL GOVERNO BORGHESE!
Il 3 settembre 2013 avrebbe potuto essere un giorno oscuro per i diritti democratici del popolo greco e per l’EEK, la sezione greca del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI). Invece, è risultato un trionfo contro la classe nemica e una guida per la lotta rivoluzionaria.
Il processo a Savas Michael Matsas, segretario generale dell’EEK, e a Konsstantinos Moutzouris, ex rettore dell’Università Tecnologica Nazionale di Atene fu promosso dal partito nazista Alba Dorata mediante l’apparato giudiziario dello stato borghese, con l’obiettivo diretto di penalizzare l’azione antifascista e creare un precedente legale contro l’avanguardia rivoluzionaria, contro la sinistra e il movimento dei lavoratori nella sua totalità, contro le libertà del popolo. Tutta l’operazione per condannare gli “accusati” per “diffamazione” dei nazisti, per “istigazione alla violenza” e per “turbamento della pace sociale” si è convertita in un boomerang contro i fascisti e i loro protettori, ben radicati nei gangli dello stato e del governo di Samaras, strumento dell’odiata troika composta da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.
Dopo una gigantesca mobilitazione di solidarietà a livello internazionale e in Grecia, e una poderosa lotta condotta in tribunale dagli accusati e dai loro difensori durante i due giorni del procedimento, le false “accuse” furono demolite, fu resa evidente la cospirazione e il verdetto finale unanime fu di innocenza per entrambi gli accusati. Si è trattato della prima sconfitta in un tribunale di Alba Dorata dalla sua proclamazione come partito apertamente nazista, giacché finora tale partito aveva sempre goduto di una ripugnante immunità legale per le sue attività criminali.
La vittoria è stata il risultato di una poderosa mobilitazione di solidarietà portata avanti da migliaia di lavoratori, attivisti, intellettuali, giovani, personalità “famose” e gente comune “sconosciuta”, in tutto il mondo e in Grecia. Più di 3500 persone firmarono la petizione, migliaia di messaggi personali di solidarietà sono pervenuti da decine di paesi di tutti i continenti, così come da tutti gli angoli della stessa Grecia. Importanti filosofi, scienziati, economisti e teorici come Michael Lowi, Bertell Ollman, Alain Badiou, Giorgio Agamben, Etienne Balibar, Robert Brenner, Milton Fisk, Nancy Holmstrom, Eleni Varikas, ecc., hanno espresso pubblicamente forti prese di posizione in solidarietà di Savas, e organizzato attività di appoggio alla mobilitazione. Sono stati pubblicati articoli in giornali di vasta diffusione internazionale come il Guardian in Gran Bretagna, Liberation, Le Monde e Charlie Hebdo in Francia, Junge Welt in Germania, Libre Belgique in Belgio, Izvestia, Komsomolskaya, Pravda e altri in Russia, Haaretz in Israele, ecc.
Sono state organizzate riuscitissime proteste di fronte alle ambasciate e ai consolati greci di Buenos Aires (dal Partido Obredo e dal Frente de Izquierda), a Roma e in altre nove città italiane (dal Partito Comunista dei Lavoratori e altre organizzazioni di sinistra), a Londra (dal Comitato per Savas Michael-Matsas, seguendo la convocazione del gruppo Lotta Socialista) a Mosca e a Leningrado (dal Partito Russo dei Comunisti, l’Associazione di Organizzazioni Marxiste e il Movimento Sociale Alternativvyi, tra gli altri), a Odessa, Ucraina (dall’Organizzazione Contro la Corrente), a Chicago da attivisti locali. L’Assemblea Internazionale Contro la Guerra di Hiroshima ha inviato un messaggio di solidarietà approvato nel suo incontro del 6 di agosto in occasione della commemorazione dell’olocausto nucleare.
Il processo, sebbene i mezzi di informazione filogovernativi greci fossero assenti, è stato seguito dai giornalisti di tutti i quotidiani e i periodici della sinistra greca (compreso Rizospastis, quotidiano del Partito Comunista di Grecia [KKE], stalinista) e da un giornalista di Russian Press , e coperto in diretta da Radio-Television National del Belgio e dal canale francese TV5. L’arrivo dell’”accusato”, il segretario generale dell’EEK, fu accolto da più di mille lavoratori, da giovani con stendardi e bandiere rosse, che gridavano slogan antifascisti e cantavano “l’Internazionale”. I seguaci di Alba Dorata non c’erano, eccetto quelli presenti tra le fila dell’ingente schieramento di polizia mobilitato per l’occasione.
