martedì 4 febbraio 2014

IL MINISTRO CAROZZA “SPERIMENTA”, NOI LOTTIAMO!



Un altro colpo nell’implacabile percorso di distruzione della scuola pubblica, perseguito con accanimento e con strategico accerchiamento da governi di ogni colore politico nel corso degli ultimi anni, sta per essere messo a segno. Fare cassa sulla scuola è uno degli obiettivi che il capitalismo, oramai alla bancarotta, ha imposto al nostro Paese. Tagliati migliaia di posti di lavoro e saperi, accorpati istituti creando mostri amministrativi ed ambienti anti-didattici, procrastinati i termini delle pensioni alla vecchiaia inoltrata, bloccati a tempo indeterminato gli scatti stipendiali ogni sette anni (l’unica forma parzialissima ed assolutamente insufficiente di recupero del potere d’acquisto dei già miserrimi salari), bloccato il Contratto, il governo delle “larghe intese” ha riscoperto la mai sopita tentazione di un ulteriore giro di vite al processo di demolizione della scuola pubblica.


Così il ministro Carrozza ha autorizzato la “sperimentazione” di un percorso liceale ridotto da 5 a 4 anni presso il Liceo Internazionale per l’Impresa “Guido Carli” di Brescia già annunciando che “si tratta di un’esperienza che dovrebbe diventare un modello in tutta Italia anche per la scuola pubblica”. “Ce lo chiede l’Europa”! Solo che questa volta c’è il non trascurabile dettaglio che al di la del refrain ricorrente succitato, il nostro Paese è quello che ha più disinvestito in questi anni di crisi sul sistema di istruzione e formazione rispetto ad altre nazioni dell’UE, oltre al fatto che il ritornello di cui sopra non corrisponde alla realtà. Il percorso formativo degli studenti della stragrande maggioranza degli istituti superiori termina a 19 anni in Bulgaria, Danimarca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Finlandia e Svezia, Germania, Repubblica Ceca, Lussemburgo e Romania.
Secondo stime approssimative (ed ottimistiche…) si calcola che il taglio di un anno del percorso formativo ipotizzato comporterebbe la decurtazione di circa 40.000 cattedre che si andrebbero ad aggiungere alle decine di migliaia di posti di lavoro tagliati dalle compagini governative di questo ultimo ventennio.
Fanno il deserto e lo chiamano “riforma” citando Tacito. La verità nuda e cruda è che si vuole per l’ennesima volta fare cassa sulla scuola per pagare puntualmente l’obolo annuale a padroni e banchieri e che dietro la spoliazione dei servizi sociali, al di la dei soliti stucchevoli, ipocriti e bugiardi slogan di circostanza, c’è la volontà di assecondare gli appetiti di un capitalismo morente che non ha più nulla da dare ma ha solo da togliere.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori, che coerentemente e controcorrente si è da sempre opposto alla barbarie rappresentata dall’attacco alla scuola pubblica, invitiamo studenti, famiglie, insegnanti e personale non docente (precario e a tempo indeterminato) a mobilitarsi prima che sia troppo tardi!







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