mercoledì 21 agosto 2013

Omaggio alla memoria di Lev Trotsky (7 Novembre 1879 - 21 Agosto 1941): In memoria del Vecchio uomo di James P. Cannon


In memoria del Vecchio uomo 
(Necrologio per Trotsky)

di James P. Cannon


"L'intera vita conosciuta del compagno Trotsky, da quando è entrato nel movimento operaio della cittadina di provincia di Nikolayev all'età di diciotto anni fino al momento della sua morte, quarantadue anni dopo a Città del Messico, è stata interamente dedicata al lavoro e alla lotta per l'Ideale. Egli ha combattuto per l'emancipazione dei lavoratori e dei popoli oppressi del mondo, e per la riorganizzazione della società dal capitalismo al socialismo attraverso la rivoluzione. Nella sua concezione questa rivoluzione liberatrice aveva bisogno, per avere successo, della leadership di un partito politico rivoluzionario d'avanguardia dei lavoratori. 

In tutta la sua vita il compagno Trotsky non si è discostato mai da questo ideale. Non ha mai dubitato e non ha mai cessato di lottare per la sua realizzazione. Sul letto di morte, nel suo ultimo messaggio a noi, suoi discepoli, ha voluto continuare a proclamare la sua convinzione nella causa: "Dite ai nostri amici che sono sicuro della vittoria della Quarta Internazionale, andate avanti!" 

Tutto il mondo conosce il suo lavoro e le sue ultime volontà. 
I mezzi della stampa internazionale hanno diffuso il suo insegnamento e lo hanno fatto conoscere a milioni di persone nel mondo. Nella mente e nel cuore di tutti coloro che da ogni parte soffrono con noi stasera, nasce una riflessione, una domanda: riuscirà il movimento da lui creato e ispirato a sopravvivere alla sua morte? Saranno i suoi seguaci in grado di tenere unito il loro schieramento, saranno in grado di svolgere il loro compito e realizzare l'emancipazione degli oppressi attraverso la vittoria della Quarta Internazionale? 
Senza la minima esitazione noi diamo una risposta affermativa a questa domanda. I nemici che prevedono un crollo del nostro movimento senza Trotsky, e quegli amici velleitari che hanno paura, dimostrano solo che non hanno compreso Trotsky, quello che è stato, ciò che ha rappresentato e ciò che ha lasciato. Mai ad una famiglia in lutto è stato lasciato un così ricco patrimonio come quello che il compagno Trotsky, come un padre previdente, ha dato in consegna alla famiglia della Quarta Internazionale come fiduciaria per l'umanità futura. 
Egli ci ha trasmesso un grande capitale di idee, dottrine che disciplineranno la lotta per un grande futuro dell'umanità. Le autorevoli teorie di Trotsky sono il nostro programma e la nostra bandiera. Nella nostra epoca oscura esse sono un modello chiaro per l'azione, la costante rassicurazione della nostra giustezza e la certezza che la vittoria sarà inevitabile. 
Trotsky riteneva che gli ideali sono la più grande forza che vi sia nel mondo. I loro artefici possono essere annientati, ma gli ideali, una volta promulgati, vivono di vita propria. 
Se gli ideali sono corretti si fanno strada attraverso tutti gli ostacoli! Questo è stato il concetto dominante della filosofia del compagno Trotsky. 

Lo ha spiegato a noi molte volte. Una volta ha scritto: "Non è il partito che redige il programma, è il programma che redige il partito". In una lettera personale a me scrisse: "Lavoriamo con le idee più corrette e autorevoli del mondo, con forze numericamente insufficienti di mezzi e materiali. Ma le idee giuste, nel lungo periodo, vincono sempre e conseguono i mezzi materiali e le forze necessarie". 
Trotsky, come Marx, riteneva che "un'idea, quando si impadronisce delle masse, diventa una forza effettiva": mai fu messo in dubbio che il suo lavoro sarebbe vissuto dopo di lui. Per questo egli ribadì anche sul letto di morte la sua assoluta certezza nella futura vittoria della Quarta Internazionale, che incarnava i suoi ideali. Coloro che mettono in dubbio ciò non conoscono Trotsky. 

