lunedì 17 giugno 2013

Rilanciare la lotta unitaria dei lavoratori in FIAT


RILANCIARE LA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI IN FIAT

(volantino dato ai cancelli di Fiat Pomigliano durante i picchetti)


L’attacco ai diritti ed alle condizioni economiche della classe operaia in FIAT degli ultimi anni ha determinato un arretramento delle condizioni politiche e sindacali di tutti i lavoratori italiani ed ha rappresentato una delle più grandi sconfitte del movimento operaio dal dopoguerra ad oggi.

Migliaia di lavoratori sono stati espulsi dalla fabbrica, i turni di lavoro sono aumentati, le pause lavorative ridotte, i salari abbassati o sempre più legati allo straordinario, i tempi di lavoro sono diventati più frenetici, il contratto collettivo nazionale di lavoro è stato cancellato ed il diritto di sciopero è stato sostanzialmente eliminato.

Tutto questo la FIAT non avrebbe potuto ottenerlo senza la collaborazione dei sindacati filo padronali. La Fiom, in un primo momento, si è differenziata da Fim, Uilm e Fismic contestando l'accordo-ricatto di Pomigliano del 15 giugno 2010, ma solo perché la Fiat non voleva in fabbrica i suoi iscritti. Nei fatti, la Fiom ha subìto il referendum truffa spostando lo scontro con l'azienda sul terreno illusorio e perdente dei tribunali e riproponendo la solita aria fritta dei nuovi investimenti e i contratti di solidarietà, grazie ai quali sarebbero ancora una volta gli operai a pagare la crisi voluta dal padrone Fiat.

Il padronato per tenere sotto ricatto i lavoratori FIAT minaccia di delocalizzare la produzione in altri paesi capitalistici dove la paga degli operai è poco più superiore a 300€ al mese.
La multinazionale Fiat mette i lavoratori italiani contro quelli polacchi, serbi o brasiliani per ottenere ancora ulteriori riduzioni di salario e cancellazione di diritti.

Questo sistema di ricatto e di sfruttamento, adottato in tutti gli stabilimenti Fiat del mondo, ha permesso, nonostante la crisi del mercato delle auto, agli Elkaan/Agnelli di realizzare ricavi per 25,8 miliardi di euro solo nel 2012.

I 3000 cassintegrati e i 2000 che ad oggi lavorano in Fiat Pomigliano, ma anche quelli dell’indotto e, più in generale,  tutti gli operai del gruppo, hanno un solo modo per rispondere a questo attacco:  mettere in piedi un’azione di sciopero coordinato in tutte le fabbriche Fiat del mondo per costringere il padronato a cedere alle rivendicazioni operaie colpendo i suoi profitti.

Il metodo di Marchionne sul come attaccare i lavoratori ci insegna che per vincere questa battaglia la classe operaia Fiat in Italia ha assolutamente bisogno dell’unità internazionale con gli altri operai.

OPPORSI AI 21 TURNI ED ALLO STRAORDINARIO
RIVENDICARE IL PAGAMENTO DEL SALARIO PIENO ED IL REINTEGRO DI TUTTI GLI OPERAI IN CASSAINTEGRAZIONE E/O LICENZIATI
UNITA’ DI LOTTA AL DI LA' DELLE SIGLE SINDACALI PER OPPORSI AL PIANO MARCHIONNE E ALL’ATTACCO DI FIAT
PER UNO SCIOPERO UNITARIO INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI FIAT DI SERBIA,  POLONIA, BRASILE E USA
NAZIONALIZZARE LA FIAT, SENZA INDENNIZZO, E METTERE LA PRODUZIONE SOTTO IL CONTROLLO DEGLI OPERAI!



Partito Comunista dei Lavoratori – Napoli
Sez. Rosa Luxemburg
Commissione Lavoro/Sindacato 
e-Mail: pclnapoli@gmail.com - Facebook: Pcl Napoli – Tel: 0810365443
Napoli 15/06/2013

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