mercoledì 13 giugno 2012

Le prossime elezioni del 17 giugno in Grecia


Le prossime elezioni del 17 giugno in Grecia

Poco meno di due settimane ci separano dalle nuove cruciali elezioni parlamentari in Grecia, il 17 giugno, e la polarizzazione, i timori e le speranze dominano il clima politico. Le forze a confronto sono polarizzate principalmente sulla questione del “chi e se” prevarrà la Destra guidata da Samaras o la sinistra riformista di Syriza condotta da Tsipras e sarà in grado di formare un nuovo governo per far fronte alla bancarotta del paese.

Nelle recenti elezioni del 6 maggio, la furia popolare e il massiccio rifiuto del “memorandum” di draconiane misure d’austerità concordato dai precedenti governi e dai principali partiti borghesi ha fatto esplodere il vecchio sistema politico borghese bipartisan che ha dominato la Grecia degli ultimi 38 anni, dopo il collasso della dittatura militare. Le masse si sono orientate decisamente a sinistra, soprattutto a sostegno di Syriza e del suo programma di ripudio del Memorandum e di formazione di un governo della Sinistra. Tutti gli sforzi e le pressioni dell’UE, dell’FMI, e dei centri locali del potere politico ed economico per formare un governo “di unità nazionale d’emergenza”, che includesse Syriza, sono falliti, e sono state convocate nuove elezioni per colmare il pericoloso vuoto nella struttura di potere. La resistenza di massa al programma UE/FMI di cannibalismo sociale ha trasformato la Grecia in un paese ingovernabile. Nessuno crede seriamente, qualsiasi sia il risultato del 17 giugno, che la crisi del potere politico, specialmente quando l’intera euro-zona sta precipitando nell’abisso trascinata dalla Spagna, sarà risolta; piuttosto si aggraverà.

Samaras, il leader del partito di destra Nuova Democrazia, ha formato in fretta un “Fronte della destra europeista” estremamente eterogeneo chiamando sotto le sue bandiere estremisti neoliberisti, come il suo tradizionale rivale politico Dora Bakoyanni, liberali di centro destra e fascisti dichiarati ex militanti del LAOS, utilizzando una vecchia retorica anticomunista da Guerra Fredda per “salvare la patria da una “conquista comunista” da parte di…Tsipras! Il partito apertamente neonazista “Alba Dorata”, che ha avuto una spettacolare crescita elettorale al 7% in maggio, parla della “minaccia del trotskysmo” e dei “trotskysti che agiscono dietro Tsipras”!!
 A questo ridicolo ma pericoloso circo anticomunista e anti-Syriza si è aggiunto il… Partito Comunista di Grecia (KKE), che ha fatto di Syriza il principale, se non l’unico, obbiettivo nella sua campagna elettorale. Non c’è da sorprendersi quindi che nei sondaggi il KKE stia sempre più perdendo il proprio consenso da quasi l’8% delle elezioni di maggio a circa il 4-5% di adesso.

Al contrario, nello stesso periodo, Syriza è balzata dal 17% delle elezioni del 6 maggio al 30% degli attuali sondaggi, contendendo alla Destra spaventata il primo posto e la possibilità di costituire un governo. Ma anche in questo caso, la formazione di una maggioranza di governo della sinistra non è così facile. Il KKE ha già brutalmente respinto ogni idea di entrare a far parte di un governo di coalizione dei partiti della Sinistra. Sinistra Democratica è più una formazione di centrosinistra che un raggruppamento della sinistra riformista e chiede la partecipazione a questo governo di ciò che resta del totalmente discreditato neoliberista PASOK, se non della stessa Nuova Democrazia di destra. La centrista ANTARSYA non può svolgere alcun ruolo; non ha alcuna speranza di entrare in Parlamento, poiché i sondaggi rilevano che è regredita dall’1,2% dello scorso maggio ad un magro 0,5 % oggi.
La tendenza principale si sta orientando a sinistra verso un voto a Syriza. Siccome le elezioni e la possibilità di assumere incarichi di governo si avvicinano, Syriza diviene sempre più conservatrice cercando di placare sia l’UE che la borghesia greca.