Trotsky credeva che il più rilevante significato della sua vita, il suo più grande valore, consistesse non nella vita fisica né nella sua epopea, come le figure eroiche della storia che colpiscono per le loro vittorie e la loro magnificenza, ma in ciò che egli avrebbe lasciato dopo che gli assassini avessero eseguito il proprio mandato. Sapeva che il suo destino era segnato e si impegnò contro il tempo per lasciare a noi tutti i suggerimenti possibili e attraverso di noi all'umanità. 

Negli ultimi undici anni del suo esilio egli si è incatenato alla scrivania come un detenuto fino all’esaurimento, noi sappiamo che lavorava con tale energia, con tale ostinazione e autodisciplina, come solo gli uomini di genio nel lavoro sanno fare. Ha lavorato contro il tempo per riversare in forma scritta, attraverso la sua penna, l'intero contenuto del suo pensiero prezioso e eminente, per renderlo imperituro per noi e per coloro che verranno dopo di noi. 
Tutto Trotsky, come tutto Marx, è conservato nei suoi libri, articoli e lettere. La sua voluminosa corrispondenza, che contiene alcune delle sue più brillanti considerazioni e le sensazioni più intime e personali, deve ora essere ordinata e pubblicata. 

Quando questo avverrà, quando anche le sue lettere saranno divulgate a fianco dei suoi libri, dei suoi opuscoli e dei suoi articoli, noi e tutti coloro che si uniranno alla lotta per la liberazione dell'umanità ritroveremo ancora il nostro Vecchio uomo a sostenerci. 
Egli sapeva che il super-Borgia del Cremlino, il Caino-Stalin, che ha distrutto l'intera generazione della Rivoluzione d'Ottobre, lo aveva condannato a morte e sarebbe riuscito prima o poi nell'intento di ucciderlo. Questo è il motivo per cui si è impegnato nel lavoro con tanta urgenza. Questo è il motivo per cui si è affrettato a riportare tutto ciò che era nella sua mente su carta, per fissarlo in forma definitiva, perchè nessuno potesse più manometterlo. Proprio l'altra sera, ho parlato a tavola con uno dei suoi segretari più fidati, un giovane compagno che lo ha servito a lungo e conosceva intimamente come era trascorsa la sua vita negli ultimi anni di esilio. 

Io lo spinsi a scrivere le sue memorie senza indugio. Gli dissi: "Noi tutti dobbiamo scrivere tutto quello che sappiamo su Trotsky. Ognuno deve registrare i ricordi e le impressioni. Non dobbiamo dimenticare che ci siamo mossi nell'orbita della più grande figura del nostro tempo. Milioni di persone, generazioni che verranno, saranno affamati di ogni frammento di informazione, di ogni parola, di ogni impressione che getti luce su di lui, sulle sue idee, sui suoi obiettivi, e sulla sua vita personale". 

Egli rispose: "Posso scrivere solo sulle sue qualità personali come le ho osservate; i suoi metodi di lavoro, la sua umanità, la sua generosità. Ma non riesco a scrivere nulla di nuovo circa le sue idee. Sono già scritte. Tutto quello che aveva da dire , tutto quello che aveva nella mente è già sulla carta. Sembrava essere determinato a raccogliere fino al fondo del sua testa, a tirare fuori tutto e a donarlo al mondo con i suoi scritti. Molto spesso, mi ricordo, casualmente qualche argomento poteva venire fuori nelle discussioni della cena; mentre una discussione informale aveva luogo il Vecchio esprimeva alcune opinioni nuove e inattese. Quasi sempre, i contributi di quelle conversazioni al tavolo di cena trovavano espressione più tardi in un libro, un articolo o una lettera." 
Hanno ucciso Trotsky non con un colpo solo, non quando questo assassino, l'agente di Stalin, ha guidato il piccone contro la parte posteriore del suo cranio. Questo è stato solo il colpo finale. L'hanno ucciso da lontano. L'hanno ucciso molte volte. L'hanno ucciso sette volte, quando hanno ucciso i suoi sette segretari. L'hanno ucciso quattro volte, quando hanno ucciso i suoi quattro figli. L'hanno ucciso quando i suoi vecchi compagni della Rivoluzione russa sono stati sterminati. Nonostante tutto questo egli si è rialzato in piedi per adempiere il suo dovere. 

