[Bolivia]:
La burocrazia della Cob ha fondato uno “strumento politico”
Col congresso convocato dalla Centrale Operaia Boliviana (COB), il
7 e l’8 Marzo a Huanuni, è stato costituito il Partito dei Lavoratori (Partido
de los Trabajadores - PT), nome che riceve il precedentemente soprannominato
“Instrumento Politico del los Trabajadores” (Strumento Politico dei Lavoratori)
sotto l’impulso della FSTMB - Federación Sindical de Trabajadores Mineros de
Bolivia - (Minatori) nel suo congresso del settembre 2012 ,e che la COB ha
ratificato nel suo congresso del Gennaio 2013. Il leader del nuovo PT è Guido
Mitma, che è stato segretario esecutivo del FSTMB.
L’espressione “strumento politico dei lavoratori”, della cui
costruzione se ne discute nella centrale operaia boliviana da molti anni,
traduce l’intenzione di creare una rappresentanza elettorale del sindacalismo,
in maniera simile a ciò che fece il
movimento cocalero (cioè dei contadini coltivatori di coca n.d.t.)
quando promosse come proprio luogo politico il MAS (Movimiento al Socialismo).
Nello scorso fine settimana,a questo
strumento è stato dato il nome di PT, che in un certo qual modo riflette
l’intenzione di riprodurre in Bolivia l’esperienza del Brasile.
“Trema Evo, siamo minatori”
Il Congresso è stato preceduto da una mobilitazione che è iniziata
nella cosiddetta Tranca di Huanuni ed è culminata nella sede del Coliseo (lo
stadio n.d.t.), luogo delle discussioni, con la presenza delle delegazioni
sindacali: una presenza determinante dei minatori – in particolare di Huanuni e
Colquiri - ; una colonna compatta e agguerrita di lavoratori della sanità
pubblica; lavoratori della sicurezza sociale; rappresentanze dei Dipartimenti
della COB (quella della Tarija del resto rappresenta quasi duemila lavoratori).
Folte file di persone hanno applaudito da ogni lato delle strette vie. La manifestazione
è stata chiaramente ostile al governo.
L’apertura, dominata dai dirigenti minatori, si è caratterizzata
per la denuncia del governo, al quale
viene imputato il tradimento dell’ “Agenda del 2003” e l'aver fatto “false
nazionalizzazioni”. Secondo Mario Cespedes (Federacion de Fabriles, federazione
dei lavoratori industriali) , il governo aveva prospettato una redistribuzione
delle entrate, “anche se il movimento operaio non possiede nulla”. Perez
(segretario esecutivo del FSTMB) ha messo in chiaro che la creazione dell’IPT (Istrumiento de los
Partido de los Trabajadores n.d.t) prevede che “se ne vadano nel MAS tutti quelli
che non aderiscono allo Strumento (politico ndt)”, il quale detiene una
presenza importante all’interno della COB. Dal rapporto accreditato, su 65
organizzazioni convocate soltanto 31 hanno partecipato. L’opposizione del MAS
ha determinato l’assenza quasi totale dei lavoratori del settore del petrolio e
degli insegnanti – dove il partito governativo domina la stragrande maggioranza
delle associazioni degli insegnanti, cosi come le federazioni studentesche e la
sua centrale.
Il tradimento di Evo Morales nei confronti dell’Agenda del 2003
(che si intende come nazionalizzazione integrale di tutte le risorse nazionali
e migliori condizioni di vita per gli sfruttati) già era stato denunciato nel
2005; durante l’insurrezione dell’Ottobre 2003, Evo Morales scelse di
prolungare il suo soggiorno in Europa. L’agenda del governo attuale fu concertata insieme al governo Meza, successore del dimissionario
Sanchez de Losada, attraverso un plebiscito. La denuncia di incompiutezza
avviene soltanto adesso, visto che la COB, da allora in poi, si è trasformata
in un satellite del MAS. La “nuova” direzione della COB, la quale ha
patrocinato la nascita del PT, non ha presentato un programma di lotta. Nel
2012 ci sono state lotte importanti: dei lavoratori della sanità pubblica
contro l’allargamento della giornata lavorativa e dei minatori per la
nazionalizzazione totale del giacimento di Colquiri.
Da tre anni, un Tavolo del Lavoro va avanti tra il governo e la
COB, la quale ha “avallato” quasi il 50% delle norme di quel che sarà il nuovo
Codice del Lavoro. Anche se si è accordata per la stabilità del lavoro colla
fine della terziarizzazione e della sub-contrattazione, laddove lo Stato si
riserva l’alto diritto di arbitrio – “il verdetto di un arbitrato che viene
giudicato senza alcun ricorso”.
