domenica 27 gennaio 2013

IL MANIFESTO PROGRAMMATICO ELETTORALE DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI: L'UNICA ALTERNATIVA




Siamo di fronte alla più grande aggressione sociale contro il mondo del lavoro dell'intero dopoguerra. Siamo in presenza della più grave crisi del capitalismo degli ultimi 80 anni. C'è bisogno più che mai di una sinistra schierata sino in fondo dalla parte dei lavoratori e basata su un programma anticapitalista. La presenza alle elezioni del Partito Comunista dei Lavoratori risponde a questa necessità.

TUTTI GLI ALTRI SONO CONTRO IL LAVORO, AL SERVIZIO DEGLI INDUSTRIALI E DELLE BANCHE

Monti, Bersani, Berlusconi hanno votato insieme le peggiori misure contro il lavoro e le pensioni,e un programma di lacrime e sangue per i prossimi anni e decenni ("fiscal compact"). Oggi si contendono solo la guida della rapina del prossimo governo. Per conto degli industriali e dei banchieri.

Il comico milionario Beppe Grillo grida contro le ruberie dei "politici", ma tace sulla rapina sociale degli industriali e dei banchieri che li finanziano. E giunge a proporre, in piena crisi sociale, l' "abolizione del sindacato", scavalcando persino Marchionne. Non è un alleato, ma un avversario dei lavoratori.

Nichi Vendola si è subordinato a Bersani e al suo programma annunciato di austerità antioperaia, in attesa di una ricompensa ministeriale. La poesia delle parole non può nascondere questa realtà.

Gli ex ministri Diliberto e Ferrero si sono imboscati nell'arancione di Ingroia, sotto la direzione di ex magistrati scaricati dal PD e ansiosi di essere recuperati a bordo. A partire dal liberal questurino Di Pietro, affossatore dell'inchiesta sulle torture di Genova 2001, e travolto dalla corruzione del suopartito. Cosa hanno a che vedere i lavoratori con tutto questo?

PER UNA RAPPRESENTANZA AUTONOMA DEI LAVORATORI 
PER UN'ALTERNATIVA ANTICAPITALISTICA

I lavoratori hanno bisogno di una rappresentanza autonoma delle proprie ragioni. Di una sinistra che stia sempre e solo dalla loro parte. Che miri ad unire tutte le loro lotte in una grande sollevazione sociale contro la dittatura degli industriali e dei banchieri. Che si batta, in ogni lotta, per la prospettiva di un governo dei lavoratori e di un nuovo ordine della società. In cui a comandare siano le esigenze sociali del lavoro, non il profitto di parassiti e sfruttatori.


SE NE VADANO TUTTI! GOVERNINO I LAVORATORI!



A CHI DARE:

LAVORATORI, PRECARI, DISOCCUPATI, POPOLAZIONE POVERA
  1. Blocco dei licenziamenti e nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo operaio,delle aziende che licenziano, che inquinano, che colpiscono i diritti sindacali: a partire da FIAT, ILVA, ALCOA.
  2. Cancellazione delle leggi vergogna di precarizzazione del lavoro e assunzione a tempo pieno e indeterminato degli attuali precari.
  3. Ripartizione fra tutti del lavoro esistente, con la riduzione progressiva dell'orario di lavoro a parità di paga.
  4. Un grande piano di nuovo lavoro in opere sociali, a partire dal risanamento ambientale. Un salario minimo intercategoriale di almeno 1500 euro netti.
  5. Un vero salario sociale di almeno 1200 euro netti ai giovani in cerca di prima occupazione e ai disoccupati che cercano lavoro.
  6. Un forte recupero salariale, con aumenti e detassazione del salario contrattuale.
  7. Soppressione dell'IMU sulla prima casa, dei tagli alle pensioni, alla sanità, alla scuola. 
  8. Ripristino ed estensione dei diritti e prestazioni sociali colpite negli ultimi 20 anni. 


A CHI PRENDERE: 


INDUSTRIALI, BANCHIERI, VATICANO

  1. Tassazione progressiva dei grandi redditi e patrimoni. 
  2. Patrimoniale straordinaria sulle grandi ricchezze. 
  3. Guerra vera all'evasione fiscale, con l'abolizione del segreto bancario e l'apertura dei libri contabili delle aziende.
  4. Annullamento del debito pubblico verso le banche (85 miliardi nel 2012) e nazionalizzazione delle banche, sotto controllo sociale.
  5. Soppressione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese private (decine di miliardi annui). 
  6. Annullamento delle grandi opere inutili o dannose (TAV).
  7. Abbattimento delle spese militari (25 miliardi annui) 
  8. Cancellazione dei privilegi e costi clericali (dai 4 ai 9 miliardi annui) ed esproprio delle grandi ricchezze ecclesiastiche. 


CHI DEVE COMANDARE: 

UNA REPUBBLICA DEI LAVORATORI
  1. Equiparazione dello stipendio di un deputato allo stipendio medio di un impiegato 
  2. Revocabilità permanente degli eletti.
  3. Elettività di manager e dirigenti della pubblica amministrazione, e soppressione di ogni loro privilegio economico e pensionistico.
  4. Potere di controllo dei lavoratori sull'economia e l'amministrazione della società.


SINORA HANNO COMANDATO INDUSTRIALI, BANCHIERI, I LORO PARTITI (CORROTTI). E' ORA CHE COMANDI IL MONDO DEL LAVORO 






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