Diventato vecchio e malato, dopo aver vacillato sotto i colpi morali e fisici, ha portato avanti il suo messaggio per l'umanità con slancio finché ha avuto ancora tempo. Egli ha elaborato per noi ogni pensiero, ogni idea, ogni lezione avuta dalla sua esperienza nella stesura di un opera letteraria eccellente, un tesoro che le falene e la ruggine non potranno divorare. 
C'era una profonda differenza tra Trotsky e gli altri grandi uomini di azione e leader politici che hanno influenzato in passato la vita dei popoli. Il potere di queste persone, quasi di tutte, era qualcosa di personale, qualcosa di non cedibile agli altri. La loro influenza non sopravvisse alla loro morte. Basta ricordare per un attimo i grandi uomini della nostra generazione o della generazione appena passata: Clemenceau, Hindenburg, Wilson, Theodore Roosevelt, Bryan. Avevano grandi masse al seguito e come sostegno. Ma ora sono morti e tutto il loro potere è morto con loro. Non restano che monumenti ed elogi funebri. 
Nulla ebbero di distintivo tranne il loro carisma. Sono stati opportunisti, leader per un giorno. Non hanno lasciato modelli per guidare o ispirare gli altri uomini, quando i loro corpi sono divenuti polvere la loro personalità è diventata un ricordo. 

Non è così per Trotsky. Non per lui. Lui è diverso. Fu certamente anche un grande uomo d'azione. Le sue imprese fanno parte della più grande rivoluzione della storia dell'umanità. Ma, a differenza degli opportunisti e dei leader di un giorno, le sue opere si sono ispirate a grandi ideali e questi sono ancora vivi. Non solo ha realizzato una rivoluzione ma ha scritto la sua storia e ha spiegato le leggi fondamentali che governano tutte le rivoluzioni. Nella sua "Storia della Rivoluzione russa", che egli considerava il suo capolavoro, ci ha dato una guida per la realizzazione di nuove rivoluzioni, o meglio, per l'estensione in tutto il mondo di quella rivoluzione che ha avuto inizio nel mese di ottobre 1917. 

Trotsky, il grande uomo di idee, era stato discepolo dell’grande Marx. Egli non ha preteso mai di proclamarsi ideatore delle dottrine fondamentali che ha sostenuto. Ha costruito le sue tesi sulle basi gettate dai grandi teorici del diciannovesimo secolo, Marx ed Engels. Inoltre passò attraverso la geniale scuola di Lenin e si arricchì da lui. Il talento di Trotsky è stato rappresentato dall’aver completamente assimilato le idee lasciate in eredità da Marx, Engels e Lenin, dall’aver fatto proprio il loro metodo, dall’aver sviluppato le dottrine nelle odierne condizioni, e nel averle applicate in maniera magistrale nella lotta del proletariato moderno. 
Se volete comprendere Trotsky dovete sempre tenere presente che è stato fedele allievo di Marx, un marxista ortodosso. Ha lottato sotto la bandiera del marxismo per quarantadue anni! Durante l'ultimo anno della sua vita ha messo da parte tutto il resto per combattere la grande battaglia politica e teorica del marxismo nei ranghi della Quarta Internazionale!
L'ultimo articolo a cui lavorò, lasciato incompiuto sulla sua scrivania, era una difesa contro i revisionisti del marxismo contemporaneo e gli scettici. La potenza di Trotsky era, prima di tutto e soprattutto, la potenza del marxismo. 

Volete un esempio concreto del potere delle idee marxiste? Basti pensare a questo: quando Marx morì nel 1883, Trotsky aveva quattro anni. Lenin solo quattordici. Nessuno poteva conoscere Marx o qualcosa di lui. Eppure entrambi divennero grandi personaggi storici per via di Marx, perché Marx aveva diffuso le proprie idee nel mondo prima della loro nascita. Tali idee hanno vissuto di vita propria. Si sono formate nella vita di Lenin e Trotsky. Il pensiero di Marx era con loro e ha guidato ogni loro passo quando hanno eseguito la più grande rivoluzione della storia. 

