AUMENTA LA CRISI
AUMENTA LA LOTTA
La crisi irreversibile del capitalismo dimostra tutta la sua
natura reazionaria volta da un lato a tutelare gli interessi delle grandi
banche e grandi industrie dall’ altro a sacrificare migliaia di lavoratori che alla
fine si ritrovano senza lavoro e senza diritti.
Solo nel territorio campano, importanti vertenze come la
Fiat e la Fincantieri stanno a dimostrare il totale fallimento e la totale
incapacità da parte delle forze politiche e sindacali di centrodestra e
centrosinistra nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro a rischio.
Gli esempi di questi giorni sono testimoniati dalle febbrili
azioni di lotta con assemblee partecipate e blocchi stradali indette degli
operai di Pomigliano e di Castellammare di Stabia che segnano , dopo un lungo
letargo, un piccolo passo di risveglio graduale
contro politiche antioperaie condotte dal ceto padronale. Entrambi gli stabilimenti rischiano un periodo di agonia che
può concludersi, a meno di forti resistenze operaie, con le chiusure degli
stessi.
La situazione del cantiere stabiese della Fincantieri è
emblematica; l’alternanza fra false promesse e nuovi inganni ad un ritmo sempre
più alto sta scatenando le proteste e le
ire degli stessi lavoratori Fincantieri ma anche della grande massa di lavoratori
impiegata nell’ indotto. Qualcuno sicuramente ricorderà quello più grave,
quando esponenti politici (il sindaco
Bobbio e la pseudo opposizione liberalriformista) e sindacali (Cisl-Uil-Ugl) brindavano nel Dicembre 2011 al rinnovo della
cassa integrazione fino al 2013, fra parentesi in scadenza, con il successivo
passo della messa in mobilità per 1243 operai fra i cantieri di Sestri Ponente
(Ge) e Castellammare.
L’ennesimo tavolo concertativo del 25 Settembre fra azienda,
Governo, Regione Campania, Comune di Cmare, sindacati ed autorità portuali, ha
fatto prima sperare in una ingenua fiducia riposta a questi organismi e
successivamente ha decretato un fumoso
piano con progetti pseudo esistenti e smentite dall’azienda in merito alla inutilità
per la costruzione del bacino di carenaggio; su questo punto vorremmo
soffermarci un attimo per ricordare ai lavoratori, credenti o meno in questo progetto,
innanzitutto la falsità di questo progetto che abbiamo sempre denunciato; infatti
il Protocollo d’Intesa, come arma di propaganda, di forze politiche di centrodestra
e centrosinistra, era annunciato come il “piano di salvezza” per il futuro del cantiere dove si prevedeva di realizzare il
fantomatico nuovo bacino di carenaggio. La realtà ci dà il suo tragico epilogo; un piano, facciamo
notare, che non avrebbe mai visto la luce dato l’ ingente deficit della Regione
Campania che ammonta a 15 miliardi di euro.
Ma alla fine che decisioni reali sono state adottate in questo incontro?
Nessuno lo sa ancora con certezza, visto che si è stabilito di rinviare
ulteriormente il tutto al prossimo tavolo istituzionale che si terrà a Roma il prossimo
10 Ottobre. Tutto quel poco che si è discusso, da parte dei responsabili
dell’accordo di Dicembre 2011, è ruotato intorno a nuove piccole commesse di navi fluviali (di
cui non si è fatta minima menzione della consistenza\verità dei progetti)
mediante l’utilizzo di una immaginaria nave semi-sommergibile (un piano del
resto vago se si considera un anno di falsa discussione, progettazione e di
innumerevoli costi per il bacino) che tradotte le parole dei vertici aziendali danno
ulteriore agonia ad una prospettiva di chiusura dello stabilimento quando si
annuncia spudoratamente il ridimensionamento che colpirà fortemente circa 250 lavoratori,
comprendendo oltre coloro che vivono nell’indotto con la cassa integrazione
scaduta.
A proposito di salvataggi, gli operai Fiat ricorderanno
benissimo quei salvatori politici (Pdl,Pd,Udc) e sindacali (Cisl,Uil,Ugl) che
sostenevano e sostengono ancora gli
esiti del disastroso Piano Marchionne che, dalle parole dello stesso
manager, oggi mette in seria discussione il futuro occupazionale per migliaia
di lavoratori del gruppo Fiat.
A tutti questi lavoratori diciamo fortemente che è tempo di
reagire, di lottare e di unificare le lotte! Nessuna vertenza deve essere
isolata, solo l’organizzazione della classe operaia attorno ad un fronte unico,
attraverso gli strumenti storici di difesa a partire da scioperi, occupazioni,
assemblee,comizi può strappare veri risultati. È ora di vedere la borghesia, in testa al Governo
Monti, perdente e distrutta su tutta la sua linea di austerità e sacrifici.
Solo la forza dell’unione di migliaia di
lavoratori può condurre al capovolgimento di un esito a favore di questi
ultimi. È necessaria una storica
vittoria del proletariato per non decadere nuovamente nelle barbarie .
Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte doverosamente
per la causa operaia e spende tutte le sue forze per l’unità di questo fronte
di lotta.
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