AVIS: L’importanza dell’occupazione operaia!
L’occupazione operaia della fabbrica Avis, azienda delle Industrie Stabiensi Meccaniche e Navali
specializzata in produzione e riparazione di materiale ferroviario e navale dell’indotto Fincantieri di Castellammare, è
un chiaro segnale della profonda crisi in cui versa il capitalismo nostrano che
scarica le sue enormi inefficienze sulle
spalle delle masse lavoratrici ,tutto col
pieno appoggio dei governi politici di ogni colore sia di centro-destra che di
centro-sinistra.
Ad oggi tale sistema sta sentenziando la morte dell’intero
settore della cantieristica navale che
nell’area stabiese colpisce duramente migliaia di lavoratori e lavoratrici. Attività
produttive vengono di fatto dismesse e con loro anche la forza-lavoro, in
quanto esse non garantiscono più l’accumulazione e la massimizzazione di
rendite e profitti per i rappresentanti della borghesia.
Il riflesso di questa drammatica vertenza è la
condizione di un iper sfruttamento che si traduce con l’assenza di un futuro
lavorativo per i lavoratori cassintegrati
Avis e con l’infame decurtazione
del salario, già da fame, da 800 a 400/500 euro al mese. Dopo la beffa
anche il danno, per questo motivo ben si capisce l’azione radicale di lotta che
i lavoratori hanno intrapreso per la salvaguardia del proprio posto di lavoro
con la speranza di strappare risultati per un miglioramento delle loro condizioni
materiali.
Una speranza, ci sentiamo di dire, che nel corso degli anni
è stata di fatto sempre tradita sia dagli organi padronali, gli speculatori De Luca (ex patron del Siena calcio) subentrati a Finmeccanica hanno oggi sentenziato la dismissione di ogni
attività con l’obbiettivo finale prefissato di vendere la proprietà con tutta
la riconversione ad un prezzo altissimo, sia dagli organi istituzionali, a
partire dalle giunte comunali di Vozza (Pd ,Sel, Idv, Rc) e Bobbio
(Pdl,Udc,Fli) per arrivare a quelle regionali di Bassolino e Caldoro. Essi
infatti sono complici e responsabili in primo luogo di aver appoggiato questi
padroni ed in secondo di aver contribuito ad ingannare i lavoratori con false promesse, una delle
quali è stato il piano di riqualificazione della costa , progetto “Più Europa”,
che avrebbe dovuto ricollocare questi lavoratori nel progetto di riconversione industriale e
nel progetto di costruzione di nuove abitazioni in tutta la vecchia ed
abbandonata ex-zona industriale stabiese, foraggiando cosi le casse di imprenditori e speculatori edilizi (in merito
ricordiamo le dichiarazioni del sindaco
Bobbio quando affermava : ”La nostra città può rinascere solo con la genialità,
la capacità e il capitale dei privati, insomma, con l'intraprendenza di
un'imprenditoria forte, sana, vitale, com'è quella che c'è a Castellammare”). Dopo due anni, questo progetto si sta rivelando un fiasco insieme a quella della
definizione di approvare un “master plan”, ossia
un piano d’azione che delinea concretamente gli obiettivi fissati dai vari
soggetti istituzionali impegnati nello stesso progetto “Più Europa”.
Insomma tutto si risolve in un vero gioco al massacro contro
la classe operaia, infatti dopo 3 anni di cassa integrazione i lavoratori vedono aperta nei loro confronti una procedura
di mobilità, tenendo conto che entro giugno entreranno le linee guida della
deroga che prevedono la gestione degli esuberi.
Ci sembra veramente il colmo! Non c’è più nulla da trattare
con questi rappresentanti dei poteri forti, anzi ora più che mai bisogna
reagire contro l’offensiva padronale, rappresentata nazionalmente dal Governo
Monti e dai partiti che lo sostengono! Per fare ciò serve innanzitutto un mezzo
che storicamente ha sempre intimorito i padroni: la solidarietà di classe e l’unione
degli sfruttati per una prospettiva rivoluzionaria, essa può e deve essere
realizzata attraverso un grande fronte
unico di lotta di tutte le vertenze in crisi, a partire dal settore metalmeccanico
ed in particolare dal settore Fincantieri/Indotto.
L’esempio di
occupazione permanente messa in atto dai
lavoratori AVIS deve essere generalizzato ed esteso come punto di partenza, adottando
strategie fondamentali per una vera vittoria operaia che passano per:
- Un coordinamento di lotta di tutte le vertenze in crisi.
- Consigli di fabbrica che eleggano nelle loro assemblee
delegati democraticamente scelti dagli stessi lavoratori e rimovibili in
qualsiasi momento.
- L’istituzione di una cassa di resistenza volta a mantenere
le vittime della crisi e gli strumenti di lotta contro la stessa.
- Nazionalizzazione di tutte le aziende in crisi sotto il
controllo dei lavoratori e senza alcun indennizzo ai padroni.
In gioco è il destino e la sopravvivenza di migliaia di
famiglie operaie! Queste rivendicazioni non sono altro che l’inizio verso un
percorso rivoluzionario che si prefigge il rovesciamento del capitalismo, vile
sistema di sfruttamento da parte di una esigua minoranza sul resto
dell’umanità, per la costruzione di un Governo dei Lavoratori, unico potere capace
di portare veri benefici a tutta la classe lavoratrice sfruttata.
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