Così sarà per le idee di Trotsky, le quali sono uno sviluppo delle idee di Marx, che influenzano noi, suoi discepoli, che oggi gli sopravviviamo. Esse influenzeranno l'esistenza di molti più discepoli che devono ancora venire, che ancora non conoscono il nome di Trotsky. Quelli che sono destinati a diventare i più grandi trotzkisti, giocano oggi nei cortili delle scuole. Si nutriranno degli ideali di Trotsky, come lui e Lenin si sono nutriti di quelli di Marx e di Engels. Infatti il nostro movimento negli Stati Uniti ha preso forma ed è cresciuto con le sue dottrine, senza la sua presenza fisica, e nel primo periodo senza neppure alcun contatto. 
Trotsky fu esiliato e isolato ad Alma Ata nel 1928, quando abbiamo iniziato la nostra lotta per il trotskismo in questo paese. Non abbiamo avuto alcun contatto con lui e per lungo tempo non sapevamo se fosse vivo o morto. Non abbiamo avuto nemmeno una raccolta di suoi scritti. Tutti avevamo solo quello che è stato l’unico documento corrente, la sua "Critica della bozza di programma del Comintern". Questo è stato sufficiente. Alla luce di questa unica testimonianza scritta abbiamo intrapreso la nostra strada, abbiamo iniziato la nostra lotta con suprema fiducia, siamo passati attraverso la scissione senza cedimenti, abbiamo costruito una organizzazione nazionale e istituito la nostra stampa settimanale trotskista. Il nostro movimento è stato costruito fermamente fin dall'inizio ed è rimasto saldo, perché è stato costruito sui modelli di Trotsky. 
Ciò avvenne quasi un anno prima che fossimo stati in grado di stabilire una comunicazione diretta con il Vecchio uomo. Quindi, con le sezioni della Quarta Internazionale in tutto il mondo. 

Solo una compagnia di pochissimi uomini si sono incontrati faccia a faccia con Trotsky. Eppure ovunque lo conoscevano. In Cina e oltre gli oceani in Cile, Argentina, Brasile. In Australia e praticamente in ogni paese d'Europa. Negli Stati Uniti, Canada, Indocina, Sud Africa. Non lo hanno mai visto, ma le sue idee ci hanno reclutato sotto una stessa uniforme, in un indistruttibile organizzazione mondiale. Questa sopravvivrà anche dopo la sua morte fisica. Non vi è alcun margine di dubbio. Il posto di Trotsky nella storia è già stabilito. Egli sarà per sempre all'apice della storia accanto agli altri tre grandi giganti del proletariato: Marx, Engels e Lenin. 

E 'possibile, anzi è molto probabile, che nella memoria storica del genere umano il suo nome evocherà il più caldo affetto, la più viva riconoscenza da parte di tutti. Perché ha combattuto in modo onesto e eroico come nessun altro con tale generosa fedeltà, in un mondo di tali nemici. 

Le generazioni future dell’umanità emancipata guarderanno indietro gli interessi insaziabili di questa folle epoca di violenta reazione e di sanguinose trasformazioni sociali, questo momento di agonia di un sistema sociale e di dolori per la nascita di un nuovo. Quando vedranno attraverso la lente della storia come le masse dei popoli oppressi in tutto il mondo brancolavano, accecate e confuse, proveranno un amore sconfinato per il nome del genio che ha dato la luce, del grande cuore che ha dato coraggio. 

Di tutti i grandi uomini del nostro tempo, di tutti i personaggi pubblici a cui le masse hanno chiesto una direzione in tempi difficili e terribili, Trotsky solo ha rivelato le cose per noi, solo lui ci ha dato la luce nel buio. La sua mente da sola ha districato i misteri e la complessità della nostra epoca. L’acuto pensiero di Trotsky era temuto da tutti i suoi nemici. Non potevano farvi fronte. Essi non potevano confutarlo. Nel metodo incredibilmente orribile con il quale lo hanno distrutto vi era nascosto un simbolo profondo. Hanno colpito il suo cervello! Ma il più ricco prodotto di quel cervello è ancora vivo. Il pensiero era già diffuso e non potrà mai essere bloccato e cancellato. 

