IN DEMA COME ALTROVE: DIFENDERE LAVORO, DIRITTI E SALARIO
Il 15 aprile scorso si è tenuto un incontro all'Unione
Industriali di Napoli tra la Dema spa, la regione Campania e le Rsu aziendali.
L'azienda ha comunicato di essere in presenza di una crisi finanziaria e,
pertanto, di dover dare attuazione, tra il 2013 ed il 2017, ad un piano di
rientro dai debiti accumulati negli ultimi quattro anni.
Si parla di 80
milioni di euro, di cui 40 costituiti dai mancati versamenti verso l'Inps e il
fondo pensioni Cometa e gli altri 40 dai debiti verso i vari fornitori (grezzi,
standard, chimici, subforniture varie).
La Dema, azienda dell'indotto Alenia che produce componenti
aeronautici di avanguardia, da anni non manca di grosse commesse che continuano
a garantirle profitti non indifferenti. Non a caso gli straordinari sono la
regola, e ciò a fronte di cronici ritardi nel pagamento delle retribuzioni.
Senza contare che la Dema supersfrutta i lavoratori, a partire da quelli
precari, obbligandoli a fare ore e ore di straordinario non pagato Eppure, essa non esita oggi ad inserire nel
piano 41 licenziamenti di lavoratori a tempo indeterminato che dovrebbero, a
suo dire, permettere il recupero totale del debito (in realtà il risparmio vero
è soltanto di un milione di euro l'anno). La verità è che la Dema vuole
scaricare sui lavoratori le scelte miopi di un gruppo dirigente la cui unica
funzione è sempre stata quella di garantire alla proprietà l'intangibilità dei
profitti. Ecco il vero piano aziendale: clpire i salri, i posti di lavoro, le
tutele (l'azienda prevede, tra l'altro, un piano di cessazione delle attività
produttive di una sola settimana ad agosto, lasciando au i capi reparto la
discrezionalità nella concessione delle ferie negli altri periodi dell'anno. Il
che significa che i lavoratori rischiano di perdere 33 giorni di ferie).
Il 16 aprile, il giorno dopo l'incontro, il compagno
Cristian, militante del Partito Comunista dei Lavoratori, Rsu Fiom della Dema
di Somma Vesuviana, ha convocato il Comitato degli iscritti Fiom, allargato a
rappresentanti sindacali Uil e Cisl. Nella riunione l'altra Rsu Fiom ha fatto
il resoconto dell'incontro con l'azienda che ha dato la stura ad un vivace
dibattito tra gli iscritti presenti che hanno espresso sia la forte preoccupazione
per i tanti posti di lavoro messi a
rischio e per il pericolo delle divisioni che potrebbero sorgere tra i
lavoratori senza una pronta e unitaria risposta sindacale. Al termine della
riunione il comitato ha deciso di dare notizia ai lavoratori di quanto stava
accadendo e di rimandare l'assemblea a dopo il secondo incontro con l'azienda
in attesa che questa chiarisse più precisamente e confermasse quanto ventilato
nel primo incontro, compresi i 41 licenziamenti.
Il giorno successivo l'azienda comunicava al compagno rsu
Fiom che aveva relazionato al comitato degli iscritti la decisione di trasferirlo allo stabilimento di Pomigliano.
Un chiaro atto discriminatorio aggravato dal fatto che il compagno è in attesa
di essere trasferito anche lui a Pomigliano per ragioni organizzative. Se ciò
accadesse è chiaro che la Fiom di Somma Vesuviana rimarrebbe senza
rappresentanza sindacale sin dall'inizio di questa delicatissima vertenza.
Successivamente il padrone Dema annuncia il non pagamento degli stipendi a partire
dal mese di aprile.
Il 15 di Maggio l’azienda comunica che non può pagare gli
stipendi e che la sua intenzione nel piano di ristrutturazione dell’azienda è
previsto il licenziamento di circa 50 operai. I lavoratori decidono, dunque, di
bloccare i cancelli della fabbrica ad oltranza per impedire la continuazione
della produzione, in risposta al nuovo attacco.
Ad una risposta molto decisa die lavoratori sono seguite le
provocazioni del titolare dell’azienda contro i lavoratori in picchetto. La
lotta è poi proseguita durante la giornata con la comunicazione delle RSU di
proseguire la lotta ad oltranza.
I compagni della Commissione lavoro del PCL di Napoli, di
cui anche un RSU Fiom iscritto al Partito, hanno dato il loro pieno supporto
militante ai lavoratori della DEMA dinanzi all’attacco simil-fiat dell’Azienda,
rivendicando la difesa incondizionata di tutti i posti di lavoro, il rigetto di
qualsiasi tipo di ricatto e di rappresaglia contro i lavoratori, il pagamento
immediato dei salari ed il collegamento con le lotte degli altri lavoratori,
stando ai picchetti coi lavoratori, confrontandosi con loro, portando
esperienze concrete di gestione operaia di fabbriche, veicolando parole
d’ordine, facendo interviste e allacciando rapporti indispensabili per la radicalizzazione
di una coscienza di classe e comunista nella classe operaia..
Cosa che continueremo a fare fino ad arrivare alla
nazionalizzazione sotto il controllo operaio dell’azienda.
(in allegato il volantino distribuito fuori i cancelli della DEMA + video inchiesta + foto)
BASTA COI RICATTI!
I LAVORATORI DEMA NON SI
PIEGHERANNO
Il Partito Comunista dei Lavoratori
esprime la sua solidarietà ai lavoratori DEMA
SPA ed è pronto a sostenere la loro lotta per la tutela del posto di lavoro
e dei diritti.
Non è accettabile che
un’azienda mortifichi i suoi dipendenti con continui ritardi nel pagamento
delle retribuzioni e senza una reale motivazione, se non quella di dire che è
in atto una crisi finanziaria nel mondo.
Non è tollerabile far
pagare ai lavoratori le scelte miopi di un management preoccupato solo di
garantire al padrone Dema l’intangibilità dei profitti. Un gruppo dirigente che
non esita ad annunciare 41 licenziamenti nel piano di rientro dai debiti
accumulati in 4 anni verso INPS, Fondo Cometa e Fornitori.
I lavoratori devono respingere con forza ogni
discriminazione verso quei delegati sindacali non disposti a collaborare con le
logiche scellerate della proprietà.
Nessuna zona franca
sarà risparmiata alla dirigenza Dema SPA. Bisogna riaprire una nuova stagione
di lotte, che deve vedere unito il più ampio fronte e che sappia respingere i
vergognosi attacchi del padronato DEMA SPA nei confronti dei lavoratori.
BLOCCO IMMEDIATO DEGLI STRAORDINARI E SCIOPERO IN CASO DI
CONTINUO RITARDO DI PAGAMENTO DEGLI STIPENDI
COLLEGARE LA VERTENZA DEI LAVORATORI DEMA CON QUELLE DELLE
ALTRE AZIENDE IN CRISI EVITANDONE LA FRAMMENTAZIONE E L'ISOLAMENTO
NAZIONALIZZARE SOTTO IL CONTROLLO OPERAIO TUTTE LE FABBRICHE
CHE LICENZIANO, INQUINANO E NON RISPETTANO I CONTRATTI COLLETTIVI NAZIONALI DI
LAVORO.
Partito Comunista dei Lavoratori –
Napoli
Sez. Rosa Luxemburg
Commissione
Lavoro/Sindacato
e-Mail:
pclnapoli@gmail.com - Facebook: Pcl
Napoli
FOTO DELLA GIORNATA DI PICCHETTAGGIO DEI LAVORATORI DEMA
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