[Fincantieri
Castellammare di Stabia]
Il
32 % dei lavoratori Fincantieri dice NO all’accordo/ricatto. La lotta non deve
fermarsi!
L’esito finale del referendum
votato l'11 Febbraio dai lavoratori Fincantieri doveva, a parer di tutti i sindacati
(Fim-Cisl, Uilm, Ugl e Fiom) e vertici aziendali, esprimere un largo plebiscito
all’accordo/ricatto messo in scena il 1 Febbraio. Risultato: 482 votanti, su
609 aventi diritto, hanno espresso 320 SI, 156 NO e 6 nulle .
Il 32% dei NO ha capito
benissimo che questo piano è una truffa che lede profondamente i diritti ed i
salari di tutte le maestranze, che penalizza i lavoratori dell'indotto, che certifica un ridimensionamento
“razionalizzato” ed alla fine prospetta una probabile chiusura. Dall’altro canto comprendiamo
la paura di chi ha votato SI all’accordo dinanzi alla prospettiva di perdere
quel poco che gli è rimasto, ma condanniamo fortemente l’opportunismo di tanti burocrati
sindacali che hanno imposto la loro volontà a molti lavoratori che continuano
ad essere ingannati e giostrati da veri e propri affossatori che oggi trionfano
l’apoteosi di questa piccola commessa spacciandola, ancora una volta, come una conquista, quando in realtà si tratta di una vera disfatta.
L’unica sinistra che si è
opposta a questo ricatto, indicando la strada della lotta radicale ai tanti
lavoratori, Fincantieri ed indotto, è stato il Partito Comunista dei
Lavoratori. Le altre sinistre (Pd, Sel, Idv e Rc), si sono sempre subordinate
alle logiche dei padroni ed hanno tradito le masse lavoratrici con false
promesse. Il Partito Comunista dei Lavoratori si è sempre schierato
incondizionatamente dalla parte dei lavoratori, ha sempre indicato la necessità
di lottare contro le politiche dominanti imposte dalla dirigenza Fincantieri,
a.d. Bono in testa, ha sempre partecipato quando si doveva occupare la statale
sorrentina, scioperare per le strade di Castellammare di Stabia e far ritirare
il piano di licenziamenti a Roma. Tanti lavoratori possono confermare questo
nostro lavoro. Lavoro politico, attraverso un volantinaggio, che il giorno stesso del referendum ci è stato impedito
di portare a termine sia da parte delle forze di polizia e sia da un
rappresentante sindacale che sbraitava furiosamente ed attaccando fisicamente
chi poteva destabilizzare il risultato dei SI.
Per tutte queste ragioni,
diciamo che da subito bisogna costruire l’unità fra tutti i lavoratori delle
vertenze in crisi che si oppongono a
tutte le misure che sono inserite nel suddetto piano. Non solo pretendiamo che tal piano venga
ritirato, ma indichiamo ai tanti lavoratori una reale e forte mobilitazione che
può cambiare realmente le loro condizioni oggettive. Un primo momento di
discussione sulla costruzione di questo fronte sarà discusso nelle assemblee in Campania il prossimo Martedì 19 Febbraio alla presenza del
portavoce nazionale Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori.
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Partito Comunista dei Lavoratori - Napoli
Sezione "Rosa Luxemburg"