mercoledì 3 ottobre 2012

AUMENTA LA CRISI - AUMENTA LA LOTTA


AUMENTA LA CRISI 
AUMENTA LA LOTTA  

La crisi irreversibile del capitalismo dimostra tutta la sua natura reazionaria volta da un lato a tutelare gli interessi delle grandi banche e grandi industrie dall’ altro a sacrificare migliaia di lavoratori che alla fine si ritrovano senza lavoro e senza diritti.
Solo nel territorio campano, importanti vertenze come la Fiat e la Fincantieri stanno a dimostrare il totale fallimento e la totale incapacità da parte delle forze politiche e sindacali di centrodestra e centrosinistra nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro a rischio.

Gli esempi di questi giorni sono testimoniati dalle febbrili azioni di lotta con assemblee partecipate e blocchi stradali indette degli operai di Pomigliano e di Castellammare di Stabia che segnano , dopo un lungo letargo, un piccolo passo di risveglio graduale  contro politiche antioperaie condotte dal ceto padronale. Entrambi gli stabilimenti rischiano un periodo di agonia che può concludersi, a meno di forti resistenze operaie, con le chiusure degli stessi.

La situazione del cantiere stabiese della Fincantieri è emblematica; l’alternanza fra false promesse e nuovi inganni ad un ritmo sempre più alto  sta scatenando le proteste e le ire degli stessi lavoratori Fincantieri ma anche della grande massa di lavoratori impiegata nell’ indotto. Qualcuno sicuramente ricorderà quello più grave, quando esponenti politici  (il sindaco Bobbio e la pseudo opposizione liberalriformista)  e sindacali (Cisl-Uil-Ugl)  brindavano nel Dicembre 2011 al rinnovo della cassa integrazione fino al 2013, fra parentesi in scadenza, con il successivo passo della messa in mobilità per 1243 operai fra i cantieri di Sestri Ponente (Ge) e Castellammare.
L’ennesimo tavolo concertativo del 25 Settembre fra azienda, Governo, Regione Campania, Comune di Cmare, sindacati ed autorità portuali, ha fatto prima sperare in una ingenua fiducia riposta a questi organismi e successivamente  ha decretato un fumoso piano con progetti pseudo esistenti e smentite dall’azienda in merito alla inutilità per la costruzione del bacino di carenaggio; su questo punto vorremmo soffermarci un attimo per ricordare ai lavoratori, credenti o meno in questo progetto, innanzitutto la falsità di questo progetto che abbiamo sempre denunciato; infatti il Protocollo d’Intesa, come arma di propaganda, di forze politiche di centrodestra e centrosinistra, era annunciato come il “piano di salvezza” per il futuro del  cantiere dove si prevedeva di realizzare il fantomatico nuovo bacino di carenaggio. La realtà ci dà  il suo tragico epilogo; un piano, facciamo notare, che non avrebbe mai visto la luce dato l’ ingente deficit della Regione Campania che ammonta a 15 miliardi di euro.   
Ma alla fine che decisioni reali  sono state adottate in questo incontro? Nessuno lo sa ancora con certezza, visto che si è stabilito di rinviare ulteriormente il tutto al prossimo tavolo istituzionale che si terrà a Roma il prossimo 10 Ottobre. Tutto quel poco che si è discusso, da parte dei responsabili dell’accordo di Dicembre 2011, è ruotato intorno a  nuove piccole commesse di navi fluviali (di cui non si è fatta minima menzione della consistenza\verità dei progetti) mediante l’utilizzo di una immaginaria nave semi-sommergibile (un piano del resto vago se si considera un anno di falsa discussione, progettazione e di innumerevoli costi per il bacino) che tradotte le parole dei vertici aziendali danno ulteriore agonia ad una prospettiva di chiusura dello stabilimento quando si annuncia spudoratamente il ridimensionamento che colpirà fortemente circa 250 lavoratori, comprendendo oltre coloro che vivono nell’indotto con la cassa integrazione scaduta.

A proposito di salvataggi, gli operai Fiat ricorderanno benissimo quei salvatori politici (Pdl,Pd,Udc) e sindacali (Cisl,Uil,Ugl) che sostenevano e sostengono ancora gli  esiti del disastroso Piano Marchionne che, dalle parole dello stesso manager, oggi mette in seria discussione il futuro occupazionale per migliaia di lavoratori del gruppo Fiat.

A tutti questi lavoratori diciamo fortemente che è tempo di reagire, di lottare e di unificare le lotte! Nessuna vertenza deve essere isolata, solo l’organizzazione della classe operaia attorno ad un fronte unico, attraverso gli strumenti storici di difesa a partire da scioperi, occupazioni, assemblee,comizi può strappare veri risultati. È ora  di vedere la borghesia, in testa al Governo Monti, perdente e distrutta su tutta la sua linea di austerità e sacrifici. Solo  la forza dell’unione di migliaia di lavoratori può condurre al capovolgimento di un esito a favore di questi ultimi. È  necessaria una storica vittoria del proletariato per non decadere nuovamente nelle barbarie .

Il Partito Comunista dei Lavoratori si batte doverosamente per la causa operaia e spende tutte le sue forze per l’unità di questo fronte di lotta.

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