Noi non minimizziamo il colpo che è stato dato a noi, al nostro movimento e al mondo. E' la peggiore calamità. Abbiamo perso qualcosa di valore incommensurabile che non potrà mai essere recuperato. Abbiamo perso l'ispirazione della sua presenza fisica, il suo saggio consiglio. Tutto ciò è perduto per sempre. Il popolo russo ha sofferto il colpo più terribile di tutti. Ma per il fatto stesso che la combriccola stalinista sia arrivata ad uccidere Trotsky dopo undici anni, giungendo da Mosca, impegnando tutta la sua energia per progettare l'assassinio, è la più grande testimonianza che Trotsky vive ancora nel cuore del popolo russo. Non credete alle bugie. Hanno aspettato e sperato per il suo ritorno. Le sue parole sono ancora lì. Il suo ricordo è vivo nei loro cuori. 

Solo pochi giorni prima della morte del compagno Trotsky, i redattori del Bollettino russo hanno ricevuto una lettera da Riga. Era stata inviata prima dell’annessione della Lettonia all'Unione Sovietica. Dichiarava con parole semplici che la "Lettera aperta ai lavoratori dell 'URSS" di Trotsky li aveva raggiunti, aveva innalzato i loro cuori al coraggio e mostrato loro il cammino. La lettera ha assicurato che il messaggio di Trotsky era stato assimilato parola per parola e sarebbe passato di bocca in bocca, non importa quello che sarebbe accaduto. Noi crediamo in verità che le parole di Trotsky vivranno più a lungo in Unione Sovietica che il regime sanguinario di Stalin. Nel giorno della avvenuta liberazione la bandiera del popolo russo sarà il grande pensiero di Trotsky. 
Il mondo intero sa chi ha ucciso il compagno Trotsky. Il mondo sa che sul letto di morte ha accusato Stalin e la sua GPU dell'omicidio. L'annuncio dell'omicidio, preparato prima dell'esecuzione, è la prova definitiva, se ci fosse ancora bisogno di provare, che l'omicidio è stato eseguito dalla GPU. Si tratta di una mera ripetizione delle bugie dei processi di Mosca, un tentativo stupido della polizia, con un giorno di ritardo, di costruire una messinscena che è stata demolita agli occhi del mondo intero. 

Il movente dell'assassinio nasce dalla reazione mondiale, dalla paura della rivoluzione, dai traditori e dai sentimenti di odio e di vendetta. Lo storico inglese Macaulay ha osservato che gli apostati di tutte le epoche hanno manifestato una eccezionale malignità verso coloro che hanno tradito. 
Il traditore Stalin e la sua banda sono stati consumati da un odio folle verso chi ricordava il loro passato. Trotsky, il simbolo della grande rivoluzione, rappresentava da sempre la causa che Stalin aveva abbandonato e tradito, per questo lo odiava. Lo odiava per tutte le qualità e la grande rettitudine umana che egli personificava e che gli erano completamente estranee. Essi sono stati determinati a farla finita con lui ad ogni costo. 
Ora vengo a una parte che è molto dolorosa, un pensiero che, ne sono certo, è nelle menti di tutti noi.

Nel momento in cui abbiamo appreso del compimento dell’attentato, sono sicuro che ognuno di noi si è chiesto: non avremmo potuto proteggerlo più a lungo? Se avessimo investigato di più, se avessimo fatto di più per lui, non avremmo potuto salvarlo? Cari compagni non dobbiamo rimproverarci. Il compagno Trotsky fu condannato a morte molti anni fa. I traditori della rivoluzione sapevano che in lui viveva la rivoluzione, la tradizione e la speranza. Tutte le risorse di una nazione potente, messe in moto dall'odio e dalla vendetta di Stalin, sono state impegnate per l'assassinio di un uomo senza mezzi, con un solo pugno di seguaci vicino. 