Il programma
Si sono formate due commissioni, la più grande, che tratta la
Dichiarazione dei Principi e il Programma del Governo, l’altra, lo Statuto. In
nessuno di questi testi, cosi come neanche nelle dichiarazioni dei dirigenti, è
apparso menzionato almeno una volta le parole “programma di lotta”. Ne parla
soltanto la versione finale, sebbene senza precisazioni e senza scadenze.
L’assenza di questa impostazione rivela il proposito elettorale del partito,
che riserva i suoi piani di lotta ai sindacati. Dentro la coalizione
governativa, si sono creati diversi “strumenti politici”, da parte dei settori
che si sono esclusi dalla lista del MAS.
Durante questo primo trimestre la COB ha presentato la sua
dichiarazione di reclami al governo, una prassi consuetudinaria. Si sottolinea
la richiesta di un salario minimo di 8.300 bolivianos (moneta della Bolivia
n.d.t.) siccome quello attuale ammonta a
soli 1000, e la restituzione allo Stato
del 100% del giacimento di Colquiri. Il governo ha risposto con un documento di
114 pagine, dove propone “uno studio congiunto” per stabilire un paniere
familiare per il prossimo anno e continuare il dibattito per quanto riguarda la
Legge Generale del Lavoro, la Legge delle Pensioni, la Legge dell’Educazione,
la Legge sulla Sanità, in un interminabile giro di “consultazioni”.
Fra i corridoi del Congresso si è ammesso che la cupola della COB
aveva urgenza di creare il PT per garantirsi in tempo una presenza contro le
noiose procedure legali. Nella deliberazione del programma, la direzione del
Congresso ha cercato di accelerarne l’approvazione, per la quale ha accettato
innumerevoli contributi senza un approfondimento dei dibattiti.
La Dichiarazione dei Principi presentata al Congresso considerava:
“Sebbene ci troviamo di fronte ad una crisi generale del capitalismo (…)
l’attuale crisi è molto più di tutto ciò, è una crisi totale, di cultura, di
più dimensioni ed esistenziale (…) il riscaldamento globale del pianeta …”.
Denunciava “l’attitudine del carattere individualista (…) la realizzazione
personale egoistica”. Rivendicava “la democrazia” attraverso “la giustizia
sociale”. Ha proposto di costruire “un mondo nuovo e migliore che correggesse
lo squilibrio della realtà materiale esistente”. Il programma esprime il punto
di vista degli intellettuali piccoli
borghesi e dello stesso MAS, non il metodo della lotta di classe. Si allontana
fortemente dalla tradizione del programma del proletariato boliviano. Questa
versione introduttiva citava “un governo degli esclusi, degli sfruttati e degli
oppressi” - non della classe operaia.
La versione finale caratterizza “un profondo declino mondiale in
tutte le sue sfere, il collasso del sistema capitalistico”. La “democrazia con
giustizia sociale” ha di fatto sostituito “la (trasformazione) socialista
mediante la presa del potere della classe operaia in alleanza con i contadini e
la classe media impoverita”. Per riferirsi ai metodi della classe operaia e
della lotta parlamentare, si riproducono interamente paragrafi delle Tesi di Pulacayo (programma politico
rivoluzionario scritto da Guillermo Lora del Partito operaio rivoluzionario nel
1946 , n.d.t.). Allo stesso modo, la rivendicazione di nazionalizzare le
cooperative minerarie, le quali costituiscono il grosso del ramo produttivo,
non si trova nei documenti della COB.
Questa modifica del programma, sulla base del metodo “copia e
incolla”, è niente più che una pezza. Non è un programma di transizione verso
un governo operaio e contadino. In un solo punto non c’è cambiamento:nella
collaborazione della
burocrazia della COB
col governo del MAS, durata sette anni, non appare nel programma, sebbene la
denuncia è stata ripetuta nel Congresso.
Nella commissione, un importante settore di minatori di Huanini ha
denunciato che la proposta dello Strumento del Partito dei Lavoratori è stata
impedita dalla direzione della burocrazia della COB, personificata da Pedro
Montes e Jaime Solares, dal 2005. Si è evocato un fronte rivoluzionario, non
elettorale, e la conquista del potere da parte delle masse lavoratrici. Ma
questa proposta non è stata presentata come alternativa al documento ufficiale.
Con un carattere “complementare” (emendatario n.d.t.) si è proposta la “lotta permanente”, la “via
insurrezionale”, l’ “azione diretta” e la “democrazia diretta, affinché le
assemblee eleggessero i loro funzionari dello Strumento del Partito dei
Lavoratori”. La direzione del Congresso si è accordata dietro la scusa di
“unire tutti i documenti” e non ha voluto incorporare tutte le considerazioni
in un testo “alternativo”. Il linguaggio radicale è normale in Bolivia, come
conseguenza di una storia tumultuosa e rivoluzionaria dalla fine della guerra
del Chaco (1936/8).