Il procedimento giuridico fu una vera battaglia. Nonostante l’ovvia ostilità del pubblico ministero le accuse caddero a pezzi. Dal lato dei querelanti fascisti si presentarono solo in due: uno che disse che aveva firmato la querela perché “gli avevano detto di farlo”, e l’altro, avvocato ufficiale e consigliere legale di Alba Dorata, che disse che “temeva per la sua vita a causa dell’opuscolo dell’EEK”.
Decine di testimoni della difesa parlarono con forza e coraggio: molti deputati e dirigenti di Syriza, di Antarsya, un rappresentante della sinistra russa, dirigenti della Federazione Nazionale degli Impiegati Pubblici, del sindacato dei professori della scuola secondaria, della federazione dei medici degli ospedali pubblici, rettori, presidi e molti professori universitari, dirigenti dei lavoratori comunali e di molti altri sindacati, funzionari dell’amministrazione e membri dello stesso EEK.
Gli accusati si trasformarono in accusatori contro il nazismo e l’antisemitismo, contro il governo capitalista e lo stato, contro la troika, la classe governante e il capitalismo mondiale che vuole schiacciare le masse con il peso e la barbarie della sua stessa bancarotta. Al termine dell’arringa, durata più di un’ora, del segretario generale dell’EEK, i compagni e i sostenitori che riempivano la sala del tribunale cominciarono un fragoroso e lungo applauso, e il giudice, molto turbato, interruppe e rinviò la sessione.
In seguito, lo stesso pubblico ministero chiese al giudice di proclamare l’innocenza di entrambi gli accusati, e pertanto il verdetto finale dichiarò l’innocenza di Savas Michael e Konstantinos Moutzouris. L’annuncio del verdetto fu accolto nuovamente con un fragoroso applauso, con slogan antifascisti (“Il popolo non dimentica, tutti i fascisti saranno appesi”, “Morte al fascismo, libertà al popolo”, “Padroni e fascisti saranno spazzati via, viva il proletariato mondiale”) e col canto dell’Internazionale.
Le prime reazioni successive al processo sono state significative. Il popolo accolse e salutò il verdetto come una sua propria vittoria. Alcuni eloquenti esempi: i lavoratori della Radio-Televisione Statale, che la occupano e autogestiscono dal giugno scorso, dopo la chiusura arbitraria da parte del governo che licenziò 2700 lavoratori, dichiararono pubblicamente in tutto il paese: “quando ci siamo resi conto che Savas era stato assolto dal tribunale abbiamo cominciato a gridare, ad abbracciarci, a piangere e cantare!”. Nelle assemblee generali tenute in tutto il paese dalla Federazione dell’Educazione, nelle quali fu deciso dal 96% delle decine di migliaia di iscritti di cominciare la settimana successiva uno sciopero generale contro la demolizione dell’istruzione da parte del governo e della troika, tutti gli interventi cominciarono salutando il risultato di questo storico processo. Lo stesso è successo nell’assemblea generale dell’Unione dei Lavoratori dell’Autotrasporto, dei lavoratori statali, ecc. I lavoratori adesso identificano le loro lotte con la nostra battaglia politica contro i nazisti e lo stato capitalista che li protegge.
Dal lato dei nemici di classe, i fascisti e lo stato cercano di vendicarsi. Al termine dell’importante manifestazione di decine di migliaia di persone a Tessalonica del 7 settembre, sebbene non fossero successi incidenti violenti, la polizia antisommossa arrestò 150 manifestanti, compresi alcuni dirigenti dell’organizzazione locale dell’EEK. Quando la polizia arrestò i nostri compagni, così come fece con i lavoratori della fabbrica occupata e autogestita di Vio.Me, li insultò nella maniera più volgare, accusandoli di “appoggiare il partito del lurido ebreo” (Savas). Un altro evento ancora più sinistro: il giovane figlio di un compagno sindacalista molto conosciuto fu accoltellato alle spalle da una squadraccia fascista a Pyrgos, nel Peloponneso.
Siamo consapevoli di aver vinto un’importante battaglia con grandi ripercussioni in Grecia e a livello internazionale, ma la guerra di classe continua e diventa ogni giorno più intensa!
Savas Michael Matsas - EEK
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