Tutti i suoi colleghi sono stati uccisi, sette dei suoi segretari fedeli, i suoi quattro figli. Eppure, nonostante le vicissitudini che hanno segnato il suo esilio dalla Russia, egli si è salvato dalla morte per undici anni! Quelli sono stati gli anni più fecondi della sua vita. In quegli anni si è dedicato con piena maturità al compito di riassumere e trascrivere in forma indelebile il frutto delle sue esperienze e dei suoi pensieri. 
Le menti insensibili della polizia non potevano sapere che Trotsky aveva lasciato il meglio dietro di sé. Anche con la morte li ha frustrati. Perché la cosa che volevano più di tutto era cancellare la memoria e la speranza della rivoluzione che Trotsky ha lasciato. 
Se ci si rimprovera che questo apparato omicida alla fine abbia raggiunto Trotsky e lo abbia colpito, si deve ricordare che è molto difficile da proteggere chiunque da un omicidio. 
L'assassino che incalza la sua vittima notte e giorno, spesso vince ogni protezione. Anche lo zar di Russia e altri governanti, protetto dal presidio della polizia di un grande impero, non poterono sempre scampare agli attentati da parte di piccole bande di terroristi determinati, seppur dotati di scarse risorse. Questo è stato più di una volta il caso della Russia prerivoluzionaria. Qui, nel caso di Trotsky, tutto era in senso inverso. Tutte le forze erano dalla parte degli assassini. L’apparato di un grande Stato trasformato in uno strumento di esecuzione contro un uomo e alcuni seguaci devoti. 

Quindi, se alla fine sono riusciti nel loro intento, dobbiamo solo chiederci, abbiamo fatto tutto il possibile per prevenire o rimandare? Sì, abbiamo fatto del nostro meglio. In tutta coscienza, dobbiamo dire che abbiamo fatto del nostro meglio. 
Nelle ultime settimane, dopo l'attentato del 24 maggio, ancora una volta all'ordine del giorno della nostra commissione era l’importante questione della tutela del compagno Trotsky. Ogni compagno era convinto che era questo il nostro compito più importante, più importante per le masse di tutto il mondo e per le generazioni future, e soprattutto che noi avremmo fatto tutto quanto in nostro potere per proteggere la vita del nostro capo, del fratello che ci ha aiutato e guidato. Una delegazione di dirigenti del partito ha compiuto una visita in Messico. E' risultato essere la nostra ultima visita. Lì, in quella occasione, in accordo con lui, abbiamo delineato una nuova campagna per rafforzare la guardia. Sono stati raccolti migliaia di dollari in questo paese per fortificare la casa, tutti i nostri soci e simpatizzanti hanno risposto con grande sacrificio e generosità. 

Ma l’organizzazione assassina è riuscita ancora ad infiltrarsi. Coloro che ci hanno aiutato anche con gli incarichi più piccoli, con il denaro o con la loro presenza fisica, come i nostri giovani coraggiosi compagni della guardia, non saranno mai pentiti di quello che hanno fatto per aiutare a proteggere il Vecchio uomo. 
Quando il compagno Trotsky è stato alla fine abbattuto, stavo tornando in treno da un viaggio speciale a Minneapolis. Ero andato lì per preparare nuovi compagni e soprattutto per potenziare la guardia di Coyoacan. Tornando a casa mi sono seduto in treno con un senso di soddisfazione: lo scopo del viaggio era stato realizzato, i rinforzi della guardia erano stato trovati come previsto. 

