mercoledì 27 febbraio 2013

Bilancio Fincantieri: ingenti guadagni per i padroni, più sacrifici per i lavoratori!


Bilancio Fincantieri: ingenti guadagni per i padroni, più sacrifici per i lavoratori! 



La dirigenza Fincantieri, riunitasi ieri per varare il bilancio operativo del 2012, ha annunciato ricavi per 2,38 miliardi di euro, un margine operativo lordo (Ebitda) di 137 milioni ed infine utili per 15 milioni (9 nel 2011). Le  dichiarazioni dell’amministratore delegato Bono sono alquanto eloquenti nel ringraziare pubblicamente tutte le forze sindacali (compresa la Fiom) che, in questi anni, hanno permesso all’azienda di aumentare il margine dei profitti e di avanzare  duri attacchi nei confronti dei lavoratori Fincantieri ed Indotto. («Questi risultati, insieme al piano di riorganizzazione condiviso con i sindacati, ci fanno guardare con più ottimismo al futuro»[1]).

Questi dati confermano, che  la dirigenza sta scaricando i costi della crisi di sovrapproduzione nel settore della cantieristica sulle spalle di migliaia di lavoratori che pagano attraverso perdita di diritti, salari, aumento della cassa integrazione, ristrutturazioni\ridimensionamenti degli impianti che comportano una notevole diminuzione del numero totale delle maestranze; tutto al fine di salvaguardare queste grandi rendite. Di fatto questi sacrifici valgono soltanto per la classe operaia, non per i padroni, che non solo pubblicamente festeggiano per i loro margini di profitto in un’azienda monopolistica come Fincantieri, ma annunciano una nuova stagione di ricatti appena apertasi con l’accordo firmato per il cantiere di Castellammare[2] e che si estenderà anche agli altri cantieri (si veda il caso Sestri).

Dinanzi a questo scenario, come Partito Comunista dei Lavoratori denunciamo lo scandalo di queste ingenti cifre che ingrassano sempre più i portafogli dei ricchi borghesi, condanniamo le responsabilità oggettive delle burocrazie sindacali Cisl,Uil, Ugl e Fiom contro il mondo operaio e proponiamo ai lavoratori:

1)La “scala mobile dell’orario di lavoro” contro la disoccupazione (suddivisione tra tutti/e  i/le lavoratori/trici potenziali, attualmente occupati/e o disoccupati/e, del lavoro disponibile a parità di salario);

2)Un recupero su salari e pensioni attraverso l’aumento uguale per tutti i lavoratori e le lavoratrici di almeno 300 euro netti mensili;

3)Un salario minimo intercategoriale di almeno 1500 euro, totalmente detassati;

4)L’esproprio senza alcun indennizzo per i padroni delle aziende che licenziano, inquinano o sfruttano lavoro nero e la loro nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori.

5)La formazione di un  grande fronte unico di lotta fra tutte le vertenze in crisi (Fiat, Alcoa, Ilva, Ikea, ecc.) che porti alla costruzione di una grande mobilitazione che sappia dire basta a tutte queste misure di tagli e sacrifici. Solo scioperi, assemblee partecipative ed occupazioni possono  marcare una linea di difesa contro l’offensiva padronale. Solo la lotta dura paga!






[1] Fonte Repubblica 27\02\2013
[2] Per approfondimenti sull’accordo consigliamo la lettura al seguente link http://www.pclnapoli.blogspot.it/2013/02/fincantieri-castellammare-di-stabia.html

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