Il suo rinnovato programma, presentato il primo giugno continua a chiedere un impossibile compromesso tra un rifiuto del Memorandum e le esigenze dell’ UE, dell’euro, e dell’FMI, mantenendo intatte la partecipazione all’UE e le basi sociali capitalistiche della Grecia.
Ancora, rispetto all’insostenibile debito sovrano, Syriza chiede una moratoria dei pagamenti, una loro rinegoziazione, e un’Inchiesta Internazionale per un Audit del debito che valuti “la sua parte illegittima”, seguendo l’esempio di Correa in Ecuador.
Sulla questione della banche, Syriza non ha mai chiesto la loro nazionalizzazione senza indennizzo e sotto contro dei lavoratori; chiede solamente un “controllo pubblico”, cioè una parziale “nazionalizzazione” della banche greche ricapitalizzate dall’EFSF, sulla linea dello schema di Cristina Kirchner per la YPF in Argentina.
Inoltre, il programma si spinge ancora più a destra. Presenta una versione molto modesta anche delle rivendicazioni immediate. Ad esempio, chiede il ristabilimento del vecchio salario minimo di circa 700 euro mentre per una vita minimamente decente è necessario il doppio. In relazione all’apparato repressivo dello Stato, la polizia e l’Esercito ha timidamente avanzato una vaga proposta di “democratizzazione”. La visita ufficiale di Tsipras ai Generali nel Quartier generale dello Stato Maggiore dell’Esercito, della Marina e dell’Aereonautica ha ricordato a molte persone (compreso alla stazione radio di Syriza) la visita di Salvador Allende (eroe di Tsipras) a Pinochet prima del golpe in Cile.

Malgrado tutto ciò, una sorta di “Tsipromania” ( la definizione è di un sostenitore di Syriza) domina sia i mass media borghesi internazionali che tutte le sfumature della sinistra democraticista internazionale. I mass media imperialisti presentano Tsipras come il “fantasma del comunismo” che ritorna sull’Europa; la democraticista sinistra riformista e/o centrista lo considera come l’ultima reincarnazione della Speranza di Emancipazione. Gli scorsi giorni sono giunti ad Atene come pellegrini a La Mecca di Syriza, per sostenerla pubblicamente ed entusiasticamente, una serie di ben note figure dell’intellighenzia di sinistra internazionale come Slavoi Zizek (ha parlato insieme a Tsipras ad un grande raduno elettorale pubblico), Leo Panitch, e Tariq Ali (ha parlato ad un incontro pubblico in centro organizzato da NAR e ANTARSYA per invitare l’uditorio a votare… per Syriza, non ANTARSYA; ha ricevuto fragorosi applausi da metà del pubblico presente all’incontro mentre l’altra metà era atterrita!)

Il nostro partito, l’EEK, combatte sia l’adattamento opportunista che la cecità settaria nei confronti di Syriza. Noi teniamo un constante rapporto, alcune azioni comuni e un dialogo principalmente con la base e le persone che si volgono a Syriza. Lottiamo per sconfiggere la Destra; ci opponiamo alla caccia alle streghe anticomunista e alla campagna diffamatoria degli stalinisti contro Syriza, mentre continuiamo a criticare il suo programma, il suo attaccamento all’UE imperialista ed al sistema capitalista, ed il contenuto borghese di quella sorta di “fronte popolare” collaborazionista di classe avanzata dai riformisti. Noi contrapponiamo il nostro programma di un’uscita socialista rivoluzionaria dalla crisi (ripudio di tutto il debito, nazionalizzazione della banche e dei settori strategici dell’economia, senza indennizzi e sotto il controllo dei lavoratori, riorganizzazione dell’economia su nuove basi in accordo ai bisogni sociali, squadre di difesa dei lavoratori contro i fascisti, rottura dell’apparato repressivo dello Stato borghese, potere operaio e governo dei lavoratori,  rottura dell’UE e lotta comune con i lavoratori dell’Europa per un unificazione socialista del Vecchio Continente ecc.) chiarendo che un vero governo della sinistra potrebbe e dovrebbe essere solo un governo dei lavoratori.