Poi, mentre il treno passava attraverso la Pennsylvania, verso le quattro del mattino, mi hanno portato i primi comunicati con la notizia che l'assassino era penetrato nella roccaforte e aveva sferrato un colpo di piccone alla testa del compagno Trotsky. Questo fu l'inizio di una giornata terribile, il giorno più triste della nostra vita, quando abbiamo aspettato, ora per ora, mentre il Vecchio uomo combatteva la sua ultima battaglia, lottando inutilmente con la morte. Ma anche allora, in quel momento di dolore terribile, quando abbiamo ricevuto il messaggio funesto per telefono da grande distanza: "Il vecchio uomo è morto", anche allora, non abbiamo permesso a noi stessi di fermarci a piangere. 
Ci siamo immersi da subito nel lavoro per preservare la sua memoria e per eseguire la sua volontà. Abbiamo lavorato più duramente che mai, perché per la prima volta abbiamo realizzato con piena coscienza che dovevamo darci da fare immediatamente. Non possiamo più trovare sostegno nel Vecchio uomo. Quel che facciamo è ciò che dovevamo fare. Questo è lo spirito con cui avremmo avuto modo di lavorare d’ora in poi. 
I predoni capitalisti di tutto il mondo hanno compreso il significato del nome di Trotsky. L'amico degli oppressi, il fautore di rivoluzioni, era l'incarnazione di tutto ciò che essi più odiavano e temevano! Anche nella morte essi gli porgono oltraggio. I loro giornali spargono sporcizia sul suo nome. Egli fu esiliato dal mondo nei tempi della reazione. 
Nessuna porta gli venne aperta da nessuna parte se non nella Repubblica del Messico. Il fatto che a Trotsky fu sbarrato l'ingresso in tutti gli stati capitalisti è di per sé la più chiara refutazione delle menzogne degli stalinisti, di tutte le loro folli accuse secondo le quali egli avrebbe tradito la rivoluzione per rivoltarsi contro i lavoratori. Gli stalinisti non hanno mai convinto di questo il mondo capitalista. Neppure per un momento. 
"I capitalisti di tutti i tipi temono ed odiano perfino il suo corpo ormai senza vita! Le porte della nostra grande democrazia sono aperte a molti rifugiati politici, certamente. 
Ogni sorta di reazionari; canaglie democratiche che hanno tradito ed abbandonato i loro popoli; monarchici e persino fascisti, tutti sono stati accolti con un benvenuto nel porto di New York. Ma neanche il corpo senza vita dell'amico degli oppressi ha trovato asilo qui!
Noi non dimentichiamo!
Dobbiamo nutrire il risentimento nel nostro cuore perché in tempo utile ci prenderemo la nostra vendetta. 

Le grandi e potenti democrazie di Roosevelt e Hull non ci hanno permesso di portare qui il suo corpo per il funerale. Ma è qui lo stesso. Tutti noi sentiamo che è qui in questa sala questa sera, non solo con le sue grandi idee, ma anche, soprattutto stanotte, con i nostri ricordi di lui come un uomo. Abbiamo il diritto di essere orgogliosi del fatto che l'uomo migliore del nostro tempo, la più grande mente e il cuore più forte e fedele,era dalla nostra parte. La società in cui viviamo esalta i mascalzoni, i bari, gli egoisti, i bugiardi, e gli oppressori del popolo. 

A malapena un rappresentante intellettuale di classe della società in decomposizione, di grado alto o basso, che non sia un ipocrita miserabile, spregevole e codardo, tralascia prima di tutto i propri affari personali e rischia la propria vita senza valore. Che misera gente! Non c'è onestà senza ispirazione, niente di ciò in loro. Non hanno un solo uomo che può far scaturire una scintilla nel cuore dei giovani. Il nostro Vecchio uomo era fatto di una foggia migliore. Il nostro Vecchio uomo era fatto interamente di una sostanza diversa. Egli si innalzava nella sua grandezza morale al di sopra di questi pigmei. 

Il compagno Trotsky non solo ha lottato per un nuovo ordine sociale basato sulla solidarietà umana come obiettivo futuro, ma ha vissuto ogni giorno della sua vita secondo i suoi più elevati e nobili principi. Non si sarebbe permesso di essere un cittadino di un qualsiasi paese. Ma, in verità, era molto di più. Già nella sua mente e nel suo comportamento era un cittadino della futura umanità comunista. La memoria di lui come uomo, come compagno, è molto più preziosa dell'oro e dei rubini. Difficilmente possiamo capire che un uomo di questo tipo viva tra noi. Siamo tutti presi nella rete d'acciaio della società di classe con le sue disuguaglianze, le sue contraddizioni, le sue convenienze, i suoi falsi valori e le sue bugie. 
I veleni della società di classe corrompono tutti. Siamo tutti schiacciati e contorti, accecati da essa. Non possiamo prevedere come saranno i rapporti interpersonali, non possiamo comprendere come sarà la personalità di un uomo in una società libera. 
Il compagno Trotsky ci ha dato una visione profetica. In lui, nel suo temperamento di persona, come essere umano, abbiamo intravisto come sarà l'uomo comunista. 
Questo suo ricordo di lui uomo, di lui compagno, è la nostra più grande garanzia che lo spirito umano in cerca di solidarietà, è invincibile. Molte cose terribili della nostra epoca passeranno. Il capitalismo e tutti i suoi eroi passeranno. Stalin, Hitler, Roosevelt e Churchill, e tutte le menzogne, le ingiustizie e le ipocrisie passeranno nel sangue e nel fuoco. Ma lo spirito del comunista rappresentato dal compagno Trotskij non passerà. 

