venerdì 8 marzo 2013

Il Chavismo senza Chavez: Dove va il Venezuela?




Contributo della sezione venezuelana “Opción Obrera" del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale (CRQI) 








Si apre una nuova era politica in Venezuela, Chavez lascia un vuoto che nessuno può riempire che, come tutti sanno, può essere definito lo stadio del "chavismo senza Chavez" caratterizzato da importanti passi di continuità verso la stabilità dei rapporti sociali di produzione, dal momento che in questi 14 anni di governo non sono cambiate le strutture del dominio capitalista. La Costituzione, come ogni altro documento, non è mai in grado di determinare il socialismo, niente di più assurdo pensare che ciò che è scritto sulla carta può assumere il ruolo del cambiamento.L'impalcatura della Repubblica Bolivariana del Venezuela è ancora una struttura burocratica parassitaria con i proventi del petrolio. Senza Chavez al comando ci si interroga sul suo sostegno a breve termine. Chavez come arbitro della lotta di classe, come Bonaparte, è stato in grado di mantenere una squadra  legata ai suoi dettami, che ora non sembra in grado di giustificare le politiche attuate da questa  governance. L'assenza di Chavez darà luogo ad un periodo di incertezza politica o di squilibrio all'interno del chavismo, perché mette in evidenza gli interessi particolari dei suoi più stretti collaboratori di esercitare il potere. Per ora Maduro eserciterà una leadership dura sulla classe dirigente, su esempio di Chavez, fin  quando, al placarsi delle acque, una buona dose di auto-nominati  "herederos" , rappresentanza di interessi particolari e / o settori economici, alla fine chiederanno di beneficiare degli attuali rapporti sociali esistenti. E’ ovvio, inoltre, la volontà di leadership  da parte delle frazioni interne in lotta tra cricche civili e militari di diversi uffici e istituzioni statali.

Per gli Stati Uniti, Chavez era un ostacolo perché il suo governo non era nato sotto la sua promozione, tuttavia, nello specifico, questa situazione assicurò ai Nordamericani un po’ più del 5% del consumo di petrolio, dovuto all'esistenza di migliaia di società statunitensi che compongono un forte tessuto industriale manifatturiero nel paese, ed inoltre al trattato internazionale contro la doppia tassazione, con il quale essi beneficiavano del più grande serbatoio, in prospettiva, di petrolio al mondo. Così Chavez era solo a parole anti-imperialista, ma è chiaro che Obama ed il suo gabinetto, più di chiunque altro, vogliano evitare una rivolta o proteste che potrebbero danneggiare il loro commercio e la stabilità politica della regione, quindi, la preoccupazione si configura nel sostenere la transizione del Venezuela senza Chavez, sottomesso a un regime che manterrà il suo commercio vantaggioso.

La  Cina, nel frattempo, ha  già espresso delle persistenti divergenze sulla concessione di nuovi prestiti, conseguentemente alla malattia e alla successiva scomparsa di Chavez, ma promuove il trasferimento della produzione aurea venezuelana, che è stata immagazzinata altrove, e verrà restituita quando ci sarà una maggiore coordinazione tra Governo Venezuelano e Fondo sovrano Cinese.

Per Cuba, che ha dato la sua  benedizione a Maduro, sarà fondamentale cercare di mantenere gli scambi di petrolio per i servizi  che la burocrazia al potere sull'isola insiste nel continuare ad offrire, che è stato vantaggioso per il governo Chavez nell’organizzazione delle missioni sociali.                                                       

Le preoccupazioni per gli accordi bilaterali, poco trasparenti, con Iran, Russia, Bielorussia, Siria e Vietnam, avranno il loro peso, infatti non sarà possibile il profilarsi di una situazione come per gli accordi libico-venezuelani dove il chavismo appoggiò le nefande politiche di Gheddafi in cambio di una partnership commerciale. In America Latina la preoccupazione di Bolivia, Argentina e Ecuador sarà quella di mantenere i molti interessi economici negli accordi commerciali con il Venezuela di Chavez, che esulano dai rapporti di produzione tra lavoratori e padroni. La Colombia merita un'attenzione particolare. Santos offre i suoi migliori auguri al  Venezuela nell’avvio di una transizione pacifica e democratica, ad un mese circa dalle elezioni. "Salutiamo Nicolas Maduro, e  il Vice Presidente dell'Assemblea, Diosdado Cabello. Siate certi di avere il nostro appoggio al Venezuela al fine di avere una transizione democratica in pace e tranquillità", che in altre parole significa la consegna di Pérez Becerra al governo colombiano  e il sequestro in un carcere venezuelano di  Julian Conrado. Questa struttura politica di accordi internazionali basati su enormi  vantaggi per la borghesia e le classi dominanti, potrebbe mettere in seria difficoltà, sul fronte interno, la leadership di Maduro. Ovviamente, la prima parola ufficiale da Washington sarà quella di sostenere la transizione del Venezuela verso un governo democratico, ma che non serve a nascondere il peggior incubo per gli Stati Uniti, cioè lo scatenarsi di  una lunga, e anche violenta, crisi di instabilità del governo del Paese con le più grandi riserve mondiali di petrolio. Ultimo ma non meno importante, è evidenziare il lavoro di Chavez a sinistra per captarne il consenso della maggioranza, e neutralizzare le minoranze, fuse o isolate, rendendo ancora più difficile dimostrare alle masse lavoratrici il blocco economico derivante dal parassitismo dei proventi petroliferi e degli oneri del debito enorme che sarà alla fine determinante per modellare il futuro nel breve termine dal punto di vista politico. Le caratteristiche evidenti di una crisi economica che il governo ha cercato di affrontare con ancora in carica Chavez, determineranno la deformazione della realtà politica dopo la sua morte. I lavoratori ed il popolo  non devono essere gli unici a pagare i costi di questa crisi, e ciò è possibile soltanto attraverso  la costruzione di un’autonomia ed una indipendenza di classe. Il Partito dei Lavoratori costruisca esso stesso il suo governo, questo è il passo più importante che tutti, uniti, dobbiamo sostenere.

Opción Obrera
06\03\2013

Traduzione a cura del Pcl Napoli
                                                                                        

1 commento:

  1. Ogni volta che leggo riflessioni comuniste dalle più svariate parti del mondo, quasi mi sorprendo da quanto le sento mie. Siamo in tanti, dappertutto, siamo universali e rappresentiamo quasi tutti, purtroppo tanti dei tutti non ne sono consapevoli perché uno tra gli sforzi più grandi del capitalismo è darci contro con tutti i mezzi, e di nascosto.
    Ma dobbiamo ri-saltare fuori, avanti compagne e compagni di tutto il mondo!

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Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli
Sezione "Rosa Luxemburg"