L’EEK voleva lottare per questo programma anche in queste elezioni. Ma l’antidemocratico sistema delle classe dominante impone enormi ostacoli finanziari che divengono talvolta insostenibili: dopo la campagna per le elezioni del 6 maggio, avremmo, di nuovo, dovuto raccogliere in tempi molto brevi, circa 60 mila euro per le elezioni del 17 giugno – una somma enorme per un piccolo Partito della classe operaia senza risorse materiali e la cui maggioranza dei membri sono giovani disoccupati. Malgrado gli sforzi ed il sacrificio dei nostri compagni non potremo raccogliere quel denaro prima della scadenza. Così, l’EEK, non potendo, non presenterà proprie liste indipendenti alle prossime elezioni.

Mentre conducevamo la battaglia per raccogliere le risorse necessarie ad una partecipazione indipendente, abbiamo accettato l’invito fatto da ANTARSYA a valutare le possibilità di un comune blocco elettorale. Nelle nostre discussioni bilaterali, abbiamo proposto di includere nel programma comune due punti programmatici, estremamente essenziali per l’EEK: la necessità della lotta per il potere dei lavoratori e per un governo operaio della sinistra, non per uno frontista popolare borghese; e la necessità di combattere il nazionalismo e l’isolazionismo nazionale combinando la rivendicazione della rottura con l’UE imperialista con l’appello per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa. Insieme a questi punti, chiedevamo che il nome del nostro Partito, EEK fosse aggiunto chiaramente dopo il nome ANTARSYA, per chiarire che si tratta di una collaborazione elettorale, non di una fusione con una colazione da cui ci separano importanti questioni programmatiche. Alla fine ANTARSYA ha affermato che se poteva essere d’accordo con i punti programmatici, era fuori questione inserire indipendentemente il nome del nostro partito nelle schede elettorali. Dovevamo semplicemente essere inclusi in ANTARSYA pur non facendone parte! L’ultimatum è stato respinto e la discussione è fallita.

In realtà, ANTARSYA era ed è nel pieno di una crisi esplosiva: due delle sue organizzazione provenienti dalla tradizione della sinistra eurocomunista e una parte del NAR guardano ad un accordo, addirittura ad una fusione con Syriza; le principali forze del Nar più l’SWP di Tony Cliff sono contrarie a Syriza. Le forze pro-Syriza hanno boicottato ogni accordo con l’EEK e gli altri si sono adattati a loro. In realtà, non sono mai stati d’accordo con i due punti programmatici principali presentati dall’EEK (potere dei lavoratori, Stati Socialisti Uniti d’Europa) come il loro materiale elettorale per le elezioni del 17 giugno chiaramente dimostra. Probabilmente, un serio rovescio del loro voto il 17 giugno sarà devastante per questa coalizione centrista che è così aperta all’elettoralismo – ma anche allo stalinista KKE.
L’EEK, in questo periodo, intraprende la propria campagna per il “giorno dopo” connessa alle elezioni di giugno. La prossima settimana il Comitato Centrale dell’EEK in una riunione speciale renderà pubblico il proprio manifesto sulla situazione complessiva, specificando anche la propria tattica rispetto al voto nelle prossime elezioni.



Savas Michael-Matsas 
(nella foto sulla destra)

Segretario EEK 
(Partito Rivoluzionario dei Lavoratori) 
Sezione Greca del Coordinamento
per la Rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI)
3 giugno 2012

Traduzione a cura della sezione Pcl di Sassari

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