Il destino ci ha creato fragili uomini, i discepoli più diretti del compagno Trotsky. Siamo diventati i suoi eredi, e abbiamo ricevuto il compito di portare a termine il suo testamento. Egli ha avuto fiducia in noi. Ci ha rassicurato con le sue ultime parole della giustezza della nostra causa e del fatto che essa prevarrà. Dobbiamo solo avere fiducia in noi stessi, nella memoria della nostra tradizione e nell'ideale che ci ha lasciato in eredità. 
Dobbiamo tutto a lui. Dobbiamo a lui la nostra esistenza politica, la nostra intelligenza, la nostra fede nel futuro. Non siamo soli. Ce ne sono altri come noi, in tutte le parti del mondo. Ricordate sempre che non siamo soli. Trotsky ha educato gruppi di giovani in più di trenta paesi. Essi sono convinti fino al midollo della loro vittoria. 
Che questo non venga meno. Non dobbiamo vacillare! "Sono sicuro della vittoria della Quarta Internazionale!" disse il compagno Trotsky nell'ultimo momento della sua vita. Per questo siamo sereni. 


Trotsky non ha mai dubitato e noi non dubiteremo mai del fatto che, impugnate le armi delle sue idee, le masse oppresse del mondo saranno condotte fuori dal giogo sanguinoso della guerra in una nuova società socialista. Questa è la nostra dichiarazione stasera sul feretro del compagno Trotsky. 

Sulla sua salma ripensiamo anche al suo invito a non dimenticarsi di proteggere, dopo la sua scomparsa, la sua battagliera consorte, la compagna fedele di tutte le sue lotte e dei suoi esili. "Prendetevi cura di lei", ha detto, "lei è stata con me per molti anni." Sì, ce ne prenderemo cura. Prima di ogni altra cosa, ci si prenderà cura di Natalia. Veniamo ora all'ultima parola di saluto del nostro grande compagno e maestro, che ora è diventato il nostro più glorioso martire. 

Noi non neghiamo che il dolore stringa i nostri cuori. Ma il nostro non è dolore di prostrazione, il dolore che consuma la volontà. Esso è temprato dalla rabbia, dall'odio e dalla determinazione. Si tramuta in energia la volontà di continuare a combattere in nome del Vecchio uomo. I suoi discepoli dicono addio a lui nel modo più degno, come buoni soldati. 

Non ripiegati nell’abbattimento e nella disperazione, ma in piedi, con gli occhi asciutti e i pugni chiusi. Con la canzone della lotta e della vittoria sulle nostre labbra. Con la convinzione del trionfo della Quarta Internazionale di Trotsky, il Partito Internazionale della razza umana!"




James Patrick Cannon (1890-1974 nella foto) fu amico e collaboratore negli USA di Leon Trotsky. Entrato a far parte del Partito Socialista Americano nel 1908, si schierò con la fazione di sinistra del movimento con John Reed dopo la I° guerra mondiale. Fu tra i fondatori del Partito Comunista Americano.
Negli anni 1922-23 Cannon fece parte del Comitato Esecutivo dell'Internazionale di Mosca. Nel '28 si unì all'Opposizione di Sinistra e venne espulso dal Partito Comunista Americano. Fondò allora, con Schachtman e Abern, la Communist League of America; nel gennaio 1938 fu tra i fondatori del US Socialist Workers Party (di cui rimase segretario sino alla sua morte).
Il 28 agosto 1940 James P. Cannon dette il suo ultimo saluto a Leon Trotsky leggendo il suo necrologio funebre: "To the memory of the old man", in occasione del "Leon Trotsky Memorial Meeting" svoltosi presso l'Hotel Diplomat di New York City. Lo scritto, riportato di seguito in versione integrale, venne pubblicato per la prima volta sul giornale "Appello socialista" il 7 settembre 1940.

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