Lo statuto
Lo statuto dichiara che il “ PT (…) un partito politico
organizzato con sudditanza e rispetto verso la Costituzione dello Stato
Plurinazionale e verso la Legge sui partiti politici”
Nella sessione dell’assemblea finale, un gruppo ristretto dentro
la COB, la FSTMB e le organizzazioni sindacali presenti ha imposto che la
selezione dei candidati doveva essere a carico delle strutture organiche dei
sindacati, che trasformavano il PT un partito della burocrazia sindacale. D'altro
lato, ha eliminato l’articolo 39 che stabiliva la “libera organizzazione di
correnti politiche che mantengano l’indipendenza della classe e il
rafforzamento del PT”. Entrambe le proposte sono state approvate da una
travolgente maggioranza, a fronte delle proteste irate della sinistra. Da qui
alla fine, il Congresso ha deliberato insieme alla “polizia sindacale” (il
servizio d'ordine n.d.t.) di impedire l’uscita ai membri del congresso ed
attraverso un cordone di minatori di proteggere quelli che stavano sul palco.
L’impatto demoralizzante di tutto ciò sulla sinistra è stato assoluto: si è creduto alla nascita emergenziale di un partito rivoluzionario e
si è visto nascere uno “strumento politico” della burocrazia sindacale, la
quale ambisce ad occupare posizioni parlamentari ed a negoziare, su un altro
piano, con il governo del MAS, il quale tuttavia gode dell’appoggio quasi
totale delle masse indigene e dei sindacati (i più numerosi in termini di
iscritti) che non hanno partecipato a questo Congresso.
Dove andare?
Data la vittoria nelle elezioni sindacali del MAS, il dubbio che
rimane è se il PT può costituire un apparato politico utile ed efficiente per i
propositi politici della direzione della COB.
Di giorno in giorno, la classe operaia dei minatori rappresentati
nella COB è minoritaria e frammentata: il settore minerario pubblico – Huanuni,
parte di Colquiri e altre miniere - impiegava 6.186 lavoratori, l’8% del
totale; le medie e piccole imprese private con circa 7.200 lavoratori, il 9% ;
e la massa delle cooperative, con 65.828 lavoratori, l’83% del totale (dati
2010, Ministero del Settore Minerario e delle Metallurgia). “Attualmente,
secondo il Viceministro delle Cooperative Minerarie esistono più di 112.000
lavoratori in questo settore … ciò significa che, in questi ultimi anni, quasi
il 90% dei lavoratori del settore minerario lavorano nelle cooperative”
(Petropress num.30, Gennaio\Febbraio 2013). Il cooperativismo minerario è
legato al MAS.
Il governo indigenista ha separato politicamente il proletariato,
mediante l’influsso e il controllo sulla maggioranza indigena. Al Congresso non
erano presenti i lavoratori del settore petrolifero, dove la terziarizzazione
affligge l’80% dei lavoratori. Repsol ha relegato il 95% della manodopera a
questa condizione – disponibile in gran parte dalle comunità indigene.
Il governo ha ignorato il congresso, cosi pure la stampa. Nel
comunicato che abbiamo distribuito al
congresso (dove abbiamo potuto esprimere il nostro punto di vista) insieme ad
Alternativa Socialista Revolucionaria e Agenda Revolucionaria de Bolivia,
abbiamo chiarito che “in Brasile (…) nel periodo durante il quale emerse la
proposta di un Partito dei Lavoratori ci fu un’ascesa delle masse ed una
ripiegamento del governo. In Bolivia siamo (tuttora) in una fase di controllo
da parte del governo e di isolamento del proletariato e delle sue avanguardie
(…)”. La funzione di un Partito dei Lavoratori dovrebbe essere iniziare una
lotta politica col fine di superare questo isolamento. Invece di chiarire le
differenze con le rivendicazioni indigeniste, il documento approvato dal
Congresso ha assimilato il loro metodo storico. In Bolivia non è maturata la
possibilità di un PT classista, per esso bisogna fare un grande passo in
avanti; invece di consolidare un apparato, bisognerà stabilire un coordinamento
politico intorno ad un programma di lotta e l’elezione di candidati per le
elezioni del 2014 per mezzo dell’assemblea plenaria. Impugniamo il proposito
(il manifesto delle sette estremiste di sinistra) di trasformare il Congresso
nell’atto battesimale di un partito rivoluzionario, mediante un tavolo di
discussione dei programmi.
Nella fase iniziale, il Congresso ha rinnovato un omaggio al
presidente Chavez, dopo la sua morte.
Christian Rath
14/03/2013
Traduzione a cura del Pcl Napoli
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Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli
Sezione "Rosa Luxemburg"